Re…e contadini
23 Agosto 2005Si ostinano a mescolare fasti e nostalgie, guardandosi alle spalle,
sopravvivendo “alla memoria”, immersi totalmente nella grazia degli antenati
ma incapaci di arrivarla, in quanto a nobilt? d'animo ed a volont?. Nobili,
retrocessi a “snob”.
Il nobile e il contadino sono ugualmente sovrani sul proprio suolo, in onore
della Tradizione, delle Radici, degli Antenati; con una sola differenza da
allora : tutti due, ora, il sangue lo versano insieme e l'uno dipende
dall'altro e viceversa.
Coltiviamo la Terra, cos? come coltiviamo la Storia, con amore e sacrificio,
col nobile intento di rendere fertili l'una e l'altra, per il sostentamento
dello spirito dei figli dei nostri figli, ai quali non deve essere negata la
propria storia, il senso di appartenenza, il lignaggio.
Ecco che Dissodare il terreno ? compito duro ma ? anche un'arte,
alchemicamente parlando, nella piena armonia con la natura della Terra e dei
suoi elementi. Non si possono piantare aiuole ove crescono solo rape;
occorre accontentarsi delle rape! Ogni quercia nasce da una ghianda ed a
nessun comune mortale ? dato tutto il tempo per assistere al prodigioso
mutarsi di un seme nel maestoso albero. L'importante ? l'aver seminato e
vivere nel desiderio della quercia che verr?…e la quercia fioccher? altre
ghiande, come i blasoni di ieri hanno prodotto i nuovi contadini di oggi
che, senza pi? elmo n? spada ma con vanga e aratro, si sono sostituiti ( con
un briciolo di stile in pi?, forse) ai loro ruspanti sottomessi,
probabilmente nella giusta mistura di sangue e di suolo, prestando
attenzione e facendo conoscenza con madre Terra, Nostra Patria.
Per molti nobili, oggi, “terra” non ? pi? solo un quadrato di confini tra un
feudo e l'altro, un vessillo di colore diverso o una semplice questione di
propriet? ed affittanze.
C'? chi sul serio ha compreso che il risveglio di
antichi valori deve partire dal basso verso l'alto, dal pi? umile dei
compiti, quale quello di spezzarsi la schiena per proteggere ogni filo
d'erba, ogni spiga di grano, ogni profumato giglio nella notte estrema.
E c'? chi, al di l? dei “ricchi premi e cotillons” di antichi privilegi,
rispolverati in questa fasulla societ? dell'immagine, desidera seriamente
privare dell'ignobile etichetta di “parassita” l'olografica immagine della
Nobilt?.
Il nobile di sangue e di suolo, a prescindere dagli illustri natali, ?
costretto ad un viaggio interiore nel passato del “magus” rinascimentale che
ben coniugava la propria cultura con la sua semplice essenza umana, che
cercava l'equilibrio perfetto della propria natura nella Natura –
sopravvivendo “alla memoria”, immersi totalmente nella grazia degli antenati
ma incapaci di arrivarla, in quanto a nobilt? d'animo ed a volont?. Nobili,
retrocessi a “snob”.
Il nobile e il contadino sono ugualmente sovrani sul proprio suolo, in onore
della Tradizione, delle Radici, degli Antenati; con una sola differenza da
allora : tutti due, ora, il sangue lo versano insieme e l'uno dipende
dall'altro e viceversa.
Coltiviamo la Terra, cos? come coltiviamo la Storia, con amore e sacrificio,
col nobile intento di rendere fertili l'una e l'altra, per il sostentamento
dello spirito dei figli dei nostri figli, ai quali non deve essere negata la
propria storia, il senso di appartenenza, il lignaggio.
Ecco che Dissodare il terreno ? compito duro ma ? anche un'arte,
alchemicamente parlando, nella piena armonia con la natura della Terra e dei
suoi elementi. Non si possono piantare aiuole ove crescono solo rape;
occorre accontentarsi delle rape! Ogni quercia nasce da una ghianda ed a
nessun comune mortale ? dato tutto il tempo per assistere al prodigioso
mutarsi di un seme nel maestoso albero. L'importante ? l'aver seminato e
vivere nel desiderio della quercia che verr?…e la quercia fioccher? altre
ghiande, come i blasoni di ieri hanno prodotto i nuovi contadini di oggi
che, senza pi? elmo n? spada ma con vanga e aratro, si sono sostituiti ( con
un briciolo di stile in pi?, forse) ai loro ruspanti sottomessi,
probabilmente nella giusta mistura di sangue e di suolo, prestando
attenzione e facendo conoscenza con madre Terra, Nostra Patria.
Per molti nobili, oggi, “terra” non ? pi? solo un quadrato di confini tra un
feudo e l'altro, un vessillo di colore diverso o una semplice questione di
propriet? ed affittanze.
C'? chi sul serio ha compreso che il risveglio di
antichi valori deve partire dal basso verso l'alto, dal pi? umile dei
compiti, quale quello di spezzarsi la schiena per proteggere ogni filo
d'erba, ogni spiga di grano, ogni profumato giglio nella notte estrema.
E c'? chi, al di l? dei “ricchi premi e cotillons” di antichi privilegi,
rispolverati in questa fasulla societ? dell'immagine, desidera seriamente
privare dell'ignobile etichetta di “parassita” l'olografica immagine della
Nobilt?.
Il nobile di sangue e di suolo, a prescindere dagli illustri natali, ?
costretto ad un viaggio interiore nel passato del “magus” rinascimentale che
ben coniugava la propria cultura con la sua semplice essenza umana, che
cercava l'equilibrio perfetto della propria natura nella Natura –