Gioco … da scrivere

17 Ottobre 2005 Off Di Life

Dalle mie parti (Comune di Abbiategrasso, provincia di Milano) ? stato bandito un concorso letterario che consiste nel completare un racconto il cui incipit, obbligatorio per tutti, ? stato scritto da Dacia Maraini.
A chi fosse seriamente interessato al concorso (scade il 15 novembre prossimo) rimando al sito www.laltraliberia.it o al link http://www.ozoz.it/ozblogoz/modules/news/article.php?storyid=2142            .

Per quanto ci riguarda, perch? non proviamo a misurarci, senza regole, nella prova, magari  proponendo solo poche battute o poche righe o, a chi ne abbia voglia e tempo, qualcosa in pi??
Penso sia un buon esercizio e un?occasione per divertirsi!
Vi trascrivo l?incipit e ? se avete voglia di misurarvi, in bocca al lupo!

L?INCIPIT di Dacia Maraini

L?orologio d?oro?

L?uomo si sedette su un sasso.
Sollev? il piede destro appoggiando il tallone sul ginocchio sinistro.
Con un gesto distratto tir? via il calzino e rimase a guardarsi il piede nudo arrossato e gonfio.
Poi gir? la testa sul collo e dette uno sguardo alla campagna intorno: risaie, pioppi impolverati, vacche che si cacciavano le mosche con la coda.
Un orizzonte piatto e afoso.
Non vedeva un villaggio da almeno tre giorni.
Che avesse sbagliato strada?
Sul fondo della strada di terra vide una nuvola gialla che turbinava su se stessa.
Guard? meglio e gli parve di scorgere una carrozza nera che veniva tirata da due, forse quattro cavalli che per? si vedevano male, quasi fossero dello stesso colore della polvere..
Doveva muoversi da quel sasso se non voleva diventare come una statua di sale, pens? l?uomo e si accinse a rimettere velocemente il piede nella scarpa.Ma prima che avesse il tempo di infilare il calzino fu investito da un vortice di terra mista a sabbia che quasi lo soffoc?.
Come poteva una carrozza, per quanto tirata da cavalli galoppanti, correre cos? tanto?
Cerc? di vedere al di l? della polvere e cap? che si trattava di una vettura a motore.
Era la prima automobile che vedeva in vita sua.
Ne aveva ammirate parecchie sulle pagine dei giornali, ma mai gli era capitato di incontrarne una vera, dal vivo.
Accidenti che corsa! disse fra s?.
Ma non era finita. La polvere, che aveva appena finito di dissolversi, come per un incantesimo, stava tornando ad avvolgerlo, penetrandogli con prepotenza negli occhi, nel naso.
Il rumore del motore si era rifatto vicino e palpitante.
Chiuse la bocca e serr? le palpebre per proteggersi.
Quando le riapr?, vide gli alettoni di una macchina enorme, scoperta, lucida e nera che borbottava come una pentola che bolle.
Affacciata al finestrino, con un braccio nudo appoggiato ad angolo, vide una donna che sorrideva ironica.
Non sent? cosa gli chiedesse quella voce che gli parve subito fresca e argentina?
Il suo sguardo si fiss? sul minuscolo orologio d?oro che riconobbe immediatamente come qualcosa di conosciuto.
Ma dove l?aveva visto e quando?
Non riusciva a ricordare.
Rimase l? imbambolato mentre la donna, con voce un poco impaziente, gli ripeteva la domanda.?