Intervista a Giacomo Di Pietro. di Giuseppe Favale
4 Giugno 2009Giacomo Di Pietro, sposato, due figlie, ha iniziato a far politica nel ’94, nel P.D.S. prima, e D.S. dopo, “insieme a validi compagni, ricoprendo vari incarichi”. Nel 2002 si candida nella lista dell’Ulivo, candidato Sindaco Rocco Ressa, elezioni che vedono vincente la lista di centrosinistra.
Nel maggio 2007, “dopo 5 anni di lavoro di tutti i consiglieri e assessori, mi ricandido nella lista dei D.S. con un buon risultato personale.
Dopo una serie di vicissitudini, nel gennaio 2008 mi dimetto da assessore, perchè non ritenevo più ‘compatibile’ la mia presenza in quella compagine amministrativa, e soprattutto perchè era venuta meno una condizione imprescindibile: la mia fiducia nei confronti del Sindaco e, soprattutto, dell’amico Rocco Ressa.
E’ la consapevolezza della fine di un amicizia, che per me rappresenta la più grande delusione della mia vita. Oggi mi propongo come candidato nella lista Tagliente, con un entusiasmo diverso e rinnovato, ma con la stessa determinazione, senza nessuno spirito di rivalsa, solamente per continuare a servirvi”.
C’è stata unanimità sulla sua candidatura, e come si è giunti?
Quando si parla di unanimità nella scelta del candidato, generalmente si intende riferita alla assemblea degli iscritti di un Partito, o almeno del direttivo. Noi non siamo un Partito, ma un gruppo di amici che ha deciso di continuare a fare politica fuori dai Partiti, per superare le gerarchie precostituite, e che oramai non rispecchiano più la volontà del popolo sovrano, anzi, talvolta la calpestano. Per questo motivo il gruppo ha deciso di orientare la propria preferenza e la propria volontà, che resta sempre unica ed imprescindibile per ciascuno di loro, sulla mia persona che, a detta di ogni singolo componente del gruppo, li farebbe sentire meglio rappresentati in seno al Consiglio Provinciale.
Il suo slogan.
Tanti DIFETTI, sulla BOCCA di ” chiunque”. Pochi PREGI, nel CUORE di ” molti “. Unica DIFFERENZA: “CONTINUARE AD ESSERE SEMPRE ME STESSO”.
Se fosse eletto, la prima cosa che farebbe…
Occuparmi concretamente del territorio e delle sue risorse, materiali ed umane. Comincerei, parlando con cognizione di causa , con l’ormai annoso problema della ricostruzione del ponte della Simeone o provinciale 103, abbandonato per sei anni, e cioè dall’alluvione del 2003 (durante la quale ricoprivo l’incarico di assessore ai lavori pubblici, e mi adoperavo per rispondere alle necessità del paese, con atti concreti e visibili, come i ponti di Calzo, Trovara e Chiatona, ricostruiti nell’arco di un anno e mezzo), e rimasto in quello stato per tutto questo tempo. Per non parlare della scuola superiore che da anni viene proposta ripetutamente dalla sinistra come elemento portante di ogni campagna elettorale, anche perché se fosse stato risolto anche questo problema, di cosa parlerebbero? A tal proposito aggiungo che è un dovere della Provincia e non un merito dotare Palagiano di questa struttura che, guarda caso, vede una gara di appalto esperita un mese fa, a ridosso delle votazioni, e dopo 5 anni di silenzi e latitanza. Inoltre l’ambiente, che ha una peculiarità fondamentale considerando il forte impatto dell’ILVA. Mi soffermo un attimo sul far notare ai cittadini che la giunta Rana, precedente a quella Florido, si era costituita parte civile nel processo contro il colosso siderurgico, e che la scellerata gestione di sinistra ha revocato il procedimento senza nessun motivo nè sostanziale nè apparente, perdendo del denaro che sarebbe tornato al cittadino come investimento in piani di sicurezza, salute o per risollevare le famiglie ed i lavoratori direttamente coinvolti da patologie legate all’emissione di gas nocivi. In sintesi, nessuno DESIDERA far chiudere L’ILVA, ma è necessario che ci sia il massimo rispetto della legalità e la salvaguardia del benessere del cittadino, quindi il compito che spetta all’amministrazione provinciale è quello di imporre a gran voce la propria autorità di controllo sul territorio. Non dimentichiamo che, in tema di ambiente, Taranto ha il record negativo, e ancora una volta si conferma la città con il più alto tasso di mortalità per tumore.
