HO UMANITA’!SEI STATA CREATA MASCHIA E FEMMINA

9 Agosto 2009 0 Di Life

Tutto ebbe inizio sul far della sera di una giornata estiva.

L’afa insopportabile aveva indotto la ragazza ad anticipare l’uscita di casa per la santa messa.
Diciotto anni non li aveva ancora ma il suo corpo ,assolutamente attraente ,dissimulava l’acerbezza della adolescenza appena trascorsa rendendola meravigliosamente donna.
Lui ne aveva venti e una settimana dopo si sarebbe sposato .

Nessuno dei due poteva minimamente immaginare quale brusca e sinistra virata stava per prendere il corso delle loro vite.

Lui si intratteneva nei pressi della chiesa chiacchierando con un paio di amici quando la sua attenzione fu calamitata dallo sguardo di quel essere che di li a poco gli avrebbe azzerato il buon senso facendo emergere il tratto più arcaico e selvaggio della sua mente.

Un tratto alimentato da un regime che aveva fatto dell’arroganza e la prepotenza gli aspetti fondamentali della “filosofia” che, di li a qualche anno, avrebbe portato il pianeta nel punto più rischioso,per la sua sopravvivenza, nella storia dell’umanità.

Correva l’anno millenovecentotrentacinque.

I loro occhi si incrociarono per alcuni istanti fatali, poi lei si riprese lo sguardo e si infilò nella chiesa.
Quello sguardo non lasciò tracce nella sua mente,era abituata agli apprezzamenti maschili e non ci faceva più caso, in lui invece generò un idea devastante; una febbre emozionale le cui radici affondavano negli albori dell’umanità, di quando camminavamo sui quattro arti.
Voleva quella donna,e non importava come,ne l’impegno a sposarne dopo una settimana un’altra potè distoglierlo dal piano-trappola che la sua lucida follia generò in pochi istanti.
E’ incredibile come un’idea velenosa formulata in pochi secondi possa compromettere lassi temporali enormi.
La prudenza nella valutazione delle cose che pensiamo di fare è, nell’ottica del rapporto causa-effetto, un elemento fondamentale nelle nostre esistenze e in quelle di chi ci vive accanto.
Bisognerebbe provare a cogliere cosa ci dirà il senno di poi prima che tutto abbia inizio.
Ma di tutto ciò non c’era traccia nei neuroni acerbi del ragazzo cresciuto con dosi massicce di onnipotenza che il regime somministrava al popolo dei maschi che il Duce voleva a sua immagine e somiglianza.
Quel delirio di onnipotenza che,di li a qualche anno, avrebbe bruciato sul rogo d
ella stessa follia del suo amico Ariano quarantacinque milioni di uomini.
“Febbricitante”salutò gli amici per raggiungere l’abitazione di una sua conoscente che sapeva essere amica della vittima predestinata.
La casa era ubicata ad una cinquantina di metri lungo il percorso che la ragazza avrebbe fatto per tornare a casa.
Quindi con la complicità della donna stabilirono che con un pretesto sarebbe entrata in casa li dove lui le avrebbe fatto una sorpresa.
Quando la ragazza uscì dalla chiesa il loro piano ebbe successo.
Lui era seduto al tavolo di cucina con d’avanti una tazza di caffè vuota.
Lei si stupì di trovarselo li ma non immaginava minimamente cosa le sarebbe accaduto di li a qualche minuto.
Lui scattò sugli attenti quando la padrona di casa fece le presentazioni .
Si misero a sedere e dopo la complice con un pretesto uscì dalla stanza lasciandoli soli.
Lui si fece più vicino sorridendole e con dolcezza le prese le mani.
Lei abbagliata dal fascino del giovane lo lasciò avvicinare troppo e quando in una frazione di secondo si rese conto di essersi infilata in una situazione grave non potè più fermare il tempo per attivare una sorta di replay; per cambiare direzione.
Lui la stuprò.
In illo tempore,in quella comunità di illuminati, quando una donna veniva “marchiata” aveva due opzioni:sposare il suo carnefice oppure rimanere senza un marito a vita.
I genitori di lei ,manco a dirlo, la ritennero co-responsabile dell’accaduto e le imposero di accettare la richiesta di matrimonio del futuro marito e padre di tre bambini avuti in pochissimi anni.
Lei raggiunse il ventiseiesimo anno di età, lui era stato fatto prigioniero e probabilmente qui grandi uomini del terzo reich,(ipotesi plausibile) ritennero che avesse le “qualità”per fare il fornaio di carne giudaica.

Quando fu arginato e sconfitto il Male Assoluto, lui tornò a casa ma non vi trovò nessuno.

