Ricordo di una TRAGEDIA
7 Settembre 2004
Un mese fa? Era Luned?, aveva iniziato a piovere,ma quel luned? la pioggia era insistente, battente, a carattere diluviale, diversa dagli acquazzoni estivi. Alle 9.30 del mattino Palagiano era allagato in alcuni punti:si trattava ancora solo di pioggia. Poi, ha cominciato a muoversi in una conca, sempre pi? veloce, pi? gonfia, un?onda d?acqua e fango. Scendevano da Mottola, Palagianello e Massafra. A mezzogiorno scantinati e pianterreni delle case erano gia inondati, e la marea di fango continuava ad ingrossare e ad assalire anche le case situate in pianterreni.
Le strade erano percorse da fango, le persone in preda al panico e molte gi? fatte evacuare dalle abitazioni.
In campagna saltavano ponti, strade, il fango seppelliva coltivazioni, vigneti, mentre l?onda di piena trascinava, con recinzioni, anche il terreno fertile, lasciando sterpaglie, pietrame, rottami…
Nel paese, gi? delle 13.10 mancava la luce.Non c?era via di comunicazione! I telefoni fissi erano isolati, le campagne impedivano di entrare ed uscire dal paese perch? ormai erano allagate.
08/09/2003,la giornata pi? lunga e triste di Palagiano: un paese isolato dal mondo, ripiombato in un piovoso e cupo Medio Evo.
Sono stati molti gli aiuti dalle forze dell?ordine?: Il fango ? stato placato, masserizie e mobili molto danneggiati sono stati buttati nelle discariche,le strade di campagna sono state pi? o meno ripristinate (usati ventimila quintali di brecciolini [pietruzze] ). Per i ponti nulla da fare?
Gli agricoltori hanno cercato di rimettere in ordine i campi, anche se i danni ad agrumeti e oliveti sembravano meno devastanti e totali di quanto era apparso nei primi giorni.
Nulla da fare per i vigneti che sono stati quasi tutti spiantati.
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CAUSE DELL?ALLUVIONE
Un simile fenomeno non si verificava dall?10/1966, quando, un?altra alluvione fece uscire dall?alveo l?acqua di canali, fiumi e laghi ma non si ebbero tali saccheggianti conseguenze.
Circa trentasette anni fa il territorio che era meno fornito di strutture e infrastrutture, non era stato ancora fortemente manomesso dalle attivit? dell?uomo.
Le cause sono molte, ma tutte legate con un filo conduttore:la perdita della relazione tra uomo e ambiente. Caratteristica delle nostre campagne era un manufatto, il muretto a secco, con le sue molteplici funzioni, tra le quali anche quella di ostacolo al movimento dell?acqua superficiale e della terra.
Oggi, pochissima gente si occupa della terra, anche a causa delle scriteriate politiche agricole e quindi sempre pi? gente ? completamente disinteressata alle sorti del territorio.
Ai fenomeni di abbandono e disinteresse si ? accompagnato un fenomeno altrettanto negativo di agricoltura esasperata.
L?arco ionico occidentale ? un unicum geologico e ambientale che, partendo dai solchi gravinali degrada dolcemente a valle attraverso la fitta rete delle Lame, da cui originano i fiumi costieri che attraversano dune e pinete:un ecosistema irripetibile, dal delicato equilibrio ecologico, in cui la naturale rete di scolo e drenaggio delle acque si ? conformato nel corso di millenni. L?uomo ha sconvolto tutto questo! Canali naturali addirittura ?gravinole? colmate e coltivate; Lame ormai completamente coltivate o addirittura interessate da costruzioni. A completare il dramma, la mancata o scarsa manutenzione della rete di scolo e allontanamento delle acque meteoriche con conseguente ostruzione dei canali che sono quindi straripati con anticipo e con maggior irruenza.
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Il Territorio
Il territorio di Palagiano si presenta come uno stivaletto con la base immersa nel mare jonico ed ha un?estensione di 6.915 ettari con oltre 16mila abitanti.
Fino al 1908 comprendeva anche la frazione di Palagianello, che da allora ? diventato Comune autonomo.
Confina con Mottola (nord), con Massacra(est), Palagianello (nord-est), con Castellaneta (sud-ovest) e con il Mar Ionio (sud).
LA fascia litorale, lunga circa 7km, ? caratterizzata:
-Da una duna marina sabbiosa;
-Da una pineta, per buona parte, demaniale ed integra, con una larghezza tra 250m e 2.000m.
Da una piana irrigua ad utilizzo generale agrario.
Morfologicamente il territorio e pianeggiante ed ? costituito da una base alluvionale e paludosa, degradante verso il mare, partendo da quota 70m fino a quota 0m slm con un andamento leggermente ondulato.
E? solcato da due fiumi: il Lenne e il Lato.