Come si è organizzato per la campagna elettorale.
Non seguiamo alcun cliché, faremo quello che facciamo ogni giorno, e che io personalmente faccio da quando vivo in questo paese, ovvero trascorrere il mio tempo con la gente e tra la gente, senza effetti speciali, grandi scenografie, o operazione di marketing. Il nostro modus operandi è all’insegna della semplicità.
Il suo appello agli elettori.
Il mio appello è quello di vagliare e mettere sulla bilancia le cose fatte e non fatte da questa amministrazione di sinistra, quindi lascerò agli elettori stessi la facoltà di trarre le proprie deduzioni. Partendo dal presupposto che noi stessi siamo stati elettori della amministrazione Florido, ed in primis noi stessi abbiamo subito l’amarezza del venir meno alle promesse date come prerogative ed alle aspettative che avevamo investito in questa giunta. Per onestà d’intelletto elenchiamo alcuni fallimenti, a dispetto dei pregi che amplificheranno i suoi sostenitori:
• I fondi strutturali per la viabilità per le strade provinciali per il 2008 che la Regione Puglia aveva ricevuto dallo Stato, per la precisione 90 milioni di euro. Alla Provincia di Taranto di tale cifra sono andati solo 6 milioni, ovvero il 6,6 % per mancanza di progettualità, nonostante tutti sappiamo le condizione disastrose in cui versano le strade provinciali.
• La qualità della vita: invece di migliorare, siamo sprofondati all’ultimo posto nella classifica nazionale redatta dal Sole 24 Ore.
• L’università (che tanto ha voluto il Prof. Rana): la giunta Florido invece di ampliare l’offerta formativa, si è fossilizzata nel proporre l’istituzione di centri di eccellenza con corsi di laurea che poco conciliano con le esigenze culturali e professionali dei nostri giovani e del territorio, che chiedono ed hanno bisogno di una offerta formativa professionale di tipo ingegneristico, di tipo letterario e giuridico.
• A tal proposito la prima cosa che noi intendiamo fare, considerato che la Costituzione parla di diritto allo studio e soprattutto alla salute, è istituire il corso di medicina.
• Si è perso un finanziamento di 25 milioni per il Distripark (di cui Florido è presidente), e cioè un’opera che avrebbe dovuto essere uno snodo importante per il trasporto delle merci in tutte le forme possibili, un volano di sviluppo per l’economia, quindi lavoro per tutta la Provincia. Oggi Taranto ha 300 ettari di area retro portuale, la più grande d’Europa abbandonata a se stessa, per manifesta incapacità di Florido e company.
Conclusione: ennesimo fallimento di questa Giunta.
• Per non parlare dei dragaggi, che hanno fatto rischiare la migrazione di Evergreen verso altro porto, a fronte del dissenso di molti mercantili ad attraccare in quel di Taranto per motivi di sicurezza dei fondali.
• Altro fallimento, quello dei corsi di formazione professionale, che ora sono prerogativa provinciale, per la quale la stessa amministrazione ha avuto uno stanziamento di 55 milioni di euro, e non è riuscita nemmeno a far partire i bandi, perdendo l’ennesima occasione per dare sviluppo, lavoro e competenze professionali.
Preferisco fermarmi qui, perché i fallimenti sono davvero tanti da elencare. Agli elettori desidero dire: facciamo tesoro dell’esempio che ci hanno dato i cittadini di Taranto, quando hanno bocciato senza appello Florido al Comune, proprio allora che, con molto narcisismo e presunzione, si era imposto anche come candidato alla poltrona di Sindaco.
Il suo invito agli altri candidati.
