Il PD si scuote dal torpore? Bene, parliamo di politica.
12 Luglio 2010Non è mia intenzione rispondere alimentando facili equivoci sulla natura, nonché sulle reali motivazioni, di una precisazione a Rocco.
Tuttavia, visto che si è cominciato a far politica con il comunicato a sua firma e di questo non posso che essere felice, ritengo necessarie alcune puntualizzazioni in merito alla questione IVA/TIA.
Innanzitutto, devo ammettere che è lodevole il coraggio e la volontà di Rocco di esporsi in prima persona per difendere un comunicato apparso a firma dell’intero Partito; ciò a dimostrazione del fatto che il PD si mostra ancora una volta come una squadra priva di allenatore e che, per poter stare dignitosamente in campo, deve necessariamente affidarsi ai colpi di alcuni fuoriclasse.
Solo che, l’Italia lo ha recentemente dimostrato, a furia di rimanere senza allenatore prima o poi giochi la partita in cui prendi una carretta di gol ed in quel caso non puoi lamentarti della sorte!
Rocco, però, volontariamente o meno, non fa altro che confermare quanto vado dicendo da tempo e da ultimo confermato nel mio commento al comunicato del Partito Democratico.
Il problema reale, in merito alla norma che bloccherebbe i rimborsi dell’IVA indebitamente versata, non è rappresentato dall’atteggiamento del Consigliere Borracci, che personalmente non ho condiviso dall’inizio per ragioni meramente tecniche, quanto il principio che è stato affermato nel D.L. 78/10.
Quando è lo Stato a percepire indebitamente qualcosa dai cittadini non è detto che agli stessi venga riconosciuto il diritto a vedersi restituire quanto versato; al contrario, invece, lo Stato è solerte (vedi la creazione del mostro giuridico che va sotto il nome di Equitalia e la normativa in materia di riscossione) quando deve batter cassa.
A mio avviso, ma è opinione personalissima e come tale opinabile, avrebbe dovuto essere proprio il PD a giocare d’anticipo sulla questione.
Un nuovo modo, oltreché oggi più che necessario, di intendere il rapporto Stato-cittadino avrebbe dovuto indurre il PD, che vuol dirsi riformista, a porre in campo tutte le iniziative possibili affinché si affermasse il principio per cui lo Stato deve rispettare e mantenersi entro quelle stesse regole che impone alla propria comunità.
Tale impostazione, che è essenzialmente politica, avrebbe consentito inoltre di avviare una seria riflessione i cui margini di sviluppo risultano essere evidenti e sotto gli occhi di tutti.
Ce lo testimoniano, infatti, le migliaia di ricorsi che in tutta Italia vengono presentati contro l’operato degli organi preposti al recupero delle somme dovute allo Stato.
Ce lo chiedono quelle decine di cittadini che si stanno organizzando per promuovere class actions contro l’operato, spesso illegittimo, dell’agente unico di riscossione. (società a capitale interamente di INPS e Ministero del Tesoro).
La mia, dunque, era una critica ad un’impostazione che sembrava voler ridurre ad una dimensione prettamente localistica una questione che, invece, riguarda il modo moderno di concepire il rapporto con il Fisco.
Rocco con le sue precisazioni inquadra nella giusta ottica un comunicato che, nella forma, appariva ai miei occhi eccessivamente riduttivo.
Qualcuno, forse, mi accuserà di voler cambiare il destino della nostra nazione da un circolo periferico di partito.
Tuttavia, ricordo che la stessa Lega Nord, da tutti oggi additata come esempio di radicamento sul territorio e di continua diffusione sullo stesso, ha cominciato proprio in tal modo, partendo da sezioni periferiche ed impadronendosi di tematiche e problematiche che altri, ottusamente, avevano ritenuto di poter lasciare in penombra.
Oggi la Lega rappresenta un fenomeno che non è più localistico, vedi i numerosi e maldestri tentativi di imitazione al Sud, con una dimensione elettorale da far invidia, ovviamente in termini proporzionali, allo stesso PD.
Noi, al contrario della Lega, abbiamo la fortuna di militare ed appartenere ad un Partito di dimensioni sicuramente più ampie, cosa che agevolerebbe di molto il nostro compito.
Dobbiamo farci prendere solo dal fascino della sfida che abbiamo di fronte e renderci capaci, con lo studio, la riflessione, l’ascolto delle problematiche vissute quotidianamente dai cittadini, di iniziare quell’opera di riempimento di contenuti, realmente moderni, che finora al PD è mancata e che l’elettorato, per ritornare a dare la sua fiducia, reclama a gran voce ormai da qualche tempo.
Un saluto
Donato Piccoli