Le inutili arrampicate sugli specchi da parte del Sindaco / 2
11 Dicembre 2010Nella precedente puntata è stato dato conto del comunicato con cui il Sindaco annunciava l’indizione della nuova Gara per i RSU e, con toni vagamente trionfalistici, si lasciava andare a conclusioni tutte da verificare. Con la nuova Gara, cioè, avrebbero trovato soluzione due problemi dalla portata non indifferente: quella dell’inquinamento ambientale derivante dalla mancata applicazione della “raccolta differenziata” ai rifiuti e quella dell’alto costo comportato dai sistemi di smaltimento “convenzionali” (discarica e/o incenerimento).
Le reazioni a tale comunicato non si lasciavano attendere; infatti, ne apparivano ben presto due sotto forma di commento, mio, e di articolo, di Giacomo Di Pietro.
Nel mio commento al comunicato, mettevo in guardia il Sindaco contro il rischio di suscitare nei cittadini attese sproporzionate (soprattutto dal lato dei costi) che sarebbero potute andare deluse e, in un articolo successivo, oltre a confermare tale rischio, facevo notare come non vi fosse sostanziale differenza di costi tra l’uso degli inceneritori e l’utilizzo di una pratica dispendiosa come il porta-a-porta, al netto dei contributi con cui lo stato premia i comuni “ricicloni” (contributi che, per ovvie ragioni economiche, non potranno essere eterni).
Al mio commento faceva seguito un articolo di Giacomo Di Pietro che “faceva le pulci” al Capitolato Speciale d’Appalto (CSA) allegato al Bando di Gara. Per qualche giorno tale Capitolato è stato effettivamente rinvenibile sul sito web del Comune (nella sezione “Archivio Albo Pretorio”) ma, da quando è divenuta manifesta la volontà di alcuni cittadini di “indagare”, è stato cassato del tutto insieme ai rimanenti file PDF allegati alla notizia della Gara. Niente paura, comunque, tutti i file risultano debitamente “salvati” nella memoria del mio pc e saranno oggetto di ulteriore disamina.
Come vederemo anche in seguito, l’occultamento di quei file costituisce a tutti gli effetti la miglior prova di come “istituzionalmente” si sia deciso di intervenire nel dibattito in corso facendo ampio ricorso a una tecnica che, in altri ambiti, si usa definire “gioco delle tre carte”; ottimi testimoni, in tal senso, possono essere considerati i consiglieri Catucci e Mancini i quali, loro malgrado, hanno sperimentato personalmente ciò di cui qui si parla.
L’Analisi dei Costi ha assunto, grazie a quella tecnica, le fattezze della celebre araba fenice (“che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa”, per parafrasare una altrettanto celebre aria mozartiana): veniva menzionata sul web dal Sindaco e in un allegato (la “Nota esplicativa n. 2”) dall’UTC ma, misteriosamente, mancava di materializzarsi ogni qualvolta i consiglieri facevano richiesta di poterla visionare (e dire che si tratta di un loro diritto garantito per legge).
Ma veniamo all’articolo di Giacomo Di Pietro.
In quell’articolo, particolarmente complesso nella struttura oltre che nell’analisi (e meno male che, a parere del Sindaco, si tratta dell’articolo prodotto dal “primo ignorante incontrato per caso”!), venivano denunciate e messe alla berlina le numerose manchevolezze che è possibile riscontrare nell’intero CSA:
1) in materia di sicurezza sono citate leggi risalenti al 1994 e al 1996, clamorosamente dimenticandosi di quella più recente (2008) che le cassa o assorbe;
2) all’“Oggetto” del CSA si fa menzione delle “marine” esistenti nel territorio palagianese, ma ci si dimentica (nell’Art. 5 dello stesso CSA) di specificare che anche esse devono costituire parte integrante del servizio messo a Gara;
3) ci si dimentica di fare richiesta alle ditte partecipanti alla Gara di comprovare di essere in possesso di un requisito obbligatorio per legge: l’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nella Categoria 1 per lo svolgimento dell’attività di gestione dei “Centri di Raccolta”;
ecc. ecc.
Ma manca, soprattutto, un’Analisi dei Costi. O forse c’è, come sembrano voler sostenere il Sindaco e l’UTC.
Vediamola più da vicino questa storia dell’analisi dei costi, poiché è in qualche modo esemplificativa di tutto il modo attraverso cui il Comune ha “scelto” di porgere i chiarimenti richiesti prima dalle ditte e, poi, da cittadini e consiglieri.
