I BAMBINI GIOCANO PER COSTRUIRE “PONTI DI MEMORIA”
18 Aprile 2016
Non c’è storia se non c’è memoria e non c’è memoria se non si contribuisce a stimolarla e mantenerla viva. Perchè la storia ci appartiene, ci racconta, ci dice chi e cosa siamo. E quando c’è una storia triste da raccontare, allora tocca a noi darle una nota di colore per far si che allontani il dolore e diventi fondamenta per un nuovo capitolo da raccontare, perchè la storia futura la scriviamo noi e quindi tocca a noi sceglierne il testo. Queste le ragioni per cui, il presidio Libera di Palagiano, ha scritto il suo giorno della Memoria e dell’Impegno, in ricordo del piccolo Domenico e di tutte le vittime innocenti di mafia e ha scelto di farlo inondando una pagina bianca di storia futura, con tutti i colori dell’arcobaleno. Non un momento triste in cui ricordare una strage, ma un pomeriggio giocoso proiettato verso il futuro. Oltre 300 bambini, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, hanno invaso un intera via, Viale Stazione, per urlare a gran voce i propri diritti: il diritto al gioco, a cui nessun bambino dovrebbe rinunciare per nulla al mondo; il diritto a vivere una vita serena, spensierata e felice, lontano dalle scelte sbagliate di adulti irresponsabili.
Un intero pomeriggio in cui anche la primavera ha voluto essere protagonista sprigionando i suoi profumi.
“Palagiano… Libera i ragazzi per strada”qualcuno ha scritto, e basterebbe quest’espressione per spiegare il senso di quanto abbiamo voluto fare. Ragazzi liberi di giocare, liberi di ridere, di urlare, di correre. Perchè sono ormai anni che non c’è più quel vociare dei ragazzini che corrono, cadono e dopo essersi sbucciati le ginocchia si rialzano e ricominciano a correre. Socializzare, includere e integrare, le tre azioni protagoniste di un cambiamento, quello che Libera chiede per poter costruire un futuro migliore.
E dopo il gioco c’è il momento della riflessione, dell’impegno a costruire il cambiamento, della voglia di risvegliare le coscienze, di dar loro la scossa giusta perchè si acquisisca il coraggio di diventare protagonisti. Perchè protagonisti di un cambiamento lo si è in prima persona senza dover delegare nessuno a farlo in nome e per conto proprio. Perchè delegare gli altri significa non avere il coraggio, la maturità giusta e soprattutto la reale volontà di cambiare le cose. “diffidate dei navigatori solitari, se trovate qualcuno che ha capito tutto, che sa tutto, che ti spiega tutto, vi prego salutatelo e cambiate strada!” ha detto don Luigi nel suo intervento, come sempre, diretto e mirato. Un don Luigi che parla alle coscienze. Il don Luigi che bene conosciamo e che chiede sempre responsabilità e impegno per intraprendere la strada della giustizia e della legalità. Il nostro caro don Luigi che incita ad una memoria che si faccia impegno e che non resti semplice facciata. Perchè la memoria ci appartiene, ci identifica e non possiamo ignorarla, non possiamo e non dobbiamo far finta di nulla.
Un vero gioco di squadra se a condividerlo vedi altre associazioni: Pro Loco, che dopo aver giocato con i bambini e insegnato il gioco del “currucl” a don Luigi, ha voluto donargliene uno per ricordare questo intenso momento. Teatrarsi, che ha voluto donare a tutta la comunità palagianese e allo stesso don Luigi, una toccante rappresentazione teatrale sulla Memoria, scritta ed interpretata dagli stessi soci; gli straordinari ragazzi del gruppo musicale Railway di Massafra visibilmente emozionati. E poi tutte le associazioni che hanno scelto di darci una mano per ricordare tutte le vittime innocenti di mafia pugliesi: Adelphos, Arci, Legambiente, Anspi S.S. Immacolata, Il Cantiere, Atletica Podistica Palagiano, Pro Loco, Teatrarsi, Terra, Z.N.S.project. Perchè come dice sempre don Luigi “è il NOI che vince!”
Grazie alle vere protagoniste della nostra iniziativa: le scuole di Palagiano ed in particolare i due Istituti Comprensivi “Gianni Rodari” e “Giovanni XXIII”, ai dirigenti scolastici, la prof.ssa Antonia Lentino e il prof. Preneste Anzolin…Tito, nostro caro socio prima che dirigente che, da subito, ci ha spalancato la sua scuola offrendoci un posto dove incontrarci, gli insegnati, i genitori e soprattutto i bambini, senza i quali saremmo stati privati della gioia di inondare le strade di allegria.
E un grazie di cuore non può mancare al nostro caro don Salvatore Casamassima, che con quella semplicità che a pochi appartiene quanto a lui, è riuscito a lasciare il giusto messaggio ai più piccoli e a risvegliare forti emozioni in chi ha vissuto la propria spensierata adolescenza a contatto con lui.
Ieri, in una via nel paese diversa da quella dove ci sono stati i giochi, a distanza di un giorno dal nostro appuntamento, abbiamo ritrovato disegnata una campana…non sappiamo chi l’abbia disegnata… sappiamo però chi ci sta ancora giocando…vogliamo credere che sia così…
Nica Pettoruto