IL CAVALIERE DEMOCRATICO
3 Aprile 2009Pensa che shock per i progressisti di sinistra, che gelosia livorosa per i democratici delle nostre sponde, che rabbia rancorosa per i vetero-comunisti nostalgici vedere Berlusconi con le braccia sulle spalle di Obama e di Medvedev!
E loro che sorridevano contenti, complici, divertiti.
Berlusconi continua nella sua marcia inesorabile: si sta prendendo tutto, proprio tutto: il premier russo, di quella Russia che fu gia’ sovietica e comunista; e il primo presidente nero americano, democratico, icona della nuova sinistra. Agli altri sta lasciando solo qualche pelo dei baffetti di D’Alema.
Pensa che dolore, che invidia, che disperazione! Per fortuna io non mi interesso piu’ di queste cose… Sto prendendo le distanze da tutto: e di Obama avevo gia’ smesso di fidarmi. Anzi, a scanso di equivoci, in tempi non sospetti avevo detto ad un mio amico americano che, ridendo e scherzando, il loro nuovo presidente li avrebbe portati diritti diritti al disastro.
L’avevo capito io che Obama aveva cominciato a bazzicare Arcore! Due settimane fa, infatti, nel pieno di questa terribile crisi economica, il presidente degli Stati Uniti era andato in televisione, in un programma comico, e aveva fulminato tutti con una battuta berlusconiana. Aveva raccontato che si stava esercitando a bowling, giocando alla Casa Bianca. E aveva commentato il proprio punteggio dicendo: “Era come le paralimpiadi, o qualcosa del genere…”.
Gli americani non hanno gradito. Non sono ancora pronti alle battute della liberta’. Del resto, ci vuole del tempo prima che le periferie possano apprezzare il progresso che arriva dal centro. Prima che Washington e New York possano capire Arcore.
Tradimento! Tradimento!
Per fortuna io non seguo piu’ queste cose. Sono solo dispiaciuto per aver dovuto rinunciare definitivamente alla mia lotta contro il pregiudizio che vuole gli italiani caciaroni e rumorosi. Ci stavo provando a convincere gli americani che noi invece siamo gente raffinata, discreta, colta. Civile. Educata. Ma quegli strilli a Londra, tra i leader di un mondo sull’orlo della catastrofe, quel baccano, quegli schiamazzi, con la regina che si volta e rimbrotta il nostro presidente del Consiglio come se fosse uno scolaretto birbaccione, hanno mandato in frantumi la mia opera paziente.
Cosa volete: quel rimbrotto di Elisabetta forse e’ l’ultimo debole sussulto di una morente idea aristocratica del potere: incarnata da una vecchia monarca altezzosa, quell’idea oggi e’ stata travolta dall’irresistibile giovialita’ della democrazia, dalla vitalita’ del popolo coi capelli trapiantati e colorati. Ieri Berlusconi ha concluso un percorso che la Rivoluzione francese aveva lasciato a meta’.
E se ancora avevamo dei dubbi, ora abbiamo solo una certezza: Berlusconi e’ la quintessenza della democrazia. E’ piu’ Democratico lui che Franceschini, Rutelli e Veltroni messi insieme.
In fin dei conti, possiamo stare allegri: comunque vada, sara’ un successo…
Giuseppe Piccoli