Mentana a Palagiano:Cronaca semiseria di una orina spesa male
27 Maggio 2009Non ho comprato il libro del sig. Enrico Mentana. Così, per ripicca.
Semplicemente perché non mi interessa conoscere il pensiero di chi, pur affermando di essersi battuto “contro questa soverchieria”, si dimostra equidistante da Berlusconi e Montanelli sulla nota vicenda del Giornale.
E le motivazioni che addotta, hanno dell’incredibile. “Berlusconi aveva torto…”, senza preoccuparsi di spiegarne il motivo, perché forse credeva che la platea fosse già paga di aver visto “dal vivo” il famoso giornalista. “…
ma anche Montanelli sbagliava”, perché lo credeva una meteora della politica.
Le ragioni del cambio di direzione, da Montanelli a Feltri, sono altre, come sa bene il sig. Mentana, ma non mi ci voglio addentrare.
Rimane solo la delusione di chi credeva di incontrare l’Arcangelo Gabriele, mentre invece mi sono trovato di fronte un signore frettoloso, che arrivato alle 16.30, alle 17.20 già prendeva il volo.
Altri impegni, c’è chi si affretta a spiegare.
Già, altri impegni.
Dopo la presentazione di Maria Grazia Mellone, consigliere incaricata alla Cultura e Pubblica Istruzione, e del preside Giovanni Latorre, la parola all’illustre ospite, che ci ha stupito non poco con queste perle di saggezza.
Dopo alcune ovvietà, circa la chiarezza del linguaggio nella comunicazione, cita l’episodio del direttore di un giornale di provincia, che mentre si accingeva a chiudere l’edizione, seppe della morte del Papa.
Lavorò tutta la notte e, quando al mattino, sul bancone dei gelati di un bar, vide una signora ignorare la prima pagina, per cercare i necrologi della zona beh, ci rimase male.
Questo gli fa accampare un popolo avido delle pagine di cronaca, che abiura le notizie della politica, da qui la necessaria chiarezza dell’esporre, e il conseguente messaggio che la cronaca ci rende tutti felici.
Quanta confusione tra chi sfoglia e chi invece legge un giornale!
Ma al sig. Mentana, chiuso nei suoi 16:9 a schermo piatto e decoder incorporato, deve essere sfuggito che quello che è vero tra pixel e bit, non si può estendere, per simpatia, nella carta stampata.
“Non ci deve essere la paura di sembrare plebeo, troppo piatto, dicendo casa invece di abitazione. Questo è il paravento anche di chi fa finta di informare”.
Che carino, il Chicco nazionale, chissà a chi pensava.
Altra perla.
“Un giornalista deve essere indipendente e spassionato, anche con se stesso, deve essere come un voto di castità nei confronti della politica”.
Ergo, chi fa politica, chi ha piccoli bagliori di ideologia, fossero anche piccole tracce di intonaco sul vestito, lì presenti per una visita nella sezione di Rifondazione, non può essere imparziale.
E già, proprio così.
E Montanelli, da lui tanto osannato, era forse privo del peccato originale!
E lui stesso, dimentico del suo passato, pochi anni per la verità, da socialista?
Forse allora le sue notizie non erano condite con sugo e pomodoro, ma con caviale e Dom Perignon?
Termino, anche perché a video appaiono i titoli di coda.
E’ più grave l’onta della privazione come direttore di telegiornale, o la mancata messa in onda della morte di Luana Englaro?
Perché nel primo caso l’accettazione dell’esilio a Matrix e passaggi di consegna a tal Rossella, e dimissioni invece nel secondo?
“Volevo dare un’altra chance al gruppo per il quale lavoravo da tredici anni”.
Grazie sig. Mentana per la toccata e fuga in un pomeriggio assolato di un paesello del quasi profondo Sud, mi rimane solo il rammarico di aver lasciato per quasi un’orina la mia scrivania e i miei appunti.
In altre parola, la mia Passionaccia, ma senza infingimenti.
Domani mattina, alle dieci, il sig. Mentana torna fra noi…per firmare le copie di chi ha comprato il suo libro.
Grazie per la gentile cortesia.
A buon rendere.
Giuseppe Favale