Prove di risveglio da un coma, lungo un anno (almeno)
14 Luglio 2013Immaginate, cari lettori, di essere possessori di un vano insistente di fianco alla casa di un vicino il quale, detetendo a sua volta il possesso del lastrico solare insistente sul vostro vano, vi ha costruito sopra; ricavando così un vano aggiuntivo per la propria abitazione, di dimensioni identiche a quelle del vano in vostro possesso.
Immaginate pure che voi e il vostro vicino siate un giorno andati al Catasto e, forti dei rispettivi titoli di possesso, abbiate accatastato ognuno a proprio nome i beni di cui stiamo parlando. La vita può così trascorrere tranquillamente e ognuno si gode i beni di cui è possessore. In pratica, né a voi e neppure al vostro vicino verrebbe mai in mente di poter confondere il proprio bene con quello altrui: sarebbe oltremodo chiaro che, pur insistendo i due beni sullo stesso pezzo di suolo, il piano terra è vostro e il piano sopraelevato del vostro vicino.
Bene. Tanta chiarezza concettuale diventa improvvisamente fonte di confusione e polemica non appena si smetta di ragionare tra privati possessori e intervengano il concetto di “bene comune” e un ente pubblico, che vada a sostituire uno dei due privati cittadini. Come mai? Proseguite nella lettura, ché ne scoprirete delle belle.
Si dà il caso che il Comune di Palagiano sia proprietario di una piazza sulla quale insistono due piccoli vani, di cui uno è precisamente nelle condizioni del vano immaginario finora descritto: sorge adiacente alla piazza, da un lato, e adiacente all’abitazione di un cittadino, dall’altro. Inoltre, lo stesso cittadino, risulta essere possessore del lastrico solare del suddetto vano e, in maniera del tutto legittima, vi ha costruito sopra un altro vano che è di propria esclusiva pertinenza.
Bene!, direte voi, siamo contenti per entrambi: per il cittadino, perché ha così potuto ampliare la propria abitazione; per il Comune, anche se non sappiamo bene perché. Ve lo suggeriamo noi il perché: in quel vano avrebbero potuto comodamente starci un paio di quelle moto che tanti grattacapi hanno provocato al Comune di recente.
Si dà però pure il caso che il vano del Comune non sia più del Comune. Lo era per certo, del Comune, fino a un paio di anni fa, quando fungeva egregiamente da deposito per pannelli e cabine elettorali. Quest’anno abbiamo invece scoperto che era nel frattempo, per così dire, “passato di mano”.
Recatici lì per prelevare pannelli e cabine, dopo che la ditta per la quale lavoriamo si era aggiudicata la gara relativa, abbiamo provato inutilmente ad aprire la porta solo per sentirci dire, dopo qualche tentativo andato a vuoto: “Mio marito ha provveduto a sostituire il bussolotto della porta, in quanto il vano è nostro.” Così informati circa la novità intervenuta, abbiamo debitamente informato chi ci aveva fornito la chiave e alcuni consiglieri comunale.
Risultato: a diversi mesi di distanza l’UTC, a sua volta informato da detti consiglieri, nella persona del suo responsabile, ha loro risposto di non essere ancora in grado di rintracciare la documentazione concernente l’accatastamento del vano in oggetto e, sentendosi replicare che sarebbe bastato produrre anche il “semplice” atto di progettazione della piazza, per avere ampia dimostrazione circa la proprietà comunale di quel vano, ha pensato bene di “consigliare” ai consiglieri di farsi curare una forma di “fissazione” che potrebbe diventare nel tempo perniciosa.
A questo punto, atteso che noi una “fissazione” l’abbiamo già – quella relativa ai rifiuti – e non volendo rischiare di incorrere a nostra volta nei preziosi consigli di cui è capace elargitore il responsabile dell’UTC, ci limitiamo a porre qualche domanda. Così, tanto per sapere; non certo per rischiare un TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) da parte di un sindaco che è pure medico.
1) Come mai il “passaggio di mano” si è dato proprio, presumibilmente, nel 2012? Anno di elezioni comunali a Palagiano, non dimentichiamolo.
2) Ammesso che l’accatastamento non sia mai stato eseguito, come mai risulta di somma difficoltà rintracciare anche soltanto il progetto di quella piazza? Che risale a pochi anni fa.
Espresse queste due banali domande, salutiamo in maniera particolarmente cara il Sindaco – ché vogliamo tenercelo buono, atteso che “non si sa mai…” – e il Responsabile dell’UTC – dei consigli del quale, non abbiamo difficoltà ad ammetterlo, sentiamo di poter tranquillamente fare a meno.
Giacomo Di Pietro e Mimmo Forleo
(La foto a corredo di questo articolo è proprietà di Palagianonline.it)