(LE) LA STORIA E LA SUA FUNZIONE TERAPEUTICA
20 Luglio 2010Se oggi domandi ad un giovane chi era Carlo Pisacane, per esempio, o …….. nel novanta per cento dei casi non risponde o risponde come in un programma, recente, televisivo.
La sua memoria è corrosa dall’oblio, l’inesorabile fluire del tempo a cancellato dal ricordo del singolo e dal collettivo la storia sociale e politica sia universale, nazionale e quella locale con il concorso di amministrazioni e forze politiche locali asservite alla cultura dominante anche per quanto riguarda la storia dei territori.
La vita che si è spenta di ora in ora dalla fatica di uomini/a nel seminare gli ideali di fratellanza, cancellata.
L’ambiente, che è l’incubatore nel quale un giovane abbevera conoscenza modificato, persino la storia “plurale” modificata con conseguente impoverimento culturale.
Tutti hanno fatto quello che hanno potuto per far si che tutto fosse dimenticato. La toponomastica del nostro paese , anche se può sembrare strano, può essere un esempio.
Vie dedicate a uomini o donne che la storia ha rifiutati come rè, reggine, il nuovo monumento costruito nei pressi del rione Baschelet con imitazioni, credo in scala reale ,di bombe di guerra, la piazza relativamente nuova dove sorgeva il mercato della frutta dedicato ad un uomo che non si è distinto particolarmente nella sua vita se non perché espletava il suo naturale “ lavoro-vocazione”, strade dedicate a uomini uccisi dalla criminalità comune ecc..
In definitiva anche la toponomastica, oltre , come ho già detto precedentemente la stampa, l’istruzione….. contribuisce ad indurre l’uomo/a ad una cultura negativistica, all’egoismo, ad allontanare in altri termini il pensiero della possibilità di pensare positivamente, ed impedire all’individuo di giungere alla maturità.
E’ questa sorta di sfiducia inculcata da tutte le ruote del potere ai vari livelli, sia grandi che piccoli, impedisce la possibilità di avere consapevolezza, progettualità nel senso più ampio del termine.
Lo sradicamento dalla conoscenza del passato “altro” è un delitto conseguente di una patologia sociale che porta ad uno stato ansioso e di irrequietezza per la mancanza proprio di riferimenti cui aggrapparsi.
L’assenza del futuro positivo pone l’individuo in una condizione vagamente euforica e semimistica, dove manca una proiezione verso il futuro di atti ed intenzioni ( studi fatti ).
Mentre la non conoscenza della storia/e la non tenerne conto, provoca disagi, al contrario risulta terapeutico il tentativo di ricerca del passato e riorganizza il nostro presente e il nostro futuro.
E’ la storia, plurale, in altri termini, che funziona come “ scienza terapeutica” che ci permette di comprendere il presente mediante il passato, ma anche il passato mediante il presente.
Negare una parte di storia, censurarla, o peggio ancora criminalizzarla è un crimine è impedire al pensiero di ognuno di noi, singolarmente, di pensare positivamente, di sviluppare energie, di costruire un futuro.
E’ allo sforzo dei singoli, di ognuno, di tutti i cittadini, va riconosciuto, il progresso in tutte le sue arti e della società.
Sono gli ideali che fanno palpitare il cuore della famiglia umana tutto il resto e agnosia (incapacità di riconoscere quel che si vede).
vitaliano