I Sacerdoti non vogliono essere strumentalizzati
18 Marzo 2006 L'ospite che giunge in Vaticano, dopo essersi paragonato a Napoleone, il 12 febbraio 2006 ad Ancona in un infinito comizio ai suoi sostenitori ha superato il segno della normalit? psicologica e della decenza morale, affermando testualmente: “Io, il Ges? della politica, una vittima paziente, mi sacrifico per tutti”. Nelle precedenti politiche del 1993 ebbe a presentarsi come il “Messia”, inviando i suoi sostenitori come “missionari e apostoli”. Mai uomo politico intelligente o sprovveduto era mai arrivato a tanto.
Nulla da eccepire se l'udienza capitasse in tempi normali o non sospetti. In queste circostanze e condizioni, la visita ? programmata da parte italiana con fini strumentali: essa serve al capo del governo per potersi accreditare come “consono” alla Chiesa cattolica a differenza del suo rivale, Romano Prodi, che da cattolico serio e “adulto” non usa la religione come strumento populista di infima propaganda. Egli, infatti, si ? incontrato con il card. Vicario, Camillo Ruini, nel pi? assoluto riserbo.
Se Lei dovesse ricevere Berlusconi in udienza, di fatto, anche senza volerlo, si schiererebbe con una parte e il gesto pi? eloquente di ogni parola contraddirebbe quanto Lei afferma nella sua prima enciclica: “La Chiesa non pu? e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la societ? pi? giusta possibile” (28/a).
Con questa visita, anche contro la Sua volont?, il Papa rischia di accreditare un uomo che ha diviso la nazione invece di unirla, come richiedeva la sua funzione. Il presidente del consiglio italiano si definisce cattolico, ma non esita a distruggere lo stato sociale, impoverendo ancora di pi? i poveri e favorendo i ricchi. Al contrario, egli ha triplicato il suo patrimonio facendosi approvare leggi su misura contro ogni legittimit? giuridica. Interi settori della popolazione che fino a ieri vivevano una vita dignitosa, oggi vengono nelle parrocchie a chiedere aiuto per arrivare alla fine del mese.
Questo stato di cose incide e condiziona non solo la qualit?, ma anche l'esistenza stessa della famiglia che Berlusconi ben conosce, giacch?, da “buon cattolico” usufruendo del divorzio, ha fatto una duplice esperienza familiare. Ci risulta, a proposito, che da alcuni giornali specializzati in “gossip” si ? fatto fotografare mentre fa la Comunione, contravvenendo cos? ad una chiara norma della Chiesa sull'accesso dei divorziati ai sacramenti e lasciando nello sconcerto la massa di cattolici, spesso divorziati senza colpa, che sono indotti a pensare che il Sig. Berlusconi abbia avuto uno sconto dalla Chiesa in quanto ricco e potente.
Il presidente del consiglio dei ministri dovrebbe essere un modello per l'intera nazione e invece assistiamo ad una sistematica denigrazione della giustizia e delle istituzioni pur di salvarsi dai processi per accuse gravissime come la corruzione di giudici, divulgando tra la popolazione non solo il senso dell'illegalit?, ma anche la convinzione che le leggi siano lacci per i polli che i furbi sanno evitare. Anche il Papa si sar? chiesto come mai un uomo prudente e saggio come il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, si sia rifiutato di firmare in prima istanza, a norma della Costituzione, tutte le leggi qualificanti l'azione di questo governo, dichiarate “palesemente incostituzionali”.
La vittoria delle elezioni si giocher? sul filo del rasoio perch? il capo del governo ha voluto e ha fatto approvare una legge elettorale su sua misura.
In subordine, in caso di sconfitta, che gli istituti demoscopici non escludono, egli vuole rendere l'Italia ingovernabile, in base al principio del “muoia Sansone con tutti i Filistei” (Gdc 16,30). Da vero statista. Al Papa non pu? sfuggire il particolare che il Sig. Berlusconi sia proprietario di tre reti tv e disponga delle altre tre pubbliche, avendo cos? dalla sua l'intera flotta mediatica, supportata da giornali di propriet? o compiacenti e asserviti mediante il meccanismo perverso della distribuzione delle quote pubblicitarie.
