L’ assessore provinciale Antonio Scalera scrive al ministro Catania
8 Novembre 2012Egregio Ministro,
Le scrivo nelle vesti di Assessore alle Attività Produttive e Agricoltura della mia provincia: quella Taranto finita ahimè agli onori della cronaca per il crescente allarme legato all’inquinamento, ma anche per l’amletica scelta posta sul capo di ognuno degli amministratori di questa terra chiamato a guardare con attenzione e a porre in atto politiche sia per la difesa della salute così come per la tutela del lavoro e dell’apparato economico-produttivo del nostro territorio.
La vicenda dell’ILVA, già Italsider e azienda di Stato di ieri, pone oggi Taranto al centro dell’agenda politica nazionale, reclamando “l’adozione”, anche se tardiva, di tutto il Paese rispetto ad un dramma che non può essere pagato solo dai tarantini.
Nella mia terra non si gioca però solo il futuro in termini di salute e lavoro di una parte importante del nostro paese, di quel Sud operoso e industrializzato che ha retto per molti anni buona parte del PIL nazionale. Qui si gioca, in uno dei momenti più difficili della nostra democrazia, anche il delicato confronto tra istanze di giustizia e credibilità ed efficienza dello Stato.
Così suona come una ulteriore inflizione di pena, su un terreno già martoriato e ferito, l’allarme che il suo omologo Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha voluto lanciare, in una sua recente visita a Taranto, sulla salubrità e le condizioni di sicurezza dei nostri prodotti agro-alimentari.
Una tegola sulla testa delle oltre 11mila aziende agricole del territorio che rappresentano il 25% del PIL locale e occupano oltre 30mila unità lavorative, ovvero il 13,8% di tutti gli occupati a livello provinciale.
Abbiamo fin troppe volte pagato lo scotto nell’ambito di Fiere nazionali e internazionali di una pubblicità negativa che onestamente quegli agricoltori, quelle produzioni, il sacrificio di un comparto che punta da sempre sulla qualità e sulle garanzie di genuinità, non meritano.
Ora i “sospetti” che arrivano da un così importante rappresentante dello Stato deflagrano sul territorio ed espandono i loro effetti su un mercato che “rifiuta” il made in Taranto sulla base di un allarme che non ha alla sua base nessuna verità scientifica.
Io personalmente, insieme ai rappresentanti di categoria del comparto agricolo, ho incontrato i vertici dell’ASL competenti in materia di prevenzione e controllo. In quella sede l’allarme lanciato dal Ministro Clini ci è sembrato ancora più ingiustificato.
Ora lo Stato confermi di aver “adottato” davvero Taranto e ristabilisca verità e tranquillità, anche al fine di non declinare in negativo una delle poche possibilità di diversificazione produttiva che ancora il territorio si può dare.
Anche qui, caro Ministro, ci sono tanti giovani che hanno deciso di restare e di tornare alla terra. Anche per loro Le chiedo ufficialmente di porre in calendario una sua visita a Taranto, anche all’interno delle nostre aziende agricole.
Non servirà a cancellare una brutta pagina di disinformazione,ma restituirà dignità e rispetto alla Taranto che ancora crede nello Stato e che lavora onestamente per progettare un futuro possibile ed eco-sostenibile.
Alla mia richiesta di incontro con Lei si associano gli assessori all’agricoltura dei Comuni della provincia ionica.
Taranto, 07 novembre 2012
L’Assessore
Antonio Paolo Scalera
Questa vicenda è una delle tante in cui problematiche gravi e importanti di altri settori si riflettono negativamente sull’agricoltura.
Purtroppo, sembra essere una vera e propria escalation a partire, ad esempio, dagli accordi commerciali bilaterali di alcuni stati europei con quelli del Nord-Africa , sini ad arrivare alla totale liberalizzazione del mercato dei prodotti agricoli nel Mediterraneo, che rappresenta un tipico esempio in cui addirittura presunte o strumentali motivazioni geopolitiche per la stabilità di un’area impattano però su un comparto già in difficoltà come quello agricolo.
Non mi meraviglia perciò, la dichiarazione del ministro Clini , e non credo che si tratti di una gaffe data la sua lunga esperienza come dirigente proprio nel ministero da lui ora guidato.
Per la vicenda ILVA di Taranto, bene ha fatto quindi ColdirettiPuglia, ad annunciare che si costituirà parte civile in tutti i procedimenti tesi ad accertare responsabilità in ciò che è accaduto per tutelare le imprese agricole.
Vincenzo Stellaccio