Favola impertinente
21 Settembre 2008Favola impertinente (tanto per ridere)
La favola che segue è un prodotto di libera fantasia partorita liberamente dalle menti di un gruppo di amici, dopo aver libaggiato (chiedo scusa per il neologismo testè conato e volutamente non coniato) con salice salentino anno2003, cantine Due Palme; e dirne solo ottimo lo svilirebbe.
C’era una volta ,Terronia pianeggiante e paludoso borgo alpino adagiato a zero metri sul livello dello Jonio, lì a pochi passi, e facente parte della Comunità montana della bassa murgia.
La vita nel borgo scorreva languidamente monotona , vivacizzata periodicamente da alterchi per la conquista di un posto all’ombra, era un territorio molto assolato.
I posti all’ombra erano limitati e spettavano ai dignitari di corte in cambio di una seria programmazione al grido “ombra per tutti”.
Si distingueva per i molti vassalli e valvassori che dalla notte dei tempi nonostante la condizione reale di appartenenza alla plebe si atteggiavano a feudatari e dignitari nonostante la mancanza di numero di casa.
Per cui, alcuni giovani e non senza arte né parte e senza posto all’ombra di alcuno, per conquistarlo, tentarono la scalata al titolo di dignitari, eliminando con ogni mezzo chi non congiurava e aderiva alla tresca globale.
Per miracolosa partogenesi, alcuni, tra cui una distinta e sobria signora del feudo di Congliattributi, cercavano senza esibizionismi di concertare una seria e democratica programmazione, in favore dell’ombra per tutti in Terronia, non allineandosi al tatticismo della sopravvivenza personale praticato in massa .
Era diffusa tra i più la convinzione che per lo sviluppo e la crescita di Terronia bisognasse creare ombra per sè e abolire i pochi spazi di democrazia che, alcuni, sprovveduti invano (quelli della partogenesi) cercavano di preservare pensando di stroncare gli opportunismi e organizzare posti ombreggiati per tutti gli abitanti di Terronia.
Su tutto governava, Il satrapo detto IL Cé, che non c’era e in sua assenza alcuni dignitari , tra cui Confettorosa con il suo coaching, Gallinapadovana, non avendo la possibilità di fare altro a causa di un difetto di un non ancora avvenuto collegamento delle sinapsi con l’unico neurone attivo, vollero cimentarsi in attività meglio identificabili come azioni di alto contenuto a basso profilo sociopoliticoemotivoculturalepersonale.
E non avendo potere alcuno cercarono proseliti per l’arrembaggio al potere con ombra annessa, prospettando ai singoli partecipanti il posto di dignitario con i relativi appannaggi.
Al grido Got mit uns ” Dio è con noi”.
Un’ estemporaneo manipolo di valvassori senza feudo e senza numero di casa(o meglio un numero di casa in prestito l’avevano al momento trovato ,ma gravi faglie alle volte causate da un peto da parte di Confettorosa con Capocciacoperta e altri confusi rendeva l’immobile impraticabile ) aderì all’impresa, tra questi Cloneimpopatato, dignitario ancora senza ombra, una delle repliche del fighetto di turno, che voleva eliminare l’altro Cloneimpopatato, dignitario di corte con ombra , e in un unico pacchetto in combutta tra di loro, eliminare anche la sobria signora.
Anche Chechebè , preoccupato per una strana malattia a nome Stoccolma, da cui molti dicevano fosse affetto e pochi altri mercenari affamati in cerca di ombra, irretiti questi da una strana supposizione in forma di supposta di assurgere al rango di dignitari ombreggiati, previa eliminazione di chi:incongruamente e al di fuori di schemi ormai consolidati pensava democraticamente di dar seguito ad una programmazione alternativa per costruire un progetto culturale di cambiamento concreto, radicale, che non dava spazio al ristretto recinto dell’Io ma a sani criteri e sentire di ricchezza culturale che si prova ad essere gruppo insieme all’ombra,(dopo averlo letto tutto d’un fiato mi è mancato il fiato).
In passato un alto dignitario ormai in declino onorato e ammirato dalle ricattate masse indigenti e bisognose si era distinto per il basso profilo a cui aveva portato Terronia ….il suo nome Onagro, era bravissimo a sostenere che quanto appariva realmente assolato era ombreggiato, alle sue gesta vollero ispirarsi per eguagliarlo, superarlo, prenderne il posto e indurre il satrapo C’è ad esaudire tutte le loro richieste.
Altri dignitari pensavano che bisognasse adoperarsi controcorrente, tra questi il guerrillero Che’ (da non confondere con il C’è) aduso a spostarsi su strane ruote e che pretendeva pari dignità per sé e per chi come lui voleva andarsene in giro sulle ruote.
C’era anche un dignitario a nome Sobrio ,uno strano tipo operoso , si era impelagato in una strana storia di canali finalizzati ad impedire che il borgo continuasse nella sua evoluzione naturale di palude, ma per fortuna in molti impedivano che lo strano progetto progredisse ,molti feudatari provvedevano personalmente a riversare nei canali appena puliti materassi ,mobili privandosene pur di aderire alla causa suprema dello scempio totale, inoltre lo strano tipo aveva fatto suo un progetto contro l’inquinamento, proposto da certi illusi che solo perché aderenti alla scuola di Ippocrate ritenevano di poter dire ai vari dignitari cosa fare per evitare lo stroke.( nu’colp’)
A questo punto la favola impertinente non è ancora finita, lascio che liberamente volenterosi e ilari internauti di Pal.net aggiungano il finale o altri episodi.
AAh dimenticavo dopo il salice salentino, su un buon dolce al cioccolato abbiamo bevuto l’introvabile Picolit…..e naturalmente i fatti sono di pura fantasia (tranne per i vini) ogni riferimento a persone o fatti è PURAMENTE CASUALE…
prosit