Considerazioni che dovrebbero essere elementari in politica
12 Settembre 2010Prendo a pretesto due episodi che si sono dati negli ultimi tempi, il “vaffanculo” di Palagiano e l’aver impedito che a Torino potesse prendere parola il presidente del Senato Schifani, per fare una piccola cronistoria dei danni che certa “sinistra” ha provocato, e vorrebbe continuare a provocare, alla democrazia italiana. La responsabilità dei danni che vedremo è tutta della “sinistra”, ma si tende a dimenticarlo per addossarla, ovviamente, a Berlusconi e al berlusconismo.
Non v’è dubbio che oggi in Italia l’ideologia imperante sia il berlusconismo. A ben vedere non si tratta di un’ideologia dai tratti organici, nel senso che non ha nessun pensiero immediatamente identificabile alle sue spalle. Per identificare il “pensiero” che la caratterizza occorre rifarsi a delle manifestazioni che rimanderebbero all’esistenza di una regia occulta, alla quale attribuire tanto quelle manifestazioni quanto il pensiero che le emanerebbe. Si deve però aggiungere che è necessaria molta fantasia perché si dia individuazione di un pensiero ideologicamente caratterizzato e definibile col termine “berlusconismo”.
Partiamo dalle manifestazioni del berlusconismo.
Si tratta essenzialmente di discorsi (quelli che Berlusconi tiene durante i suoi comizi), dichiarazioni sui mezzi di informazione (dello stesso Berlusconi o degli uomini che rappresentano lo stato maggiore del PDL), accapigliamenti vari, soprattutto in televisione, col “nemico”.
Elementi comuni a tutte e tre le forme di manifestazione di “pensiero” sono la maleducazione e il far si che non si dia in alcun modo una qualsiasi forma di confronto con chicchessia. Tanto meno con chi deve apparire come il “nemico”.
Oggi, la sinistra pensa di avere buon gioco quando sostiene che il suo portarsi allo stesso livello di barbarie è, a tutti gli effetti, una forma di ritorsione obbligata nei confronti del berlusconiamo. Ma stanno davvero così le cose?
Quanti conoscono almeno approssimativamente la storia del nostro Paese, sanno che non è affatto vero che le cose stiano effettivamente così. Quanti ricordano la “cacciata” di Luciano Lama dalla Sapienza e la nascita della lotta armata, sanno benissimo che già allora si produsse un fenomeno molto simile a quello che si dà oggi in alcune parti della “sinistra”: “una minoranza che si auto-arroga la rappresentanza della parte “sana” del paese e che sta rischiando oramai di diventare violenta.”
Se questo è vero, ed è vero, viene facile ricavarne il seguente assunto: non è al berlusconismo che va imputata la nascita di una politica fatta solo di insulti e di assenza di ragionamento e confronto, ma alla “sinistra” che ben sappiamo. Berlusconi ha semplicemente avuto il “merito”, grazie alle sue televisioni, di far diventare maggioritario ciò che prima era minoritario e di essere stato tanto irresponsabile da utilizzare per fini propri un tipo di “cultura” che inevitabilmente porta alla morte della vera cultura politica e che rischia quasi sempre di sfociare in forme di violenza estrema.
Neppure la sinistra che sempre si è rifiutata di aderire a tale modello (utilizziamo Fassino come rappresentate ultimo in ordine temporale) va dichiarata esente da colpe. Questa sinistra, che oggi possiamo quasi esclusivamente identificare con il PD, ha avuto la colpa di restare irretita in discorsi di potere quasi tutti interni al partito e non ha mai fatto il tentativo di immettere nello scenario italiano massicce dosi di politica basata sul confronto e sull’uso di argomenti diversi dall’insulto; l’unica politica che avrebbe potuto produrre gli anticorpi necessari per combattere tanto il berlusconismo quanto certa “sinistra”.
A tal proposito, purtroppo non è lecito sperare che si dia da qui a non molto un cambiamento di cultura politica all’interno almeno del PD. A non darci speranza sono due constatazioni che riguardano la politica di alleanze che il PD avverte come necessaria: quella con i “legalisti” in senso più stretto – IdV e “Popolo viola” – e quella con la sinistra estrema che pare aver trovato in Vendola il suo profeta.
Quale alleanza è possibile con chi, da una parte, intende partecipare solo a un gioco al massacro e, dall’altra, sui temi dell’economia per es., ritiene di avere la verità indiscutibile in tasca?
Mimmo Forleo