Inoltre sono presenti due lame, denominate Lama di Lenne e Lama di Vite.
Il clima in tutto il territorio ? caratterizzato da scarsa piovosit? con precipitazioni che raramente superano i 650mm annui, addensati, per altro nel periodo autunno-inverno, come rilevansi dall?esame dei dati pluviometrici dall?Osservatorio meteorologico di Taranto.
Piuttosto frequenti risultano i periodi siccitosi, che dalla primavera si protraggono all?autunno inoltrato. Quasi sempre le precipitazioni hanno carattere temporalesco con piogge battenti, il terreno che costipano e favoriscono l?assorbimento nelle lame. I venti pi? frequenti sono quelli di tramontana e di scirocco e le grandinate, il periodo estivo e con le gelate marzoline, risultano dannose per le colture.
La circolazione idrica superficiale ? molto ridotta per la scarsit? meteorica sui pendii e per la natura dei terreni di rapido assorbimento. Per tanto si rinvengono falde superficiali nelle zone di natura argillosa, mentre quelle pi? profonde godono di una portata idrica maggiore, tanto da essere sfruttata da pozzi freatici (con norie o ng?gne) e da sorgenti (come quelle di Trovara e di Calzo).
Il territorio circostante, carsico, ? caratterizzato da doline, grotte e gravine.
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Le Paludi
Le aree paludose accolgono moderati tributi torrentizi delle gravine di Laterza, di Castellaneta e di Palagianello, si allargano in pianura nelle Lame, ma appare determinante l?alimentazione continua di numerose fonti sorgive , attive ancora oggi.
Ci? favorisce molta fertilit? dei terreni dovuta all?idrografia dell?entroterra, che spinge l?attivit? delle colture agricole al mare, corrodendo persino le pinete litoranee senza risparmiare molte plaghe (paludi) acquitrinose, dove i singoli proprietari curarono personalmente e a proprie spese il funzionamento e la manutenzione di una fittissima rete di cabalette, con la duplice funzione di drenaggio e di irrigazione.
Le zone sono state bonificate in pratica soltanto nei primi decenni di questo secolo.
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Le gravine
Il sistema delle Gravine ad ovest di Taranto solca i gradini delle Murge fino a divenire larghe ?lame con acqua? nella Piana compresa fra Taranto Ginosa Marina. Nelle gravine e nelle aree verdi ad esse interposte vi sono specie vegetali rare di origine balcanica che hanno l?estremo occidentale del loro areale di diffusione all?interno del territorio dell?area parco. Sono specie balcaniche fra le quali rivestono particolare interesse naturalistico e biogeografico. Da Ginosa a Martina ? presente senza soluzione di continuit? un bosco di Fragno,specie arborea che vive in Italia soltanto in Puglia ed in questa regione presenta i principali addensamenti boschivi nell?area murgiana di Massafra, Mottola,Martina Franca,Castellaneta e Ginosa. Presenze faunistiche di notevole interesse rifugiate nei recessi pi? inaccessibili delle gravine: ricordiamo unico fra tutti Capovaccaio presente e nidificante nella gravina di Laterza.
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Le Lame
L?agro palagianese ? attraversato da lame: lama di Lenne e lama d?uva-di vite.
Si tratta di depressioni superficiali erosive, originate dagli scoli meteorici, in direzione nord-sud nella piana alluvionale.
Sono con sezione trasversale aperta e per questo si differenziano dalle gravine (pi? profonde, strette e con pareti ripide).
In genere i pendii delle lame vengono sfruttati ad uso agrario con coltura possibilmente mista tra vigneti , tendoni, agrumeti, che vengono piantati nello stesso fondo.
Solo in qualche zona pi? accidentata si conservano resti della vegetazione spontanea di canneti o di macchia mediterranea che un tempo, non molto lontano, dovevano interamente ricoprire il paesaggio.
Tuttavia nelle Lame (ed in quella di Lenne in particolare) s?assiste con sempre maggiore angoscia al sistematico fenomeno di saccheggio ambientale con le cave di estrazione dei materiali sabbiosi e sabbio-ghiaiosi molto utilizzati in edilizia per formare conglomerati cementiti.
Inoltre ? abbastanza diffuso l?impiego anche in agricoltura del terriccio della Lame, chiamato popolarmente ?volpino? o?terra calda? e, quindi destinato ad arricchire terreni freddi per determinate colture.
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La risorsa suolo
Anche il suolo rappresenta un?importante risorsa naturale che, negli ultimi anni,si sta degradando,minacciata dalla desertificazione e dall?erosione. Le principali cause della desertificazione sono:
– la deforestazione;
– l?agricoltura intensiva;
– l?eccessivo sfruttamento dei pascoli;
-la mancanza di irrigazione.
