?L? arte la coltiva ogni terra?
20 Luglio 2004E? indubbio,pertanto, che nel momento in cui ogni agricoltore si appresta ad effettuare delle lavorazioni sul proprio terreno partendo dall?osservazione, dalla ricerca di consigli, dall? acquisizione di dati, non fa altro che esprimere nel proprio mestiere tutto il sapere atavico dell?arte di coltivare la terra .Raccogliere ? sempre relativamente facile e a fronte degli sforzi profusi e del tempo impiegato, nonch? del denaro speso, non sempre i risultati premiano tali intenti. Recitava un ottimo manuale di orticoltura (?Lavorare nell?orto? di Giordano-Palumbo)?Gli orti sono come gli uomini:diversi e multiformi,non reagiscono allo stesso modo e non si pu? pretendere di trattarli tutti alla stessa maniera ?.Verit? incontestabile di cui un fievole barlume ha illuminato un mio precedente articolo. In esso ,infatti ,trattavo dell?insieme di propriet? che determinano le qualit? e i difetti del terreno ovvero delle sue caratteristiche fisiche ,chimiche e biologiche,auspicando,tra l? altro, da parte dell? agricoltore, un acquisizione di una conoscenza perfetta del terreno,tale da permettergli di operare degli interventi mirati, nel rispetto delle caratteristiche specifiche del terreno stesso. Di norma ogni agricoltore riconosce ,infatti,la grande importanza che riveste la struttura del terreno ai fini della sua stessa produttivit?. Sotto il profilo fisico,per altro, ? da evidenziare che dal tipo di struttura dipendono i rapporti fra parte solida , parte liquida e parte gassosa. Ed ? ,sempre ,in base alla struttura che l? agricoltore pu? effettuare determinati interventi colturali in un momento piuttosto che in un altro.
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Non sfugge ,infatti , all? agricoltore l? importanza che va attribuita alla lavorazione meccanica del suolo(dissodamento e manutenzione), perch? l?esperienza gli ha insegnato che ogni intervento profondo su di esso ? un po? come un?operazione chirurgica , ?uno choc dopo il quale si deve dare il tempo di riprendersi?,e che certi terreni presentano facilit? di lavorazione ,altri meno. Tenendo conto di queste conoscenze si apprende agevolmente quanto sia importante riconoscere il momento in cui un terreno entra in quel particolare stato fisico , denominato?tempera?, esprimendo, vieppi?, la sua capacit? a deformarsi permanentemente a seguito di un azione meccanica (indice di plasticit?), nel quale manifesta la sua migliore capacit? a sopportare il calpestio senza dannose conseguenze. E? pacifico che un aratura effettuata in primavera, e subito seguita dall?impianto,e soprattutto dalla semina ,? una cattiva operazione ,perch? ,in verit? ,quale che sia la natura del terreno , bisogna ararlo sempre prima dell?inverno .
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Da non trascurare, poi ,? l?effetto che i carbonati di calcio e magnesio esplicano nella formazione della struttura, nonch? l?azione svolta dall? humus nel modificarla ,migliorandola nei casi estremi: nei suoli sabbiosi aumenta la coesione e la ritenzione dell? acqua;nei suoli argillosi aumenta la sofficit? e la lavorabilit?. Oltre ad eccellenti terreni equilibrati ,si possono avere quattro altri tipi di terreno a seconda di come si combinano gli elementi al suo interno: terra pesante e acida , pesante e calcarea, leggera e acida, leggera e calcarea . Una terra pesante , a fronte della sua ricchezza di elementi fertilizzanti, della sua buona conservazione dell? acqua e dei concimi ,presenta una forte coesione che ne rende difficile il dissodamento e in primavera lento il riscaldamento ( pertanto in esso i raccolti sono tardivi ) . Gli interventi mirati che su di essa l? agricoltore dovrebbe effettuare sono :lavorazioni profonde e continue per favorire la circolazione dell? aria al suo interno , distribuzione di ceneri setacciate ,torba, letame molto decomposto, concime verde (tecnica che consiste nel seminare in primavera o in autunno semi di veccia o loglio perenne e sovesciare tutto sei mesi dopo). In una terra troppo leggera i suoi pregi , che consistono nella sua alta permeabilit? e ottimo drenaggio ,nella sua facilit? di lavorazione e di riscaldamento, possono essere esaltati solo correggendo la sua tendenza a far percolare l? acqua e quindi gli elementi nutrivi (soprattutto l?azoto) e ad inaridire in estate , tramite ?marnature?(somministrazioni di polveri di roccia calcaree o argillose ), con l? uso di letame mezzo decomposto, con l? apporto di torba da interrare o con il ricorso al concime verde, con l?apporto di azoto organico al momento della concimazione annuale e nitrico o ammoniacale durante il periodo vegetativo .
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Per quanto riguarda gli altri due casi ,ovvero eccesso di acidit? o di alcalinit? , gli interventi devono essere mirati a contenere tali eccessi entro limiti in cui possa essere consentito l? assorbimento degli elementi nutritivi da parte delle piante. Tenuto conto che le variazioni di PH si svolgono molto lentamente nel tempo, proprio per la capacit? intrinseca del terreno di opporsi alle trasformazioni verso alcalinit? o acidit? elevate (potere tampone), ? da non sottovalutare quanto, sempre il PH di un terreno, influenzi la circolazione degli elementi nutritivi disciolti nella soluzione circolante e che i terreni pi? fertili per le coltivazioni sono quelli con PH che oscilla da 6 a 8 .
In conclusione, pu? succedere, e non di rado, che di fronte a risultati inferiori all? entit? degli sforzi profusi molti agricoltori a poco a poco si scoraggino ,lasciandosi sopraffare da un senso di sconforto e di impotenza ,vieppi? per il fatto di essere soggetti agli andamenti climatici sempre pi? avversi . E? vero , infatti , che come ci ammonisce Seneca ?la grandine colpisce anche le messi degli uomini migliori? rimane ferma , tuttavia, la mia convinzione che l? acquisizione di una buona conoscenza del terreno , l? appropriarsi dell? ?arte di coltivare la terra ? ? la condizione indispensabile perch? in situazioni favorevoli si possa ottenere dal proprio terreno il massimo.