In un momento cos? grave e delicato per l'Italia, molti cattolici chiedono al Papa di non prestarsi anche involontariamente a questo gioco che a molti appare demagogico, populista e dissacratore, perch? basato sul principio machiavelliano, immorale per l'etica cattolica, che il fine giustifichi i mezzi. Chiediamo al Papa che “almeno” per opportunit? politica non riceva il capo di una fazione politica, nel momento in cui la legge italiana impone una reale par condicio che il capo del governo ha eluso e aggirato a piene mani e anche ostentatamente. In subordine chiediamo che riceva insieme i due capi dei poli opposti e faccia loro una autentica lezione di comportamento etico anche in campagna elettorale, senza dimenticare di ricordare i principi fondamentali della “Dottrina sociale della Chiesa” che ha come fulcro il “bene comune” dell'intera Nazione.
Desideriamo informare il Papa che molti, moltissimi fedeli sono impressionati per il silenzio della gerarchia cattolica italiana di fronte ad eventi e scelte governative che gridano vendetta al cospetto di Dio, giacch? ritengono e pensano che essere cristiani sia incompatibile con il modello di governo che questi cinque anni ci hanno riservato. Una “contradditio in terminis”.
Molti di noi non sanno spiegarsi i motivi per cui partiti che dicono d'ispirarsi ai principi cristiani abbiano potuto essere alleati succubi di questo esorbitante e folcloristico potere che ha tenuto in scacco tutte le Istituzioni, a cominciare dalla Suprema Carta costituzionale di cui ? stato fatto scempio pur di saziare gli appetiti delle singole fazioni che compongono la maggioranza attuale.
I partiti che fanno riferimento ai principi etici del cattolicesimo hanno firmato una legge sull'immigrazione che nega i principi fondamentali della fede cristiana, per sua natura universale e quindi aperta, con le necessarie regole, all'accoglienza di disperati e affamati; i quali bussano alla porta dell'occidente opulento che pure legge ogni domenica Mt 25, 31-46, l? dove il Signore si identifica con gli affamati, gli assetati, i carcerati, i forestieri.
L'ospite che arriva in Vaticano ha appena approvato e fatta varare dal parlamento una legge immorale che concede a tutti i cittadini la licenza di uccidere e di essere uccisi in nome di una malintesa sicurezza la cui custodia ? affidata alle pistole di una pericolosa giustizia “fai da te”. Al Papa chiediamo che non presti il fianco a dividere ancora di pi? i cattolici che gi? sono frammentati in partiti e porzioni di partiti. Infine, chiediamo che il Papa preghi per tutti gli Italiani perch? possano scegliere con scienza e coscienza, lasciandosi guidare non da interessi particolari, ma unicamente dal bene comune della loro Nazione, all'interno del quale si realizza e si compie anche il bene personale. Lei stesso nella sua prima enciclica Deus Caritas est citando Sant'Agostino ha scritto: “Il giusto ordine della societ? e dello Stato ? compito centrale della politica. Uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe ad una grande banda di ladri, come disse una volta Agostino: “Remota itaque iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia?” (De Civitate Dei, IV,4).
Alla struttura fondamentale del cristianesimo appartiene la distinzione tra ci? che ? di Cesare e ci? che ? di Dio (cfr Mt 22, 21), cio? la distinzione tra Stato e Chiesa o, come dice il Concilio Vaticano II, l'autonomia delle realt? temporali (Gaudium et Spes, 36)”.
Dio non voglia che il Papa permetta questa commistione diabolica e preservi la Sede di Pietro da ogni calcolo di interesse e da basse strategie di strumentalizzazione partitica e faziosa. E' una questione etica. E' un imperativo di decenza.
Con cordialit?.
Paolo Farinella, prete – Genova