I Terraròss all’Expo 2015 nel Padiglione Italia
26 Agosto 2015
L’esposizione universale mondiale è il nome generico che indica le grandi esposizioni tenutesi fin dalla metà del XIX secolo, a partire da quella di Parigi nel 1951. Quest’anno l’Expo si sta svolgendo a Milano e proseguirà fino al 31 ottobre, organizzata da Expo 2015 S.p.A., società costituita dal Governo Italiano, dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Milano, dal Comune di Milano e dalla Camera di commercio di Milano e avrà come tema l’alimentazione.
Venerdì 28 agosto il gruppo di musica popolare Terraròss, formato da Dominique Antonacci, Annarita Di Leo, Vito Gentile, Antonio De Santo, Stefano Pepe, Nicola Mandorino e dalla ballerina Caterina Totaro, si esibirà in concerto a Expo 2015 all’interno del Padiglione Italia, dalle ore 18 alle 19.
“Siamo molto felici di esibirci all’Expo – ha commentato il frontman dei Terraròss – è un’esperienza importante per il gruppo. Ci esibiremo in una vetrina internazionale, motivo di grande orgoglio. Questo ci darà sicuramente la carica per esibirci al massimo davanti agli occhi del mondo, portando i valori umani e culturali, soprattutto musicali, della nostra terra”.
Durante il mini concerto, con originale simpatia e uno speciale modo di porsi nei confronti del pubblico, proporranno le tarantelle, pizziche e tamburiate tratte sia dalla propria discografia, che qualche cover, alternando gags e sketch ai brani eseguiti. Oltre alle canzoni più ballate della discografia del gruppo, come “Ze Vecinze”, del quale è stato realizzato il video, con la collaborazione proprio con il noto attore barese Gianni Ciardo, saranno proposti anche i nuovi lavori, raccolti nell’album di prossima uscita “Chep Canel”, nei quali sarà presente la rivisitazione di “Abbasc alla marina”, già un tormentone nelle piazze visitate dal gruppo, che mixa il classico “Quant’è bell lu prime amore” di Tony Santagata ad altre melodie note e molto coinvolgenti più attuali, come in un vero e proprio “mash-up” e l’inedita “Iè bell la signor” dalle sonorità latineggianti e solari, che alterna ritmi sudamricani a parti più blande di tipo neomelodico.
“Il senso di un nostro spettacolo è quello di ricreare l’ambiente delle chep canèl, ovvero le feste di fine raccolto, nelle quali ci si riuniva tutti intorno al fuoco e si cantava, si raccontavano storie sia tristi che allegre. In questo contesto c’era il timido, lo spavaldo, la donna bella, quella brutta, il simpatico , il cantante, il musicista, praticamente tutte le tipologie di carattere. Ed è forse anche per questo che il nostro spettacolo coinvolge molto il pubblico, facendolo diventare parte integrante dello stesso”.