“PROGRAMMA DI SCREENING MAMMOGRAFICO E CERVICO UTERINO”
24 Febbraio 2012NUOVO NUMERO VERDE DELL’ASL DI TARANTO
La prevenzione ha un nuovo numero verde. Informiamo tutte le donne residenti a Bari e provincia e Taranto e provincia, interessate al programma di screening mammografico e cervico-uterino che è disponibile un nuovo numero verde da contattare per spostare il proprio appuntamento o per mettersi in contatto con le operatrici del Centro Regionale Screening.
Il nuovo numero è 800.995.800.
Il numero è gratuito da telefoni fissi e mobili ed è in funzione dalle ore 8:00 alle 14:00 dal lunedì al venerdi e dalle 15:00-18:00 il martedì e il giovedì.
Lo stesso numero verde è disponibile anche per il programma di screening citologico per i cittadini residenti a Taranto e provincia.
A causa di disguidi tecnici, infatti, il numero di telefono indicato sulla lettera di invito per lo screening non è più attivo.
Il tumore della mammella
rappresenta la neoplasia più frequente e la principale causa di morte per tumore nelle donne: si contano infatti circa 32.000 nuovi casi all’anno con ben 11.000 decessi. La diagnosi precoce può consentire un adeguato trattamento di questa neoplasia fino alla guarigione. Le linee guida italiane ed europee consigliano di effettuare una mammografia ogni due anni nelle donne tra i 50 ed i 69 anni. In Italia i programmi di screening mammografico si stanno sviluppando in tutto il Paese. In base ai dati dell’Osservatorio Nazionale Screening nel 2004 più del 68% delle donne di 50-69 anni risiedeva in un’area geografica in cui è attivo un programma di screening mammografico, anche se permane uno squilibrio territoriale nell’offerta di programmi di screening: al Sud solo ad una donna su tre è data la possibilità di effettuare una mammografia preventiva, mentre al Nord questa offerta è rivolta ad oltre l’80% della popolazione target. Per ottenere informazioni relative all’effettuazione da parte della popolazione femminile tra i 50-69 anni di almeno una mammografia a scopo preventivo, sulla periodicità e sulla motivazione che ha portato all’esecuzione e sul coinvolgimento del personale sanitario nelle raccomandazioni, una serie di domande sullo screening mammografico sono state incluse nello Studio PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia). Lo Studio PASSI è stato realizzato mediante interviste telefoniche a un campione di cittadini, di età compresa tra i 18 e i 69 anni, estratto con metodo casuale semplice dalle anagrafi sanitarie di 123 Aziende Sanitarie Locali (ASL) partecipanti allo Studio e appartenenti a tutte le regioni italiane. Le interviste sono state effettuate nel periodo tra aprile e luglio 2005. L’analisi è stata condotta sui dati ottenuti dalle 15.483 persone intervistate; di queste, 2.902 erano donne nella fascia d’età 50-69 anni (aggiornamento del 15 febbraio 2006). Il 75% (95% IC = 73,5%-76,7%) delle donne di 50-69 anni ha riferito di aver eseguito almeno una mammografia a scopo preventivo nel corso della vita, con un range tra le ASL che hanno effettuato 200 interviste dal 34% dell’ASL di Lecce 1 al 100% dell’ASL di Varese. Tra i 50-59 anni l’ha eseguita il 77% delle donne, mentre più bassa è la percentuale tra i 60-69 anni (73%); l’analisi per grado di istruzione e stato civile non ha mostrato differenze rilevanti. Il 57% (95% IC = 55%-59%) delle donne intervistate ha riferito di aver eseguito una mammografia negli ultimi due anni, in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale che raccomandano la mammografia con periodicità biennale. Questa percentuale è più alta nella classe 50-59 anni (61%), mentre diminuisce in quella 60-69 (52%), con una differenza statisticamente significativa. La raccomandazione sull’esecuzione ogni due anni della mammografia è risultata maggiormente seguita dalle donne con alto livello di istruzione e da quelle coniugate, con differenze statisticamente significative. Tra le ASL che hanno effettuato 200 interviste, l’adesione alle linee guida sulla periodicità biennale varia tra il 15% dell’ASL di Caserta 1 all’88% della ASL di Bussolengo (Verona).
Il 66% (95% IC = 64%-67%) delle donne intervistate ha riferito di aver ricevuto da un medico il consiglio di effettuare periodicamente il test di screening. Una delle strategie di provata efficacia nel promuovere l’adesione allo screening è l’invito attivo delle donne: dallo studio è risultato che il 58% (95% IC = 56%-60%) delle donne intervistate ha ricevuto l’invito a sottoporsi alla mammografia tramite una lettera inviata dall’ASL.
Aver ricevuto la lettera di invito dell’ASL è stata la motivazione principale all’effettuazione della mammografia nel 39% (95% IC = 37%-41%) delle donne intervistate (range tra lo 0% delle 8 ASL dove non erano ancora attivi i programmi di screening al momento delle interviste all’86% dell’ASL di Matera); il 32% ha riferito come motivazione principale l’iniziativa personale ed il 28% il consiglio di un medico. Ha effettuato una mammografia negli ultimi due anni solo il 21% di chi dichiara di non aver ricevuto né la lettera né il consiglio del medico, il 58% di chi ha ricevuto solo il consiglio del medico, il 66% di chi ha ricevuto solo la lettera e il 76% di chi ha ricevuto entrambi gli interventi. Questi risultati sottolineano la maggiore efficacia dei programmi di screening organizzati, nei quali la donna ha maggiori probabilità di ricevere sia la lettera d’invito sia il consiglio del medico. Infine l’86% (95% IC = 85%-88%) delle donne ha riferito di aver effettuato la mammografia in una struttura pubblica. I risultati dello studio PASSI avvalorano la necessità di un’offerta attiva della mammografia su tutto il territorio nazionale mediante programmi organizzati. I dati, infatti, sottolineano l’importanza della chiamata attiva per migliorare l’effettuazione della mammografia e del programma di screening organizzato al fine di aumentare la percentuale di donne che effettuano l’esame nei tempi e nelle modalità raccomandati. Fondamentale, inoltre, è l’apporto di medici di medicina generale, ginecologi e altri operatori sanitari nel raccomandare l’importanza di mammografie periodiche.
La necessità di avviare interventi mirati a migliorare l’offerta di screening oncologici efficaci sta ormai diventando una consapevolezza sia a livello nazionale che regionale, come documenta anche il recente Piano della Prevenzione; ogni Regione italiana ha pianificato le linee operative per realizzare e/o migliorate i programmi di screening oncologici sul proprio territorio. In questa ottica PASSI può rappresentare un utile strumento, oltre all’attuale sistema di monitoraggio basato sull’utilizzo di servizi per monitorare il grado di avanzamento e l’efficacia dei programmi messi in atto.
fonte: Centro Diagnostico SAN PIO via Minniti 77/a 74100