Nardoni rompe il silenzio. “sul Taranto si tacciano le notizie false e strumentali. Lascerò solo in mani sicure, onorate e credibili”
3 Giugno 2013
Non sono defilato o disinteressato. Chi ha a cuore le sorti del Taranto si faccia avanti e se ha una proposta credibile, seria e soprattutto realmente sostenibile dal punto di vista economico-finanziario esca dall’ombra e bussi tranquillamente alla mia porta. Nel frattempo però si tacciano una volta per tutte le cassandre foriere di notizie false e artatamente strumentali che non fanno bene alla credibilità e al futuro di un progetto calcistico onorato e blasonato come quello della squadra che ho ancora l’onore di presiedere e a cui sino ad oggi ho garantito solvibilità economica e certezza struttale e programmatica.
Rompe il silenzio delle ultime settimane e parla a cuore aperto il Presidente del Taranto Calcio, Fabrizio Nardoni che dopo le notizie apparse sulla stampa e in TV negli ultimi giorni intende fare chiarezza su fatti e circostanze di cui l’opinione pubblica, ma soprattutto i tifosi tarantini, è opportuno vengano a conoscenza.
Il chiacchiericcio che qualcuno alimenta attorno alla squadra è uno sport distruttivo che non fa bene allo sport, quello vero – dice Nardoni – una attività che purtroppo conferma l’atteggiamento polemico e improduttivo che contraddistingue spesso i miei concittadini e di cui, invece, dovremmo finalmente liberarci per evitare che la logica dell’avversione e della contrapposizione possano avere la meglio sulle cose vere e possibili da fare e non solo da raccontare ai media. Premesso inoltre che spesso mi vengono imputati pensieri ed azioni senza che io abbia mai delegato nessuno a parlare in nome o per mio conto o, peggio ancora, senza che queste ultime abbiano un fondamento di realtà o di notiziabilità, così come è accaduto oggi circa un mio presunto incontro con Zelatore e Bongiovanni. Solo che io in quel bar, sotto casa, ero a prendere come ogni mattina semplicemente un caffè e dopo aver salutato cordialmente i due amici sono andato via senza dire null’altro che “buongiorno”.
Ho iniziato questo percorso consapevole del mio ruolo – afferma ancora il presidente Nardoni – Un uomo, un imprenditore e un tifoso che per il bene e il buon nome della città e della sua squadra, avrebbe dato il suo contributo. Uno dei tanti. La cronaca recente poi ha cambiato ruoli e posizioni in campo fino alla mia nomina a presidente di un gruppo ben più vasto e importante rispetto alla gloria di un singolo. Presiedere il Taranto pertanto è stato, ed è un onore, ma anche un impegno economico e personale che ha sottratto tempo a me come uomo, padre, marito e imprenditore.
Poi il passaggio più sofferto della nota diffusa dal presidente Nardoni.
Chiamato al prestigioso incarico di Assessore regionale – dice Fabrizio Nardoni – ho continuato ad operare con l’idea di poter costruire, questa volta per il bene e al servizio di tutta la comunità pugliese, ma mai dimenticando la mia terra, le mie origini e persino il mio amore verso i colori della mia squadra. Così la sofferta vendita delle mie quote societarie, frutto del sacrificio di vent’anni della mia vita, è stata alleviata dall’impegno assunto dal nuovo titolare della Nardoni Lavori di continuare a sostenere quel progetto e quel sogno che avevo contribuito a far rinascere e a salvare dal rischio dell’oblio.
Leggo inoltre con sorpresa di essere un presidente senza quote – commenta – una notizia ancora una volta infondata perché da imprenditore, con il processo di ricapitalizzazione avviato per primo e senza indugi, e ora da semplice tifoso con una presenza azionaria più limitata intestata a me stesso, ho voluto comunque conservare la mia piccola quota di partecipazione al sogno di vedere la mia squadra finalmente nei ranghi e nei campionati che più le competono.
Nardoni, dunque, continua ad essere saldamente al timone pur consapevole della delicatezza della situazione.
Come un buon padre sono fortemente legato ad un progetto che ho visto nascere – dice – ma proprio con lo stesso spirito voglio che nulla e nessuno possa “inquinare” di sospetti e falsità un percorso che possiamo e dobbiamo ancora perseguire. Per questo so che prima o poi dovrò lasciare per evitare che possibili strumentalizzazioni possano ripercuotersi sulla sua squadra e i suoi tifosi e nuocere così ad un progetto che è bene comune e non proprietà esclusiva di qualcuno. Dunque quando lascerò, non ora, lo farò solo nella sicurezza di aver lasciato la squadra in mani serie, onorate e credibili. Meglio se quelle mani le avrò strette prima dal vivo prima di ritrovarmele sulla stampa.
In me resta l’orgoglio di aver retto le sorti di una squadra sana non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista etico – termina Nardoni – il resto della storia si scriverà nei prossimi giorni quando si riunirà nuovamente l’Assemblea del Taranto e decideremo per il meglio. Senza chiacchiericci e fughe in avanti, ma con in testa e nel cuore solo il meglio.