Con lo Svegliarci, dieci migranti accolti dallo Sprar e dal Cas diventano aiuto pizzaioli
21 Novembre 2018PALAGIANO (Ta). Hanno iniziato ad ottobre, seguendo il corso nell’aula di Dinamismi Interculturali tre volte a settimana e, dopo quaranta ore di formazione, tenuta dall’istituto IFOA, oggi potranno cercare occupazione come aiuto pizzaioli.
Ben dieci migranti, otto accolti dello Sprar (sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) e due del Cas (centro di accoglienza straordinaria), entrambi gestiti dallo Svegliarci di Palagiano, l’altro pomeriggio hanno ricevuto l’attestato finale del corso, durante il quale hanno potuto avere un primo e importante approccio a quello che è il lavoro da aiuto pizzaiolo.
Come spiegato da Giambartolo Barberio di IFOA, “ai partecipanti è stato dato un primo inquadramento sul ruolo da svolgere ovvero è stato loro spiegato cosa significhi essere aiuto pizzaiolo in Italia e quali sono le mansioni legate a tale profilo”. E, grazie alla collaborazione del pizzaiolo palagianese Rocco Fernando Pagliara, hanno potuto seguire tutto il processo lavorativo: dall’impasto al condimento sino alla cottura. Ed è stato lo stesso Pagliara, con tanto di pala, secondo un vero e proprio rituale, a battezzare ogni corsista come “new entry nel mondo di sua maestà la pizza”.
Il corso è anche servito a capire chi, tra i suoi beneficiari, per motivazione, capacità di apprendimento e comprensione della lingua italiana, avesse una maggiore attitudine a questo tipo di mansione.
“Un corso, questo, come gli altri che lo Svegliarci di Palagiano organizza – ha spiegato la sua presidente Angela Surico – che si inserisce in quel processo di inclusione sociale a favore dei migranti, che si traduce anche nella possibilità di garantire loro formazione adeguata e un’acquisizione di saperi tali che consentano loro un più facile inserimento nel mondo lavorativo. La nostra è una vera e propria forma di accoglienza integrata: dalla mediazione linguistico – culturale all’orientamento e all’accesso a tutti i servizi del territorio. Senza dimenticare l’iniziale accoglienza materiale, che serve a garantire un tetto, un letto, igiene personale. Con lo Sprar, agli accolti viene garantita anche la formazione e la riqualificazione professionale, oltre a percorsi di orientamento e accompagnamento in grado di assicurare l’inserimento lavorativo, quello abitativo e quello sociale. Il nostro obiettivo è l’integrazione a 360° e rendere queste donne e uomini risorse per il territori”.
A Gaetano Romanazzi, durante lo stesso corso, il compito di dare ai partecipanti nozioni sulla sicurezza sul lavoro; a Marco Greco, quello di dare pillole informative sulla normativa igienico – sanitaria e sulle procedure di autocontrollo HACCP.