Quale Destra ?
5 Gennaio 2007A parziale scusante di barracuda giova ricordarne la giovane et?. Solo parziale, per?. Perch? un giovane che, citando Curcio, Elia, Faranda etc., dimostra di essere quantomeno informato sulla nostra storia non proprio recente, dovrebbe considerare un caposaldo irrinunciabile la conoscenza di Montanelli, tanto pi? se si dice di destra.
Dico questo non per dare addosso a barracuda che, lo ripeto, ? giovane, ma perch? il suo ?caso? ? esemplificativo di tanti altri che giovani non sono e che, se sommati, danno l?esatta percezione del cumulo di macerie sulle quali si ? adagiata la destra italiana. Che, incapace di scegliere tra il rinunciare alle antiche mitologie, sicuramente di facile presa ? come sanno esserlo solo i miti ? e di ancor pi? facile accatto, e la conversione ad un conservatorismo moderno (mi si perdoni l?ossimoro), di pi? difficile acquisto, non fosse altro che per l?impegno intellettuale che richiede; ha finito per trovare in Berlusconi l?unico trait d?union possibile.
Ora, sostenere che Berlusconi sia confacente ad un disegno politico conservatore inscritto in una tradizione genuinamente liberale ? come dire che i cavoli sono buoni anche a colazione. O lo si sostiene per celiare oppure, di cosa consista tale tradizione non se ne ha un?idea neppure vaga.
Tale problema, perch? di problema si tratta, non credo sia lecito considerarlo tutto interno alla destra. Non lo ? in quanto produce effetti riverberanti sulla situazione politica italiana in generale (coinvolgendo, tra l?altro, anche la cultura e talune scelte etiche, di cui diremo). Si tratta, inoltre, di un problema che caratterizza il panorama complessivo della destra italiana da tempo immemore e che si concretizza nella mancata presenza di un pensiero e di una classe realmente ?borghesi?. A tali deficit il mondo conservatore italiano ha cercato di ovviare talvolta ricorrendo alle fumisterie filosofiche di un Gentile o di un Croce, per esempio, talaltra, come accade ai nostri giorni, attingendo a man bassa dalla cultura pi? retriva, e meno contestualizzabile nell?ambito della tradizione liberale, che sia stata prodotta oltremanica: quella dei cosiddetti neocon o teocon che dir si voglia. Se ci si chiede, o si chiede, di quanto spazio hanno goduto o quanta influenza abbiano potuto esercitare su quel mondo le figure e il pensiero di un von Hayek o di un Nozick, tanto per fare due nomi, l?unica risposta ? probabile sia costituita da un?eloquente silenzio (e scusatemi ancora l?ossimoro). Ben si comprende allora il carattere surrogatorio dell?irrompere nell?attuale dibattito politico di temi confessionali: a testimonianza di una destra (ma la questione si pu? senz?altro estendere all?intera societ? civile) che sente di essere impari al proprio compito. Spingere sulla leva di un sentimento religioso ?integralista? pu? andar bene nell?Iran di Ahmadinejad (fino a un certo punto, per?; vista la reazione che si sta finalmente concretizzando), ma non mi pare molto in sintonia con una cultura, quella ?occidentale?, che ha assunto la lotta all?ipse dixit come proprio ?manifesto?.
Qualcuno dir? che evidenziando tale problema che assilla la destra italiana io abbia voluto intenzionalmente ?nascondere sotto il tappeto? i problemi che coinvolgono la sinistra alla quale, come dovrebbe essere notorio, ritengo di appartenere. Onde prevenire accuse di questo tipo, dir? che conosco bene quali altri spettri impalpabili si agitano da questo c?t?; e, non escludo di trattarne prossimamente. Resta comunque il fatto, nonostante l?ossessione berlusconiana a voler denunciare la persistenza di un immaginifico pericolo comunista, che la mancata evoluzione in senso credibilmente liberale della destra italiana, continua a costituire una delle maggiori anomalie, tra le tante che contraddistinguono il nostro Paese.
Mimmo Forleo