Dei bambini si stava prendendo “cura” sua zia .
I bambini erano in uno stato di semi inedia , sporchi e pieni di pidocchi.
Evidentemente”amare” il prossimo era un vizio di famiglia.
Lei non apparteneva più ai viventi gia da un paio di anni;anzi era da quel pomeriggio maledetto che sentiva di appartenervi labilmente.
Era rimasta legata alla vita da un sottilissimo contatto ,quello per i figli, che non aveva potuto rinforzare nonostante gli sforzi numerosi ma inutili che la sua maternità aveva posto in essere.
Le metastasi della sua infelicità erano cosi radicate da rendere vano ogni tentativo d’amore per ristabilire uno straccio di equilibrio.
Quando queste furono ben diffuse realizzò un progetto definitivo,una strategia estrema,incontrovertibile, risolutoria.
Ogni sera di quel inverno rigido del millenovecentoquarantatrè, bagnava con cura la testa e saliva sul terrazzo per rimanervi tutto il tempo che la resistenza del suo organismo le permetteva.
Il gelo mordace le avvolgeva la testa stordendo la sua amarezza , poi quando il dolore non le permetteva più di pensare,quando il gelo anestetizzava l’ossessione, si alzava dalla sedia e tornava dentro ad aspettare.
La polmonite non temporeggiò ad assecondare la sua istanza di quiete definitiva.
Ma prima di spegnersi fece sparire tutte le sue foto.
Voleva sottolineare di non essere mai esistita per ciò i ricordi fotografici non avevano senso.

Da adolescente sognava di incontrare un uomo che l’avrebbe amata teneramente un uomo che sarebbe stato il suo amore più grande accanto al quale trascorrere una vita normale invece tutto ciò le fu negato bruscamente;le fu strappato il diritto di vivere una vita normale per ciò decise di rinunciarvi.

Decise di spegnersi perchè non poteva più spegnere la malattia di vivere .

Ogni volta che sento in tv,oppure leggo di aggressioni e violenze ai danni di una donna ripenso a quella ragazza e alla sua tristissima storia, e penso con gioia alle conquiste che le donne hanno realizzato in ogni ambito della società occidentale e alla loro dignità finalmente affermata malgrado l’atteggiamento prepotente di una società di segno maschile che tuttavia assurdamente continua mortificare le donne in zone del pianeta abbastanza vaste.
Ancora oggi si ha notizia di lapidazioni come ai tempi di Gesù e della Maddalena ; in quei luoghi in cui la civiltà non ha avuto accesso la follia è la stessa di duemila anni fa.Incredibile!!!
Se sapessi dipingere mi piacerebbe realizzare un capolavoro che rappresenti il perdono che tutti gli uomini di ogni tempo dovremmo alla dignità delle donne.
Le abbiamo sottomesse per secoli sin dagli albori del genere umano.
Ci siamo arrogati il diritto di essere superiori e l’abbiamo esercitato con la forza reiterando ad oltranza una condotta ingiustificabile nella consapevolezza più o meno inconscia del loro valore da contenere, da controllare; probabilmente per non alimentare un senso di inferiorità che non poteva esistere semplicemente perché eravamo fisicamente più forti.

Ma riesco a malapena a scrivere e vorrei approfittare di questo argomento per chiedere a nome della categoria degli uomini il perdono a tutte le donne per i torti,i soprusi,le violenze di ogni genere che sistematicamente( i peggiori tra no)i ,purtroppo in tanti ,hanno realizzato in ogni epoca ,ad ogni latitudine.
Ricordo le affermazioni di un conoscente.
Quando ero giovanissimo mi disse che le donne sono diaboliche e che bisogna stare in guardia,io dubbioso chiedevo:”sono tutte uguali?”

.Lui”assolutamente,nessuno esclusa!”

Ma oltre le parole quello che mi impressionava era l’assurda espressione del volto:di assoluta convinzione e preoccupazione;era come se parlasse di Lucifero in persona.
Adesso capisco i miserabili motivi di tanto affanno ma non li spiegherò semplicemente per non turbare ,qualora leggesse questo articolo,l’equilibrio precario di un uomo che nonostane le buone potenzialità intellettuali non è riuscito a comprendere la verità e ad utilizzarla per vivere serenamente, riuscendo a perpetuare un menage contraddistinto dalla ossessione di annullare la volontà e la dignità di una donna che nonostante tutto gli vive ancora accanto.

