La Democrazia e le sue regole ” Diritto di replica “
24 Gennaio 2013I due commenti relativi all’articolo la democrazia e le sue regole mi spingono ancora di più ad alimentare il dibattito.
Il confronto è il mezzo più idoneo per fare emergere il MEGLIO delle idee e dei progetti, condivisi dalla MAGGIORANZA e non dalla TOTALITA’ .
Ribadisco maggioranza, questa è una regola della democrazia piaccia o non piaccia.
Scusatemi quando nasce un problema, una esigenza, come va risolto? Dando ad ogni cittadino la sua ricetta? Ma questo è assurdo e impraticabile. Allora è inevitabile che bisogna applicare la soluzione CONDIVISA dalla volontà della maggioranza dei cittadini, non mi pare che stia scoprendo l’acqua calda,sto evidenziando dei concetti basilari.
Mamma mia sono stati scomodati per sino Aristotele e Platone, per carità, ma vogliamo tornare ai tempi dell’antica Grecia? A me piace guardare al futuro. Non sono un filosofo e quindi lungi da me la voglia di fare il professore, sono più tosto amante della praticità, mi ritengo un pragmatico per questo non ho mai condiviso la proliferazione dei partiti.
Questo fenomeno tutto italiano è frutto: primo perché una legge dello stato elargisce milioni di euro come rimborsi elettorali ; secondo:perché garantisce la propria elezione e quindi conquistarsi uno scranno in parlamento e assicurarsi posizione di privilegio con VITALIZI e INDENNITA’ molto esose.( i nostri parlamentari sono i più pagati rispetto a qualsiasi nazione ) Continuare a difendere la proliferazione dei partiti come pluralismo significa difendere il malcostume.
Bisogna avere il prosciutto davanti agli occhi per non vedere lo scempio, lo squallore che questi partiti celebrano in parlamento e negli enti periferici. La cosa più deplorevole è che durante la campagna elettorale questi sono contro tutti e tutto poi una volta eletti si offrono al miglior offerente ( vedi l’ex candidato sindaco sig. Cervellera ).
Per non parlare poi cosa a provocato la lega di Umberto Bossi e della sua ” trota ” Allora non sono i partiti da distruggere, sono i politici che dobbiamo necessariamente rinnovare attraverso una pulizia radicale di tutti quei soggetti che sanno tanto di stantio e che non hanno prodotto un fico secco durante tutto il loro mandato. I partiti devono ritornare ad essere la sede naturale della formazione della nuova classe dirigente e non certo internet .
E’ necessario che tutti riscopriamo il valore egregio della politica come ” SERVIZIO ” e non come luogo di ” INTERESSI PRIVATI ” .
Chiudo rivolgendomi al sig. Mimmo Forleo , sono molto dispiaciuto che lei essendo uno molto informato faccia confusione sulla persona che con testardaggine ha iniziato un percorso di pulizia dall’interno del partito.( Bersani la come Berlusconi sono stati costretti). Le migliori DEMOCRAZIE del MONDO si dividono tra CONSERVATORI e RIFORMISTI chissà per quale anatema noi vogliamo apparire sempre e comunque sempre i primi della classe .
Ciao Masaniello
Replico molto velocemente, anche per evitarmi il rischio di una ennesima auto-celebrazione.
«Ribadisco maggioranza, questa è una regola della democrazia piaccia o non piaccia.»
Questa regola è tipica dei sistemi dispotici, sia che lo si capisca che non. Il fatto che possa piacere alla maggioranza, non sposta di un virgola i termini della questione. Introdurre il concetto di gradimento, anzi, dimostra che la democrazia in politica è nei fatti impraticabile. L’etimologia del termine rimanda a un presunto “potere del popolo”, non “di una parte del popolo”.
«Scusatemi quando nasce un problema, una esigenza, come va risolto? Dando ad ogni cittadino la sua ricetta? Ma questo è assurdo e impraticabile.»
Mica vero! I mercati praticano quotidianamente e da sempre ciò che a te pare “assurdo e impraticabile”. Ti è forse capitato di poterti permettere l’acquisto di qualcosa e di ricevere un diniego?
«Non sono un filosofo e quindi lungi da me la voglia di fare il professore, sono più tosto amante della praticità, mi ritengo un pragmatico per questo non ho mai condiviso la proliferazione dei partiti.»
Guarda che potrei presentarti una lista lunga quanto neppure riesci a immaginare di filosofi che oltre a dirsi contrari alla “proliferazione dei partiti”, si sono espressi a favore del partito unico o addirittura dell’uomo solo al comando. Non è che per caso hai bisogno di un po’ di filosofia per diventare ancora più “pragmatico”?
«Bisogna avere il prosciutto davanti agli occhi per non vedere lo scempio, lo squallore che questi partiti celebrano in parlamento e negli enti periferici.»
E chi ha mai negato “lo squallore che questi partiti celebrano”? Semmai del problema rappresentato dalla presenza di eventuali “prosciutti”, dovrebbe preoccuparsi chi ritiene che pochi partiti siano meglio di molti. Torno a ripeterti che il termine “partitocrazia” fu coniato nel 1949 e Berlinguer parlava di “questione morale” nel lontano 1977. Andando a ritroso nel tempo, è possibile imbattersi in una fase in cui c’era un solo partito, il PNF, ma anche allora si ebbe a che fare con malversazioni e arricchimenti illeciti: il sequestro e l’uccisione di Matteotti, ti dicono nulla?
«E’ necessario che tutti riscopriamo il valore egregio della politica come “SERVIZIO” e non come luogo di “INTERESSI PRIVATI”.»
Continui a insistere sostenendo che sarebbe esistita un’epoca d’oro della politica, che andrebbe riscoperta. A quale epoca ti riferisci, atteso che i prosciutti che mi occluderebbero la vista a me non la fanno percepire?
Mimmo Forleo