Quale Sinistra? Ovvero: ?revival? a sinistra
18 Gennaio 2007Il fatto ? che la politica vive di, si nutre e produce, significati simbolici. Il punto non ? tanto quanto i contendenti credano a tale conflitto, ma quanto ci creda il ?pubblico?; e, a tale proposito, quanto pi? si assottigliano le differenze di campo, tanto pi? si tender? ad amplificare, tramite i media, l?idea del conflitto (simulato).
Se si accetta questa ?lettura? dei fatti, si scopre che la politica attuale ? tutto un fiorire di ?conflitti d?interesse?: da quelli ?evidenti? del Cavaliere, a quelli meno evidenti e, per certi versi, ?inconfessabili? dei partiti politici. Questi ultimi, cessata l?era delle ?ideologie?, sentono come non mai il bisogno di apparire ?differenti? ad ogni costo. Casi emblematici, di tale bisogno, se ne possono individuare a iosa: la Lega, con il suo richiamarsi ad una presunta tradizione ?celtica?, i partiti ancora sedicenti ?comunisti?, una destra che corre ancora dietro i ?miti?.
Voglio dire che l?agenda delle discussioni ? pesantemente ipotecata dai partiti. Anche su temi che riguardano, o dovrebbero riguardare, ognuno di noi, indipendentemente dalla nostra collocazione politica, i ?condizionamenti? derivanti da tale ipoteca si rivelano irresistibili.
Questo gioco ?delle parti? a sinistra assume una sua tipicit? particolare. La sinistra ? forse l?unica parte politica che continui ad avere un ?popolo?. Vi sarebbe anche la Lega, ma il popolo leghista ? vario; non ? possibile, cio?, identificare con certezza un unico elemento che possa caratterizzarlo anche al di l? della battaglia politica in corso. Detto diversamente: di sinistra ?si nasce?, leghisti ?si diventa?. Ebbene, dicevamo del popolo di sinistra. Ci si sarebbe aspettato un suo sciogliersi ?come neve al sole? dopo le tremende sconfitte che la sinistra (tutta) ha dovuto incassare sul piano storico; tale popolo, invece, ? ben vivo e presente. Paradossalmente, anzi, ? possibile notare: che maggiore ? lo smarrimento delle sue classi dirigenti, pi? forte ne risulta la sua ?forza? identificativa. Forza che si manifesta in forma di mobilitazione.
Sbaglierebbe chi dovesse confondere le attuali forme di mobilitazione con quelle del passato. Se un tempo la mobilitazione era il segno di una piena corrispondenza tra vertici e ?popolo di sinistra?, oggi si ? mutata in qualcosa da contrapporre all??inettitudine? dei vertici. Il suo aspetto complementare, non a caso, ? il disimpegno politico, agito come risposta al ?tradimento? ai valori della sinistra operato dai vertici.
La mobilitazione, quindi, ? espressione di un disagio. Il disagio manifestato dal ?popolo? verso le politiche dei ?suoi? vertici, a chi non viene in mente l?angosciata richiesta fatta da Nanni Moretti a D?Alema?: ??d? qualcosa di sinistra!?.
Da tempo ci s?interroga su come ?rispondere? a tale disagio. Al momento si conoscono due pseudo-soluzioni: una, adottata dal vertice di un partito, consistente nel riproporre una vecchia ?ricetta? con qualche ritocco (vedi ?Rifondazione comunista?); l?altra, fatta propria da buona parte del ?popolo di sinistra?, ? fede superstiziosa nell?iconografia di sinistra; fede che da tempo ha sconfinato nei territori dell?irrazionale per farsi mitologia (magliette con Che Guevara e giustificazionismo, oltrepassante anche il comune senso del ridicolo, nei confronti di Fidel Castro).
Il bello, tanto per dire, ? che sotto l?insegna di cotanto ?revival? accade che si realizzino amorose corrispondenze. Come in certi film succede che finiscano per mettersi insieme due personaggi scottati da precedenti delusioni.
Come dice bene Antonio Chiocchi, nella recensione al libro prima citato, ?siamo in presenza di risposte inadeguate ? perch? si ? pensato che la sinistra sia schizofrenicamente “scissa” dai valori di cui era stata storicamente portatrice. In realt?, la scissione pi? profonda non ? tra la sinistra e i valori delle sue tradizioni, ma tra questi valori e la storia ? si sono verificati nelle forze di sinistra processi di “svuotamento etico-culturale”. Ma ci? non ? avvenuto per la malvagit? o l'infedelt? del ceto politico che le dirigeva. Ancora pi? al fondo, l'etica e la cultura delle sinistre hanno conosciuto un progressivo processo di caduta di tensione, poich? superate dai tempi, i cui cimenti non sono pi? riuscite a sostenere, lasciando libero il campo alle forze e ai valori della conservazione. L'insufficienza delle classi dirigenti di sinistra, dunque, si ? palesata pi? rispetto al “nuovo” che in confronto al “vecchio”?.
Per il momento mi fermo qui. Sapete, c?? chi ha minacciato di non leggere pi? i miei post se la faccio lunga. Torner? a tediarVi tra non molto.
Mimmo Forleo