Bene, nella “Nota esplicativa n. 2” del 24 Novembre – già menzionata – a precisa domanda delle ditte, l’UTC rispondeva in questo modo “Si precisa che il Computo metrico, pur in possesso dell’Amm.ne Comunale, sulla base del quale è stato determinato l’importo posto a base dell’appalto, non è documento disponibile per le imprese…” [enfasi mia].
Anche il Sindaco, nell’articolo di risposta al cons. Amatulli, tende a propendere per la stessa tesi: il Computo metrico sarebbe in possesso dell’Amministrazione. Infatti, così risponde: “Quanto al cosiddetto “computo metrico” di cui sarebbe carente la documentazione di gara, si può agevolmente rispondere […] che l’analisi e la indicazione dei costi di personale, mezzi, attrezzature, sicurezza, ecc. (di cui il Comune ha, ovviamente, un suo calcolo preciso), viene lasciata alla libera progettazione di ogni singolo concorrente che, sulla base delle proposte che redigerà e delle soluzioni tecniche che proporrà, espliciterà i costi relativi.” [enfasi nuovamente mia].
Questo poiché: “Il Comune di Palagiano nell’individuare le modalità di appalto […] ha scelto di affidare l’onere della redazione del progetto completo dello svolgimento di tutti i servizi richiesti, alle Ditte partecipanti che, sulla base dei requisiti di partecipazione richiesti, almeno sulla carta, possono essere fra le principali della Regione Puglia e di altre regioni. Questo è un modo per usufruire delle competenze e del “know-how” delle Ditte che, appunto, sulla scorta dei requisiti richiesti, saranno certamente fra quelle con più esperienza nel campo.”
Sembra essere proprio tutto a posto; la logica che sorregge il discorso poi, quella cioè che consentirebbe di usufruire delle competenze e del “know-how” delle Ditte, pare addirittura entusiasmante.
Peccato però che, come già detto al punto 4), la “base dei requisiti richiesti” alle Ditte risulti… monca e, proprio perciò, vi è il rischio che insieme alle competenze delle Ditte “principali della Regione Puglia e di altre regioni”, possano confluire anche quelle di Ditte che proprio “principali” potrebbero non essere considerate. Come ci si regolerà allora?
Del resto, è lo stesso CSA – all’art. 3 – a prevedere che: “Nel caso in cui la ditta aggiudicataria non possieda l’abilitazione e/o l’iscrizione a speciali albi per l’espletamento di uno o più servizi accessori, come previsto dal presente capitolato, potrà fare ricorso al subappalto per l’espletamento di tale/i servizio/i mediante altra ditta munita delle prescritte abilitazioni per conformità alla normativa di settore vigente.”
Se ciò non dovesse bastare, si può anche aggiungere che nel Bando di Gara è previsto pure che le Ditte concorrenti possono avvalersi, per quel che concerne i requisiti non in loro possesso, di quelli posseduti da altre Ditte non partecipanti alla Gara (giuridicamente parlando, siamo qui in presenza di un istituto conosciuto col nome di “avvalimento”).
Come può pensare, allora, il Sindaco di risultare credibile quando afferma che le Ditte partecipanti alla Gara “possono essere fra le principali della Regione Puglia e di altre regioni”? Si, potrebbe pure essere, ma solo per puro caso. Infatti, le tante buone intenzioni sotto il profilo della “qualità”, che a parere del Sindaco avrebbero informato la stesura del Bando, vanno tutte a farsi benedire laddove si considerino le due “aperture” testé ricordate.
Lasciamo comunque perdere queste disquisizioni proprie di un “geometra-filosofo” e torniamo al tema principale.
Oltre che nel caso dell’occultamento di file, il “gioco delle tre carte” torna a farla da padrone anche quando ne vanno di mezzo dei consiglieri comunali: Catucci e Mancini, i quali hanno entrambi presentato richiesta di poter visionare il cosiddetto “computo metrico”.
Il consigliere Mancini, in particolare, afferma: “Dalla visione degli atti, e’ emers[a] la mancanza del relativo computo metrico, documento indispensabile [per] l’affidamento del servizio stesso.” [enfasi già presente]
Come abbiamo già visto, tanto il Sindaco quanto l’UTC hanno fornito ampie assicurazioni (rese peraltro in forma scritta) sul fatto che il “computo metrico” esiste.
Qui, allora, il caso è uno solo: qualcuno afferma il falso!
Che si tratti del Sindaco, dell’UTC o del consigliere Mancini poco interessa. Mi aspetto però che almeno in questo caso, a differenza di quello che vede un tecnico (l’esecutore del CSA) messo alla berlina da un cittadino (Giacomo Di Pietro) non opporre neppure una rimostranza scritta, qualcuno s’inalberi una buona volta a fronte di accuse tanto gravi.
Mimmo Forleo