Torniamo a fare politica, e smettiamola di parlarne soltanto. Una politica di sostanza, una politica che, al di là degli aspetti ideologici o di appartenenza, ci unisca in un discorso comune di adoperarsi con e per la nostra terra. La società ha bisogno di tornare ad appassionarsi alla politica e di viverla con entusiasmo, partecipazione, ma soprattutto con speranza, consapevole della sua fondamentale importanza. Dobbiamo ritenerci esclusivamente il “mezzo” che il popolo ha scelto per delegarlo a risolvere, aiutare, proporre, sviluppare, e dobbiamo onorare quel “dovere morale”, prima ancora che politico, di rappresentare la nostra gente. Ma dobbiamo essere anche la speranza, la speranza di un futuro auspicabile, ottimista, costruito su decisioni e scelte da fare già oggi. Ed i giovani sono il futuro verde, io ritengo che dobbiamo puntare tutto quello che abbiamo, in termini di risorse, sui giovani. Dobbiamo riuscire a riportare i giovani ad un accostamento interessato alla politica, attraverso l’impegno e la partecipazione all’amministrazione della cosa pubblica. Eviteremo di affannarci per collegare ostinatamente l’identificazione individuale al Partito, allora dico a tutti gli altri candidati diamo l’esempio buono, perché è ormai l’ora!
Ritiene che il voto europeo avrà ripercussioni sugli equilibri del Governo?
Assolutamento NO!
Quale schieramento teme di più.
Nessuno, perché siamo forti e consapevoli del nostro volere e di ciò che vuole la gente, quindi non ci interessa sentire quello che pensano, o vedere quello che fanno gli avversari, ci interessa quello che desidera la cittadinanza.
La sua posizione sul Referendum.
Favorevole
A proposito di Referendum, probabilmente per le prossime regionali la soglia del 4% si ridurrà al 3%.
Credo che sia un fatto positivo.
Carrozzo dal terzo polo al PdL, Cito e Fiamma Tricolore dal PdL al terzo polo. L’avrebbe mai immaginato?
Non mi meraviglio più di nulla, perché i Partiti non sono più gli unici depositari di valori ed ideali. I Partiti si muovono solo nella esclusiva ottica di una sommatoria di voti, quindi una mera somma algebrica che prescinde dalla individualità, dal rispetto, e dalla giusta considerazione di ogni singolo individuo per le sue competenze e capacità. Noi invece riteniamo che in politica, oltre a metterci carne ed ossa, ci vuole passione, amore per la politica, capacità d’intuito a riconoscere i propri compiti, per assolverli nel miglior modo possibile, volontà di vivere nella esclusiva ottica che il tuo dovere è già un piacere per ogni singolo cittadino, che ogni giorno speso a favore di ciascuno, e per il benessere della cittadinanza, è un giorno speso bene per sè stessi.
I Riformisti di Carrozzo nella lista “Puglia prima di tutto”. Un esempio di “grande coraggio” o di eroico trasformismo politico?
Il trasformismo è altra cosa, eroico o subdolo che sia. Parlerei di trasformazioni. I cambiamenti sono aspetti imprescindibili e fondamentali di una “società civile” che evolve, e dunque con essa anche la politica. Il problema è che i cambiamenti di entrambe accadono spesso in maniera asincrona, allora occorre coraggio. Coraggio di cambiare la politica, ma anche coraggio di cambiare la società, e noi questo coraggio lo abbiamo. Sant’Agostino diceva che “la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno ed il coraggio. Sdegno per le cose come sono, e Coraggio per poterle cambiare”. E proprio dalla speranza, dallo sdegno, e dal coraggio, intendiamo partire per una autentica nuova era politica, più attenta alla governance che alle ideologie.
Chi appoggereste nel caso si andasse al ballottaggio.
Riteniamo che il Prof Rana andrà al ballottaggio, per questo motivo perseguiremo la nostra linea e sosterremo comunque ed unicamente lui, perché disdegniamo quanti hanno fallito e deluso le nostre aspettative.
La domanda che non le ho fatto.
Immagino che la domanda che lei avrebbe voluto farmi, ma non ha avuto il coraggio di porre, è quella nella quale mi chiede come mai il Sindaco non si sia candidato alle provinciali. Le rispondo semplicemente che, da persona ormai arrivata, il “Sindaco” ha capito che non ci sarà più un momento “giusto” per lui.
Giuseppe Favale