Oggi guardo le ragazze usare lo stesso linguaggio colorito dei maschi è in un primo momento mi rammarico della pulizia verbale che ormai sembrerebbe irrecuperabile ma dopo mi piace pensare che ciò sia la naturale reazione di quella coscienza collettiva femminile repressa per secoli per ciò le trovo assolutamente adorabili.

Ma poi penso alle migliaia di ragazze africane tenute in ostaggio da “uomini” che le costringono a prostituirsi lungo le strade occidentali e alle torture psico- fisiche che subiscono quando provano a ribellarsi e prendo atto di quanto oggettivamente sia complicato, sino al sospetto dell’impossibilità, che un giorno ,purtroppo poco visibile nel futuro, questo lerciume possa sparire Questo evidentemente a soprattutto a che fare con l’equilibrio economico e sociale planetario che i popoli e chi li rappresenta dovrebbero promuovere.

A proposito penso all’attuale amministrazione americana e al discorso che Bark Obama ha tenuto recentemente nell’università del Cairo.

Questo è uno stralcio significativo:”Se sceglieremo di rimanere ancorati al passato, non faremo mai passi avanti.
E vorrei dirlo con particolare chiarezza ai giovani di ogni fede e di ogni Paese: “Voi, più di chiunque altro, avete la possibilità di cambiare questo mondo”.
Tutti noi condividiamo questo pianeta per un brevissimo istante nel tempo.
La domanda che dobbiamo porci è se intendiamo trascorrere questo brevissimo momento a concentrarci su ciò che ci divide o se vogliamo impegnarci insieme per uno sforzo – un lungo e impegnativo sforzo – per trovare un comune terreno di intesa, per puntare tutti insieme sul futuro che vogliamo dare ai nostri figli, e per RISPETTARE LA DIGNITA’ DI TUTTI GLI ESSERI UMANI.

È più facile dare inizio a una guerra che porle fine.

È più facile accusare gli altri invece che guardarsi dentro.
È più facile tener conto delle differenze di ciascuno di noi che delle cose che abbiamo in comune.
Ma nostro dovere è scegliere il cammino giusto, non quello più facile.
C’è un unico vero comandamento al fondo di ogni religione: fare agli altri quello che si vorrebbe che gli altri facessero a noi.
Questa verità trascende nazioni e popoli, è un principio, un valore non certo nuovo.

Non è nero, non è bianco, non è marrone.
Non è cristiano, musulmano, ebreo.

É un principio che si è andato affermando nella culla della civiltà, e che tuttora pulsa nel cuore di miliardi di persone.
È la fiducia nel prossimo, è la fiducia negli altri, ed è ciò che mi ha condotto qui oggi.
Noi abbiamo la possibilità di creare il mondo che vogliamo, ma soltanto se avremo il coraggio di dare il via a un nuovo inizio, tenendo in mente ciò che è stato scritto.
Il Sacro Corano dice: “Oh UMANITA’! SEI STATA CREATA MASCHIA E FEMMINA.
E ti abbiamo fatta in nazioni e tribù, così che voi poteste conoscervi meglio gli uni gli altri”.
Nel Talmud si legge: “La Torah nel suo insieme ha per scopo la promozione della pace”.
E la Sacra Bibbia dice: “Beati siano coloro che portano la pace, perché saranno chiamati figli di Dio”.
La mia compagna è una appassionata del ordine geometrico e dell’estetica dei mobili e dei soprammobili che adornano la nostra dimora e ciò è fonte a volte di piccole discussioni perché ritengo che nell’ottica del rispetto dei bisogni di entrambi la casa vada vissuta invece talvolta ho l’impressione di vivere al Luvre.
Ma quando la guardo,con immutato stupore, manovrare appassionatamente tra gli spazi casalinghi nell’intento di abbellire la materia ,ogni tanto, ripenso a sua nonna e allo sguardo triste in quegli occhi bellissimi che ho visto nell’unica foto che si è salvata e che è stata collocata sulla sua lapide.
La immagino ,da sola in casa con tre bambini da accudire, arrampicarsi sulle molecole sfibrate della sua emotività corrotta dal dolore per l’assurda esistenza che il destino le aveva inflitto.
La vedo trascinarsi,nelle sue giornate asfittiche, ondeggiando ubriaca di amarezza tra le cose domestiche e penso al potere dell’amore nella sua forma più radicale che riguarda quello che ogni genitore sente per i propri figli, e alla forza ed il coraggio che produce spingendoli a tenere duro anche quando il mondo attorno sta crollando,

E penso che nonostante tutto lei non ce l’abbia fatta.

Quindi mi avvicino a sua nipote e la stringo a me delicatamente , lei si volta e mi sorride.

Gabriele Gisonna