Pietro Cifone: “Le mie dimissioni da Presidente del Consiglio” a Palagiano

16 Ottobre 2010 0 Di Life

Stimatissimi Consiglieri

Egregio sig. Sindaco,

dall’ormai lontano 2002 presiedo ininterrottamente la massima assise comunale. Nell’arco di un così lungo periodo il Consiglio Comunale, l’attuale quanto il precedente, si è assunto grandi responsabilità; numerosi infatti gli atti consiliari che hanno permesso all’Organo Esecutivo di attuare gli indirizzi amministrativi volti a dare soluzione a molti dei problemi del territorio.

Ritengo, ad eccezione di alcuni momenti che sono fisiologici nelle assemblee che si reggono su maggioranze, che tale lavoro a favore della comunità si sia avvalso positivamente del rapporto tra Assemblea e Presidenza, rapporto sempre improntato sulla fiducia e sul massimo rispetto reciproco. Per queste ragioni ringrazio personalmente tutti i consiglieri che hanno condiviso il lavoro svolto sotto la mia presidenza.

Il rinvio, in seconda convocazione, dell’Assemblea consigliare ha rinfocolato le voci secondo cui parte dell’attuale Amministrazione e lo stesso Sindaco, sarebbero vittime di processi “ricattatori” fatti valere da singoli Consiglieri comunali aggettivati, molto poco elegantemente, come “malpancisti”.

Se al quadro così tratteggiato si aggiungono le mie dimissioni da presidente del Consiglio Comunale che, stando alle stesse voci, costituirebbero l’ennesimo “scippo” perpetrato a danno del PD, ne deriva una situazione in cui è facile indicare i due soggetti che risulterebbero immolati per la sopravvivenza della maggioranza: il Sindaco e il suo partito di appartenenza.

Ma avrebbe senso continuare a parlare di “maggioranza”, stante una situazione di così palese debolezza manifestata dal partito numericamente più forte e dallo stesso Sindaco?

Appare ovvio che no.

La lettura da farsi degli ultimi eventi, quindi, deve per forza di cose essere differente e, affinché tale lettura alternativa risulti convincente, deve tener conto delle reali dinamiche che stanno per condurre me a rimettere all’Assise comunale il mandato da Presidente e altri ad apparire come “ricattatori”.

Credo sia bene, ai fini di una ricostruzione attendibile delle dinamiche citate, innanzitutto sgombrare il campo dalle facili accuse di ricatto rivolte ad alcuni e definire in cosa sia consistita, se davvero vi è stata, la “debolezza” imputata ad altri.

Il dato sul quale tutti possiamo preliminarmente dirci d’accordo è quello che ci fa notare come i primi tre anni, dell’attuale consigliatura, siano stati dedicati soprattutto a risolvere una questione: quella annosa riguardante la notevole mole di debiti che gravavano sull’intera comunità palagianese e che rischiavano di comprometterne il futuro per chissà quanti anni. Futuro, occorre ricordarlo, già reso enigmatico da fattori esterni (tagli del governo centrale e crisi economica), contro cui poco può qualsiasi amministrazione locale.

A molti, all’interno della coalizione di maggioranza, quell’impegno sarà sembrato sì “nobile”, ma poco utile ai fini di una legittima aspirazione all’allargamento del consenso di cui gode ogni formazione politica. Da qui, probabilmente, la continua e quasi spasmodica ricerca della “visibilità” necessaria per compiere la “cattura” del consenso; da qui, altrettanto probabilmente, l’esasperata ricerca di equilibri in seno all’esecutivo che, nonostante le numerose volte in cui erano sembrati finalmente raggiunti, un minuto dopo ridiventavano oggetto di accese discussioni.

Se si tiene conto di questo, appare una verità ben diversa da quella che, in maniera interessata, alcuni vogliono far balenare. Si possono certamente addossare gravi responsabilità all’agire politico della maggioranza, ma è sicuramente inadeguata la ricostruzione che la vuole preda di ricatti personali e di “mal di pancia”.

È questa carenza riscontrabile dal lato della politica che oggi dovrebbe portarci a riflettere in maniera diversa da quella fin seguita. Dobbiamo riconoscere di essere stati inadeguati sotto il profilo politico, non certo sotto quello amministrativo. Le decine di atti decisi a favore della comunità che ci ha chiamati a governare, sono lì a testimoniare quanto di buono – pur in presenza di difficoltà che talvolta sembravano insormontabili – siamo stati capaci di svolgere.

Per queste ragioni, oggi arretro volentieri di un passo, sicuro di aver assolto nel migliore dei modi alla Carica con cui la maggioranza del Consiglio comunale aveva inteso onorarmi.

Sono convinto che molto si possa ancora fare nei quasi due anni di consigliatura rimanenti, e mi dico convinto fin da ora che quel molto sarà fatto; questo, indipendentemente dal nome di chi sarà indicato a succedermi.

Alla luce di quanto detto appare evidente che il mio operato, oggi ancor più di ieri, in virtù delle suesposte motivazioni, terrà conto delle riserve d’ordine politico che ho avanzato al solo fine di dare a tutto il gruppo di maggioranza maggiore spinta propulsiva e maggiore senso di responsabilità per raggiungere con successo le sfide che ci attendono.

?

Una nuova sfida, infatti, ci si para davanti.

Se ci diciamo certi di aver saputo assolvere all’onere derivante dall’onore di essere chiamati ad amministrare, è tempo allora di recuperare dal versante che ci vede in forte deficit: quello della politica.

Compete a noi di rimettere sui giusti binari un cammino che troppo spesso, a torto o a ragione, qui non interessa, è apparso frutto dell’improvvisazione e della perdita del gusto di fare politica, oltre che per la gente, insieme alla gente. Avverto che sia in qualche modo andata smarrita la voglia di fare proposte e di farle circolare affinché diventino patrimonio comune. Troppo spesso, infatti, ci siamo cullati con la convinzione che bastasse il singolo deliberato amministrativo per farci apparire come ottimi politici.

Purtroppo non è così, la politica, per crescere e far crescere, ha bisogno anche di altro.

Rassegno quindi le mie dimissioni da Presidente del Consilgio e mi dispongo ad assolvere lealmente al compito che gli elettori hanno voluto assegnarmi nel corso delle ultime consultazioni amministrative.

?

?

Palagiano 13/10/2010

Il Presidente del Consiglio

Cifone Pietro