Parco delle Gravine

12 Dicembre 2005 Off Di Life

 Purtroppo cos? non ? sempre stato e, mentre abbiamo potuto confrontarci, dopo iniziali incomprensioni, con importanti Organizzazioni agricole (CIA, Coldiretti, Foro Contadino-Altragricoltura), non cos? con altri che, in tutta evidenza, al di l? delle ipocrite affermazioni (?vogliamo il parco?), nei fatti il Parco? semplicemente non lo vogliono! Purtroppo, la grande ?potenza? mediatica che costoro hanno, rischia di dare una falsa rappresentazione della realt?, come abbiamo letto ancora ieri nel resoconto dell?iniziativa di F.I. con l?ex Presidente Fitto e rappresentanti di cacciatori ed allevatori.
Tenteremo ancora una volta, allora, di dare un contributo di chiarezza.
Si dice che non c?? stata consultazione democratica. L?ex Presidente Fitto non pu? non sapere qual?? l?iter previsto dalla Legge, visto che era al governo della Regione quando ? stata approvata la L.R. n? 19/97, non pu? non sapere che vi sono state ben 10 riunioni di Preconferenza dal febbraio 2000 al marzo 2004 (4 anni, invece dei 30 giorni previsti dalla legge!) a cui hanno partecipato ? come per legge – le Organizzazioni agricole, imprenditoriali, ambientaliste, oltre ai soggetti istituzionali Province, Comuni, Comunit? Montana, Consorzi!.  E sempre per chiarezza e verit?, va ricordato che l?attuale perimetrazione ? di solo 28.000 ha, a fronte dei 51.300 di cui la Giunta Fitto ha preso atto con la Delibera n? 593 del 14.5.2002, pubblicata sul BURP n? 76 del 18.6.2002: quella Delibera, approvata all?unanimit?,  ? ancora oggi pienamente in vigore, se lo ricordano l?ex Presidente Fitto e l?ex Assessore Franoso? Ed ? vero o no che l?allora Assessore Saccomanno,  per ben 3 volte aveva correttamente portato in Giunta Regionale il Disegno di Legge istitutivo del Parco,  sulla base delle conclusioni della Preconferenza, con la perimetrazione di 51.300 ha. e per 3 volte ? stato costretto a ritirarlo ed a riaprire la Preconferenza perch? (come lui stesso ebbe candidamente a dichiarare nella riunione del 29.7.2002) ?me lo hanno chiesto degli amici ed agli amici non si pu? dire di no?? E come pu? non ricordare il Consigliere Tamburano che lo scorso marzo lo stesso Consiglio provinciale, all?unanimit? e con una sola astensione, ha approvato una delibera per sollecitare la Regione ad adottare il Disegno di Legge istitutivo, reinserendo tutte le aree di pregio ambientale, paesaggistico, storico ed archeologico escluse? Ci permettiamo sommessamente ricordare che a Fitto e Saccomanno anche noi abbiamo consegnato ben 20.000 firme e cartoline in favore del Parco, raccolte trai cittadini di questa provincia; anzi, le abbiamo consegnate all?ex Assessore Saccomanno, perch? Fitto non ci ha mai ricevuto (nonostante le numerose richieste) e quando siamo andati a consegnarle in un cesto della nostra tradizione cestaia, adornate con prodotti tipici della Terra delle Gravine e splendide immagini di Bellezze di questa Terra escluse dall?ipotesi  di Parco, con una pacifica delegazione all?uscita di una seduta del Consiglio Regionale, semplicemente ci ha sdegnosamente snobbato, facendoci tenere a distanza dalla sua scorta! E che pena ripensare oggi a quel telegramma inviatoci dal Presidente Fitto il 22 giugno 2003 quando, in una meravigliosa  manifestazione di simbolica ?inaugurazione del Parco? con centinaia di persone a Monte Sant?Elia, ci faceva i suoi auguri e i suoi complimenti!
Ed ? vero o no che il D.D.L. adottato dalla Giunta Regionale il 6 agosto era lo stesso approntato dall?Assessore Saccomanno  sulla base degli esiti delle molteplici preconferenze e innumerevoli incontri bilaterali con i Comuni (ignorando, peraltro, le richieste delle Associazioni ambientaliste)  se si eccettua l?inclusione di parte della gravina di Ginosa, ma con la riduzione ulteriore (circa 2.000 ha) della Zona 2? E perch? non dire, per semplice rispetto della verit?, che con gli ulteriori modifiche apportate in V Commissione (con la sola presenza dei Gruppi di centro sinistra) si sono sottratti ancora circa 1,500 ettari di aree anche di grande pregio ambientale, tra cui: la gravina di Ginosa  ? praticamente di nuovo esclusa (altro che il centro storico dentro, Sindaco Montanaro! E comunque, vorremmo sommessamente ricordarLe che ai centri edificati come definiti dall?art. 18 della L 865/?71 non si applica alcun divieto!); si escludono pezzi di altre gravine, come quella di Montecamplo, fasce di rispetto previste da Leggi nazionali, boschi di fragno,  pezzi di garighe e pseudosteppe e persino macchia mediterranea, che sono habitat prioritari; tutta la zona di Masseria Accetta, costellata da importanti ritrovamenti archeologici all?attenzione della Universit? di Amsterdam, oltre che di grande importanza storica e paesaggistica (evidentemente per i ben noti progetti di edificazione), si escludono persino alcuni tratti di zona 1, Masserie di grande pregio storico-evenemenziale, come masseria Belmonte o una vecchia carraia medioevale!    