Le inutili arrampicate sugli specchi da parte del Sindaco / 3
15 Dicembre 2010In questa terza ed ultima parte di quella che ho definito “la saga dei rifiuti, ci occuperemo di due aspetti: dello scippo di poteri fatto subire al Consiglio Comunale, senza peraltro che gli scippati si dessero eccessivo pensiero per tale scippo, e delle possibili ricadute che il lievitare dei costi del servizio (categoricamente smentito dal Sindaco il quale, anzi, si dice di parere contrario) dovrebbe comportare.
Con la Delibera nr. 25 del 2008, il Consiglio Comunale fissava i paletti (dava “l’indirizzo”) che avrebbero dovuto informare la nuova Gestione dei RSU. La Gara relativa, come sappiamo, doveva attendere la fine del 2010 per essere espletata; nel frattempo, sempre il Consiglio Comunale consentiva che per ben due volte di seguito venisse approvato l’esercizio in deroga della vecchia gestione. La raccolta differenziata dei rifiuti, pertanto, era delegata alla buona volontà dei cittadini i quali, vedendosi riconosciuti ad ogni annualità pochi euro di risparmio, ben presto comprendevano che quella misera somma era si e no sufficiente a ripagare la benzina necessaria per recarsi all’Isola Ecologica.
In questo fine 2010, nonostante i proclami del Sindaco tesi ad assicurare che con la nuova gestione anche Palagiano avrebbe fatto il suo ingresso nel mondo dorato dei “comuni ricicloni”, si scopriva che tanto il Bando quanto il relativo CSA erano meritevoli quantomeno di essere rispediti al mittente, per via delle tante inesattezze in essi rinvenibili e, sorpresa nelle sorprese, risultavano carenti di una analisi dei costi almeno passabile; la sola analisi che consente di poter dire se il Bando è una cosa seria oppure una raccolta di frottole messe insieme alla meno peggio.
È inutile stare qui a ricordare che le “scoperte” avvenivano sotto l’impulso di un articolo a firma di un ex consigliere e grazie all’impegno dimostrato da non più di due o tre consiglieri in carica.
Ciò che risulta davvero grave, e meritevole di essere stigmatizzata, è la dimostrazione di irresponsabilità data dai consiglieri di maggioranza i quali, dopo aver fornito l’atto di indirizzo, non si sono mai preoccupati dei seguenti aspetti: 1) del perché la redazione del Bando ha avuto bisogno di ben due anni per giungere a compimento; 2) di come mai, nonostante i due anni a disposizione, il Bando è tanto farlocco.
Va da sé che un altro problema è costituito dal fatto che è facilmente dimostrabile la mancata corrispondenza del Bando all’indirizzo che il Consiglio Comunale gli aveva assegnato: a) perché risulta gravemente vessatorio economicamente per i cittadini; b) perché non assolve, se non in minima parte, al compito di innalzare la quantità della raccolta differenziata.
Veniamo quindi alle considerazioni di ordine economico, quelle cioè da cui è possibile inferire le ricadute che potrebbero darsi per i cittadini. In questo casi, ovviamente, i cittadini andrebbero considerati innanzitutto come contribuenti il cui denaro meriterebbe lo stesso tipo di rispetto che si riserva alle cose sacre; ma siamo ormai da troppo tempo abituati al fatto che la “politica” li considera solo alla stregua di polli da spennare, nel migliore dei casi e, nel peggiore, meritevoli pure di essere burlati.
E di burla si tratta quando viene fatta loro balenare la speranza che attraverso l’istituzione di nuovi costi il risultato, paradossalmente, possa essere foriero di risparmi; solo immaginari, come vedremo.
Abbiamo già detto altrove che la soluzione più economica per disfarsi dei rifiuti è quella prevedente il loro smaltimento in discarica, ma trattasi di soluzione rozza e poco rispettosa dell’ambiente. Per questa ragione, da diversi anni, ne sono state messe a punto altre due ad essa alternative: 1) l’incenerimento (comprendendo in tale termine sia l’incenerimento vero e proprio quanto la “termovalorizzazione”, in pieno accordo con l’uso che del termine viene fatto in tutta Europa); 2) la raccolta differenziata, la quale consente di abbattere, in quantità inversamente proporzionale alla sua intensità di utilizzo, i residui da destinare in discarica e/o all’incenerimento.
Sulla raccolta differenziata è necessario dire che le sue modalità di applicazione possono essere le più disparate: ve ne sono di parziali o integrali a seconda dei materiali che si vogliono “separare”; ve ne sono altre che possiamo definire volontarie, quando ad esempio ci si serve di campane per il vetro, di contenitori stradali per gli altri materiali e centri di raccolta o “isole ecologiche”; ve ne sono di obbligatorie, nel caso del porta-a-porta.
Di tutte queste possibili modalità la più costosa risulta essere il porta-a-porta. Il motivo è inutile starlo a spiegare, il lettore ci arriva da sé.
Bene, il Comune di Palagiano ha scelto proprio la modalità più dispendiosa fra tutte, il porta-a-porta. Nonostante questa scelta, però, il Sindaco si è arrischiato a sostenere che se la differenziata sarà spinta, i cittadini potrebbero abbastanza presto godersi lo spettacolo di bollette più miti rispetto a quelle attuali. Peccato però che si sia dimenticato di specificare fino a che punto deve essere “spinta” la differenziata e, soprattutto, che sia stato molto evasivo riguardo ai tempi necessari perché si possa godere lo “spettacolo” promesso.
Il perché di tali inibizioni da parte del Sindaco è presto detto: il Sindaco sa benissimo che non esistendo uno straccio di documento attestante un’attendibile analisi dei costi, diventa altamente improbabile per chiunque poter ottenere simulazioni credibili dei costi, così come dei risparmi futuri. Così facendo, inibisce a sé e agli altri la possibilità di ragionare sui “numeri”, piuttosto che sulle “parole” di cui è ritenuto (ancora per quanto?) universalmente indiscusso campione, e si evita la fastidiosa incombenza di dover dare conto a breve (cioè entro la fine del suo mandato sindacale) sulle pesanti promesse di cui si è voluto far carico.
Cari lettori, io avrei finito qui, mi riservo soltanto di produrre una simulazione economica tesa a dimostrare l’inconsistenza dei discorsi fatti chi promette risparmi attraverso l’uso del porta-a-porta. Sarò lieto di mostrarvela quanto prima in una nota contenente delle precisazioni ad un volantino (a firma di Arci e Cittadinanza Attiva) che già circola su FaceBook.
Mimmo Forleo
PS. Questa polemica, al pari di altre avutesi negli ultimi anni (si pensi a quella con l’Arci per la biblioteca o a quelle che hanno riguardato l’agricoltura ecc.), ha confermato un sospetto che covavo da tempo: tutti i politicanti, da quelli in erba a quelli che risultano già pensionati, rifiutano categoricamente ogni tipo di confronto che preveda l’utilizzo delle cifre: ne sono letteralmente terrorizzati!
Il motivo è semplice: le cifre sono oggettive e sanno essere dure con chi soccombe in una polemica; con le sole parole, invece, si può sempre sperare di risultare suadenti e confidare sulla poca memoria degli astanti.