L’inopportuno opportunismo di Ressa
18 Gennaio 2011C’è stato un tempo su questo sito in cui una nostra amministratrice si lamentava ogni qualvolta, scherzosamente, “confondevamo” il suo nickname – e l’esagerato uso di “faccine” ad esso collegato – con la persona chiamata a ricoprire un ruolo istituzionale.
Da ieri, per volontà del Sindaco, pare che il loro utilizzo sia stato “liberalizzato”.
Ci piace ricordare ai lettori che si tratta dello stesso sindaco che, solo un giorno prima, lanciava strali accusatori contro presunti detrattori e denigratori di amministratori “colti” nell’atto di esercitare il loro dovere – quando si trattava di rispondere a dei cittadini – o un loro diritto – quando esponevano il loro “pensiero politico” (caspiterina! Ci sorge il dubbio che noi, oppure il Sindaco si legga su siti web diversi, ma che si finisca poi con lo scrivere sullo stesso).
Al Sindaco, cotanta mancanza di buona creanza nei confronti suoi e del resto della squadra amministrativa, dev’essere sembrata un tale sproposito da farlo sentire autorizzato, dapprima, a rispondere “per le rime” (nel vero senso della parola e infischiandosene del suo ruolo istituzionale) e, successivamente, con delle faccine!
Mai, neppure per un attimo, è stato colto dal dubbio che potesse aver clamorosamente toppato quando si è lanciato nella sua personalissima interpretazione della figura dell’amministratore-cittadino. Avesse preso seriamente in considerazione quella non improbabile possibilità – che ci accingiamo a dimostrare, mai avrebbe rischiato di trascinare nel ridicolo il ruolo che è stato chiamato a rivestire per ben tre volte.
Secondo il Sindaco, il pensiero dei denigratori prevederebbe che “a tutti deve essere concesso tale diritto inviolabile (diritto di critica ed anche di offesa quando non addirittura di calunnia) tranne che ai cittadini che a tempo determinato sono stati incaricati da altri cittadini a gestire il potere amministrativo, con tutti i propri limiti e pregi.”
Dobbiamo ammettere che se il Sindaco voleva trovare una buona scusa per giustificare l’imbarazzato silenzio di tutta una maggioranza, quello seguito alla triste vicenda riguardante la gara per la spazzatura, non avrebbe potuto trovarne una migliore di questa.
Peccato soltanto che il sonno apparentemente tranquillo di quella stessa maggioranza sia risultato interrotto a tratti; un po’ per annunciare delle presunte meraviglie di cui l’Amministrazione si sarebbe resa protagonista, altre volte – sulla scia dell’entusiasmo suscitato dal realizzarsi di tali presunte meraviglie, per sfidare i denigratori al suono del “Fatevi avanti adesso! Se avete le palle.”
Oggi, dunque, abbiamo le prove del fatto che la maggioranza non era affatto addormentata, ma solo un po’ intimorita dalla ressa di detrattori e denigratori che si affollavano su questo sito.
Dunque, sbagliavamo quando immaginavamo un sindaco lasciato solo e in preda alle sue elucubrazioni fantastiche; quelle gli facevano vedere immaginifiche torme di pulisci-spiaggia in luogo delle dimenticanze sparse a piene mani nel Capitolato e perfino nella Relazione economica allegati al Bando.
Il Sindaco non era affatto solo. Aveva bensì tutta l’intimorita Amministrazione nascosta dietro le sue capaci spalle di novello Cyrano de Bergerac; colui il quale, al fin della licenza, non perdona e tocca!
Ma, dato sufficientemente conto del sindaco che si immaginò guascone, passiamo a parlare di cose serie.
Caro Sindaco, siamo qui a ricordarle che, nel caso si fosse data per davvero (e non si fosse invece trattato di un’altra delle tante creazioni alle quali ci ha abituato la sua troppo fervida fantasia) la ressa di detrattori e denigratori usi a sguazzare “nella evidente falsità o, peggio ancora, denigrazione e calunnia.”, suo dovere di amministratore – ancor prima di passare a rivendicare i suoi diritti di cittadino – avrebbe dovuto essere quello di segnalare il tutto alla Magistratura. Sappia, casomai l’avesse dimenticato, che il ruolo pubblico a lei attribuito da migliaia di cittadini dovrebbe sempre precedere i diritti che lei vanta nella veste di cittadino semplice e che nessuno si sogna, comunque, di negarle.
Si tratta, in fin dei conti, di una mera questione di opportunità; è sempre opportuno, cioè, per un sindaco prima di dirsi personalmente offeso, verificare che non sia stata mossa offesa all’istituzione da lui rappresentata.
La verifica fatta al contrario, invece, piuttosto che meritare l’appellativo sopramenzionato, viene generalmente definita col nome di “opportunismo”.
Distinti saluti,
Mimmo Forleo
Giacomo Di Pietro