Palagiano, ecco l’incrocio della morte
17 Marzo 2009di ANGELO LORETO
Fonte: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it
PALAGIANO – Un incrocio tra due strade provinciali, una molto trafficata, l’altra molto meno utilizzata. Ma contrariamente al buonsenso e alle norme della strada, ad avere la precedenza sono gli automobilisti che viaggiano lungo quella semideserta. Così accade che chi dovrebbe fermarsi allo stop non lo fa, rendendo ogni attraversamento di fatto un potenziale pericolo. Un centinaio di cittadini ha perciò presentato una raccolta di firme per chiedere che la segnaletica venga modificata.
Siamo nell’agro di Palagiano, precisamente in contrada Madonna della Stella dove di fronte all’omonima chiesetta di campagna si incrociano le strade provinciali numero 85 e 103. Siamo andati sul posto assieme al portavoce del gruppo di cittadini che si è rivolto al sindaco Rocco Ressa e in meno di cinque minuti abbiamo notato con i nostri occhi ben sette auto transitare sulla sp85, mentre neanche una è passata dalla sp103. Ma sopratutto nessuna delle sette auto si è fermata allo stop, confermando quindi una regola non scritta di quell’incrocio. Ma se proprio nel momento del transito, dall’altra parte dovesse arrivare qualcuno che non è a conoscenza di questa abitudine ormai consolidata? E’ la domanda che si sono posti i circa cento firmatari della petizione inviata a fine gennaio al primo cittadino, il quale l’ha girata alla Provincia di Taranto, ente proprietario delle due strade e quindi responsabile della loro gestione. Si chiede di invertire la segnaletica, dando quindi la precedenza alla strada maggiormente trafficata.
“Ma vorremmo di più, perché ci aspettiamo che il sindaco si adoperi presso la Provincia” dicono i cittadini i quali però segnalano altre due questioni riguardanti questa volta la foce del fiume Lenne, ad un paio di chilometri di distanza dall’incrocio in questione. Qui negli anni e nei mesi passati sono stati eseguiti alcuni lavori agli argini del fiume, con la disposizione di grossi massi lungo il letto e con la costruzione di una barriera realizzata con pietrame ingabbiato che dovrebbe bloccare i venti provenienti da sud-ovest. Viene denunciato che tali massi non solo “non assolvono a nessuna specifica funzione per via dell’assenza di onde”, ma “contrastano con la natura sabbiosa del luogo, rappresentano pericolo per le barche e costituiscono un naturale ricovero per i ratti”, in una zona in cui d’estate si riversano molti bagnanti e turisti. Viene chiesto infine di rimuovere il muro e si chiede alle autorità “un incontro per discutere, formulare e raccogliere suggerimenti”.