ILVA: LE BUGIE DEI POLITICI COLLUSI
28 Novembre 2012Mi sono stancato di ascoltare da quasi tutti i politici che Taranto non si deve chiudere perchè è strategico per tutta L’Italia.
Questi collusi dov’erano quando chiudevono altri siti come Genova e Bagnoli e ascoltavono le ragioni della protesta dei cittadini che invocavono a gran voce la chiusura perchè creava inquinamento è morte?
Quella produzione di questi stabilimenti è passata a Taranto sotto l’indifferenza di tutti i politici nazionali, regionali,provinciali e locali che collusi con questo delinquente di Riva, che gli rilasciavono le autorizzazioni hanno fatti si che Taranto venisse distrutta e violentata da tutta L’Italia intera.
Siamo all’ultimo posto della graduatoria nazionale,il novanta per cento muore di tumore a causa dell’inquinamento,accettiamo rifiuti di ogni genere e questi bastardi non si rassegnono.
DIFENDIAMO insieme le ragioni dell’occupazione dei lavoratori chiedendo al governo di far rinascere Taranto su altri comparti produttivi che in tutti questi anni di morte ci hanno distrutto facendoci credere che quel tipo di sviluppo ci avrebbe creato ricchezza.
Siamo emarginati da tutto il mondo nessuno si sognerebbe di venire a Taranto e questi collusi ancora ci vogliono far credere che la miglior risposta di lavoro è la grande industria.
Sulla questione dell’ ILVA, si potrebbero dire tantissime cose e fare dibattiti anche con esperti e persone a conoscenza dei fatti. In vari comuni della Provincia di Taranto si stanno organizzando incontri di questo genere per informare la cittadinanza e i lavoratori che nei paesi di provincia sono numerosi. Penso che tutti sappiamo quanto sono numerosi anche a Palagiano,però stranamente nessuno sembra interessarti.
Speriamo che si apra presto un dibattito coinvolgendo persone esperte come ad esempio la dott.Moschetti che in questi anni ha svolto un ruolo molto importante a far emergere il vero inquinamento che questa industria sputava in atmosfera facendo ammalare molte persone.La politica Palagianese forse questo problema non lo sente e a tal proposito vorrei proprio sapere come la pensono e magari gli consiglierei di fare un consiglio comunale monotematico sulla questione Ilva per eventuali rimedi e prospettive.
Buongiorno. Quello che dice lei è una sorta di scommessa, riconvertire l’Ilva o creare nuove situazioni lavorative, e in questa scommessa son pochi gli operai che direbbero di si. La maggior parte degli operai ilva e relative famiglie vuole la sicurezza di uno stipendio. Questo vorrebbe dire che salute ed ambiente difficilmente potrebbero avere la meglio, finchè c’è gente come Riva e famiglia.Quindi è difficile riconvertire come è difficile trovare nuova occupazione. In merito al discorso politi collusi, possiamo guardarci un po in giro osservando che in fondo in fondo i collussi fanno comodo un po a tutti, che siano essi operai ilva, operai, operatori ecologici, professori ecc ecc…La mentalità nel meridione d’Italia è ben radicata nel sistema assistenziale. Si va dalla busta della spesa per i voti, ai buoni di benzina, alle promesse di lavoro, ai contributi comunali per famiglie povere ( da rivedere questo discorso, visto che tra i poveri di ieri e di oggi si nascondono anche situazioni al limite della legalità, tra evasori totali, parziali, delinquenti, sfaticati ecc ecc) e alle volte si passa anche per le minacce. Motivo per cui il lavoro da fare per cambiare mentalità è davvero tanto, molto impegnativo, e come sostengo da tempo non conviene a nessuno, sarebbe perdere quel fortino di voti che manda i soliti noti a governare comuni, provincie, regioni e parlamento……La prima arma per cambiare il tutto è l’istruzione, ma come possiamo notare stanno demolendo anche quella…Cmq solidarietà a quanti stanno in questo momento rischiando il loro posto di lavoro e quanti stanno tra la vita e la morte causa malattie dovute al settore dell’acciaio e degli idrocarburi….Un caro saluto
credo che non siamo mai stati così vicini ad un ritorno al passato come oggi. Mi spiego: prevedo, come 30/40 anni fa, migliaia di ex lavoratori affollare le stazioni per emigrare in cerca di lidi migliori, magari all’estero, nel nord dell’Europa. L’unica differenza è che se prima si viaggiava con il direttissimo fino a Milano, oggi devi sborsare una sacco di euri per un viaggio della speranza sul Freccia Argento. Anche iconograficamente non è la stessa cosa. Si passa dalle stampe rinascimentali delle città italiane che erano posizionate sui poggitesta degli scompartimenti dei treni espressi, ai wireless e alla presa per la cuffia degli Eurostar. Povera Italia