Vorremmo tanto sbagliarci, ma ? come si vede ? chi viene ancora una volta ulteriormente penalizzata ? la componente ambientale. E in proposito, vale la pena ricordare a chi ciancia di ?espropri proletari?, che il Paesaggio, l?Ambiente, la Storia, la Cultura sono Beni Costituzionalmente protetti, oltre ad essere  tutelati da convenzioni internazionali in quanto Beni Comuni e, dunque, di interesse diffuso. O le Normative Europea vanno bene solo quando elargiscono finanziamenti con POR, PIS, PIT, PRUSST, LIFE, ecc.? Bisognerebbe ricordare che l?Unione Europea ha pi? volte richiamato, anche recentemente, la necessit? che i Paesi membri rispettino le norme di tutela e protezione ambientale, pena la revoca di finanziamenti! Se lo ricordino Enti pubblici e imprenditori privati. E l?istituzione delle Aree Protette della Rete Natura 2000 ? espressamente prevista dalle Direttive U.E.
Peraltro, ?L?AREA DELLE GRAVINE? ? nell??Elenco dei S.I.C. e delle Z.P.S. individuati ai sensi delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE.?, e nelle Z.P.S. si applicano misure di conservazione (immediatamente operative) necessarie al mantenimento o al ripristino di habitat e popolazioni di specie per cui il sito ? designato?: cio?, nelle ZPS valgono le stesse norme di salvaguardia delle Aree Protette, come recentemente confermato dal TAR Lazio accogliendo il ricorso contro il DECRETO 25 marzo 2005 con cui il Ministro dell?Ambiente aveva cercato di eliminarle.
Se non c?? una corretta informazione, si possono capire i timori di chi sulla terra ci lavora e produce, esacerbati dalla situazione di crisi dell'agricoltura e della zootecnia (ovviamente non causato dal Parco), convinti che il Parco sia solo un sistema di vincoli che ha l'obiettivo di proteggere la natura. E' possibile spiegare loro che i Parchi, a differenza delle Riserve naturali, sono strumenti pensati proprio per far coesistere aree di particolare pregio ambientale e paesaggistico con le attivit? umane tradizionali che hanno contribuito a renderle uniche. Per questo il Parco prevede un Piano Economico Sociale teso a valorizzare gli usi, i costumi, le consuetudini e le attivit? tradizionali delle popolazioni residenti sul territorio, nonch? le espressioni  culturali proprie e caratteristiche delle identit? delle comunit? locali. Il Parco ? una scommessa di sviluppo sostenibile.
Per questo abbiamo apprezzato lo sforzo fatto dall?Assessore Losappio insieme a CIA e Coldiretti di riscrivere insieme alcuni articoli del D.D.L. che rendono pi? chiari ed espliciti i vantaggi che proprio le Aziende agricole ricadenti in tutto o in parte nel perimetro del Parco, potranno trarre, ivi compresa la priorit? che avranno, in applicazione del D.Lgs 228/01, nelle attivit? di tutela, promozione, salvaguardia, manutenzione del territorio e dell?assetto idrogeologico.  Attivit? che, insieme alle altre agevolazioni e finanziamenti mirati previsti per le Aree Protette, potranno davvero rappresentare un integrazione al reddito ed alle produzioni DOC delle aziende agricole.
A chi ancora continua strumentalmente a parlare di ?difesa della propriet? privata? e di inserire nel Parco ?solo le aree pubbliche?, vorremmo ricordare che, in attuazione della normativa nazionale e regionale, qui si tratta di istituire un Parco di livello regionale che, per definizione, sono quelli ?..costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali? di valore naturalistico ed ambientale, che costituiscano? un sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali dei luoghi, dai valori paesaggistici ed artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.?.  Dunque, sarebbe impossibile costituire qualsiasi Parco, se si dovesse seguire quell?assurdo principio: basterebbe ricordare che persino molti tratti di gravine (per non parlare delle tanto devastate Lame) sono di propriet? privata. D?altra parte, com?? noto, a prescindere dalle aree protette, non per il sol fatto che si ? proprietari di un?area, le leggi ci autorizzano a farci sopra quello che vogliamo! E? un principio basilare del contemperamento dei diversi interessi Costituzionalmente protetti   che ? alla base di una Societ? Civile.
Per concludere, anche se ci sentiamo penalizzati dall?ultima perimetrazione,  ci auguriamo che il Consiglio Regionale approvi la Legge, finalmente dopo 30 anni, e si possa passare alla fase attuativa: siamo sicuri che quando i benefici del Parco si potranno sperimentare, verranno le richieste di ulteriori ampliamenti ed inclusioni.
                                                                                                          
p. Il Coordinamento Provinciale
                                                                                                              
Preneste Anzolin