Presentato “Oltre le stagioni del tempo”, di Francesco Buia
10 Luglio 2010Maturità scientifica, corso laurea Matematica, Francesco Buia è un 25enne con la passione della poesia ermetica. Ungaretti il suo maggior modello, (“il poeta del Novecento da me più apprezzato per l’essenzialità dei suoi versi. Gli bastava una sola parola per suscitare emozioni straordinarie”), . con non di rado contaminazioni oraziane, (“per la visione del tempo che scorre velocemente e che affanna”). Poche sere fa, nei locali che ospitano la Biblioteca Comunale, la presentazione del suo lavoro, “Oltre le stagioni del tempo”, una raccolta di poesie.
“L’autore suggerisce, non pone una chiave di lettura interpretativa”, ha detto la Prof.ssa Paola Ingrosso, Docente di Storia del Teatro Greco e Latino, nel suo intervento. “Parti rimosse nei miei pensieri, dimenticate, ha poi aggiunto, le ho ritrovate leggendo le poesie di Francesco. Vi si incontrano il Tempo, il Silenzio, l’Amore, un Tempo inafferrabile, indefinibile, perché il Ricordo è l’unica cosa che ci appartenga”. Moderatore, l’editore Antonio Dellisanti, ha riservato parole di elogio per l’impegno del Sindaco di Palagiano Rocco Ressa, “per la spinta alla cultura e alla valorizzazione dei giovani, che sta imprimendo nella sua Amministrazione”, e alla consigliere delegata alla Cultura Maria Grazia Mellone, definita “una seminatrice di Cultura”.
“Gli uomini delle istituzioni, ha voluto anche sottolineare, quando lasciano la firma su un libro, traspare che non lo hanno letto. Ressa invece, con il suo contributo, è entrato nella poesia di Francesco, cercando di interpretarla”. Ed è infatti lo stesso Ressa a confermare che “ho scritto la paginetta in una notte insonne, per fare un percorso al mio interno. Ho rispolverato dal mio profondo alcune sensazioni di profumi, ricordi ormai lontani, pareti imbiancate con la calce. L’autore vede il futuro sostanzialmente in negativo, ma intravede dei chiaroscuri in cui ognuno di noi può progredire e crescere, perchè la poesia, oltre che cultura, è arte”. Sulla stessa scia l’intervento della Mellone, che ha parlato di “un testo denso di passione per la nostra terra, calore e gente del sud, della famiglia e, il suo ricondursi al filone ermetico, permette di entrare nell’intimità delle cose”. Nel corso della serata, doveroso omaggio alla Prof.ssa Palma Cito, che pur nel tormento del male che l’affliggeva, volle essere presente fra noi nella prima edizione delle letture dantesche. Il video di Gianna Del Drago e una targa a suo fratello Donato, l’emozione del ricordo. La serata si è infine conclusa con Maria Bulfaro, Lina Favale e Katia Tinella, che hanno letto alcune poesie.
Giuseppe Favale