La Compagnia del Teatro Palagianese Presenta: IO FRANCESCO…
28 Giugno 2004?Io, Francesco? ? la rappresentazione degli scritti su Francesco.
E? un recital. Un intreccio di testi recitati, canti e balletti che descrivono l?incontro di Francesco con i frati insieme ai quali diede vita all?ordine dei frati francescani. Lo spettacolo non si propone di raccontare la vita di Francesco, I fioretti di Messere Francesco rappresentano un pretesto teatrale per offrire spunti di riflessione che toccano argomenti come pace, fratellanza, umilt?, amore verso i pi? deboli. Ma anche il coraggio di scelte estreme, la dimensione dell?anticonvenzionale che spesso non ? sinonimo di disprezzo delle regole del mondo ma molto pi? semplicemente reinterpretazione delle stesse in una chiave pi? personalista. Ci? che, in realt?, accade a Francesco e che viene descritto magnificamente ne ?I fioretti?.
?L?opera francescana dalla quale trae spunto questa trasposizione teatrale ? una raccolta di 53 prose illustrative di episodi esemplari ed edificanti della vita del santo, dei suoi primi compagni e di alcuni frati marchigiani della seconda e terza generazione.
Essi coprono un periodo di circa cent?anni, dalla conversione di Bernardo da Quintavalle, il primo discepolo di Francesco (1209), agli eventi della vita in cui il beato Giovanni della Verna, che nato nel 1259, si ritir? nel 1292 sul monte dove Francesco aveva ricevuto le stimmate, e vi mor? intorno al 1322. La raccolta fu redatta in volgare toscano nell?ultimo trentennio del ?300, pare fra il 1370 e il 1390. il compilatore, probabilmente un frate, venne volgarizzando con buon grado di fedelt? dagli Actus beati Francisci et sociorum eius, florilegio in latino formatosi tra il XIII e il XIV secolo ed attribuibile almeno in arte ad un frate Ugolino da Monte Santa Maria (oggi Montegiorgio nelle Marche). Evidente nel testo la simpatia per la posizione degli Spirituali, cio? dell?ala francescana che favoriva un?interpretazione rigorosa della regola, specie per quel che riguardava la dottrina della povert?. I fioretti veri e propri trovano una sorta di naturale complemento nelle considerazioni sulle stimmate e si ritrovano talvolta accompagnati dai cosiddetti Capitoli aggiunti, dalla Vita di Frate Ginepro e dalla Vita del beato Egidio e dai suoi detti.?
La scena esige un palco ampio che dia la possibilit? ai ballerini di avere lo spazio necessario. Si impone come sfondo scenografico un ponteggio a tre piani, nei quali si ricava una serie di finestre di scena illuminate e calpestabili. La scena sar? divisa in due piani. Nel PRIMO piano si svolgono le parti recitate ed i balletti. Al centro del primo piano scenico si trova un grande albero d?ulivo segno di prosperit?, di stabilit?, di secolarit?. ? attorno all?ulivo che si sviluppano i vari incontri tra Francesco e gli altri tanti personaggi di scena. Il primo piano esige due quinte a sinistra e due quinte a destra. Il secondo piano, invece, viene dedicato al coro diviso i due gruppi da dodici elementi ciascuno. Il primo gruppo rappresenta i dodici apostoli, mentre il secondo gruppo rappresenta i dodici frati che con Francesco diedero origine all?ordine. Necessario nell?introduzione dell?opera porre in evidenza il parallelismo tra gli apostoli di Cristo e i frati di Francesco. Dodici i frati come gli apostoli; umili lavoratori o di nobile levata, sia i frati sia gli apostoli. Un traditore che finisce impiccato tra gli apostoli, Giuda; un ladro tra i frati di Francesco, anch?esso impiccatosi, fra Giovanni della cappella. Il parallelismo evidenzia quasi un presagio divino, come un lungo filo logico che collega le due realt? che distano 1250 anni circa l?una dall?altra. L?obiettivo dell?opera, si ? detto, ? quello di evidenziare tematiche di rilevanza contemporanea, che traggano spunto dalle vicende francescane.
Domiziano Lasigna