La desertificazione minaccia oggi vaste zone della terra :il 29.7% delle terre emerse, formato da terre aride e semi aride,si sta trasformando in deserto , compromettendo l?esistenza di 900 milioni di persone che ricavano dalla terra il necessario per la loro sussistenza.
Il 40% di queste terre ? costituito da campi coltivati, avendo perso lo strato fertile e quindi le riserve di sostanze nutritive,sono diventati sterili; la parte rimanente ? formata da pascoli nei quali,per l?eccessivo sfruttamento,il suolo risulta degradato ? inutilizzabile. L?erosione del suolo, soprattutto nei paesi sviluppati,e provocata anche da una cattiva gestione del territorio. Per costruire le strade, case, industrie vaste zone vengono disboscate, privando il suolo della copertura vegetale che gli garantisce la naturale protezione.
L?acqua , non pi? assorbita dalle piante ,scorre velocemente sul territorio, causando frane e inondazioni spesso disastrose.
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Gli interventi dell?uomo sul territorio
La desertificazione del suolo pu? dipendere da cause naturali o da errati interventi dell?uomo. In alcune regioni del pianeta con clima arido l?estensione dei suoli coltivabili si riduce perch? essi perdono fertilit? e si trasformano in suoli desertici, inadatti sia alle coltivazioni sia al pascolo: questo fenomeno ? noto con il nome di desertificazione e porta a un avanzamento del confine dei deserti (nel Sudan; il deserto avanzato di oltre 100km tra il 1950 e il 1975).
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L?acqua: una risorsa da tutelare e controllare
L?acqua ? una risorsa rinnovabile: lo studio del ciclo dell?acqua ha messo in luce come la quantit? di riserve idriche dal pianeta rimanga sostanzialmente invariata nel tempo.
Le riserve totali di acqua dolce vanno ben oltre le esigenze di tutte le popolazioni attuali e di quelle future.
Gran parte dei problemi legati all?approvvigionamento dell?acqua da parte dell?uomo dipendono da una distribuzione ineguale di questa preziosa risorsa sul nostro pianeta.
Sappiamo che ogni anno, nel mondo, muoiono milioni di persone a causa della scarsit? di acqua, o di malattie da essa trasmesse ( colera e varie forme di dissenteria), ma dagli abitanti dei paesi industrializzati la disponibilit? di acqua viene data per scontato; si consumano decine di litri di acqua pro-capite al giorno in pi? rispetto alle reali esigenze, per mancanza di una abituata educazione al risparmio idrico.
L?acqua di cui necessita l?uomo della societ? moderna ? destinata a tre usi principali: nutrizionale e domestico, agricolo e industriale.
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Intervento dell?uomo sulle acque
L?inquinamento ? una parola che indica ogni modificazione delle caratteristiche naturali di una zona, causata, in parte, o completamente, dalle attivit? umane.
In queste condizioni di ambiente alterato si creano squilibri nelle comunit? biologiche perch? alcune popolazioni riescono a sopravvivere con particolari adattamenti, altre scompaiono.
L?inquinamento delle acque marine e quello delle acque continentali sono strettamente collegati fra loro perch? tutte le acque che scorrono sulla superficie terrestre ed in profondit? giungono, attraverso i corsi d?acqua al mare.
Le principali cause dell?inquinamento delle acque sono:
gli scarichi urbani;
gli scarichi industriali;
le acque utilizzate in agricoltura;
il petrolio;
le scorie radioattive.
Secondo stime recenti il problema interessa circa il 17% delle terre emerse (una superficie pari al territorio dell?India e della Cina), soprattutto nei paesi del sud del mondo, dove un mancato raccolto significa spesso carestia .
Le cause di questo fenomeno possono essere naturali, per esempio eccezionali periodi di siccit? , ma vi sono anche quelle provocate dalle attivit? umane, quali l?intenso sfruttamento agricolo del suolo e il pascolo eccessivo: soprattutto questi ultimi hanno accelerato il processo di desertificazione negli ultimi decenni.
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La carta europea dell?acqua
Non c?? vita senz?acqua. L?acqua ? un bene prezioso, indispensabile per tutte le attivit? umane.
Le disponibilit? di acqua dolce non sono inesauribili. E? dispensabile preservarle, controllare e, se possibile, accrescerle.
Alterare la qualit? dell?acqua significa nuocere alla vita dell?uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono.
La qualit? dell?uomo deve essere mantenuta in modo da poter soddisfare le esigenze delle utilizzazioni previste, specialmente per i bisogni della salute pubblica.
Quando l?acqua, dopo essere stata utilizzata, viene restituita all?ambiente naturale, deve essere in condizioni da non compromettere i possibili usi dell?ambiente, sia pubblici che privati.
La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, ? essenziale per la conservazione delle risorse idriche.
[?]
10 L?acqua ? un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno ha il dovere di economizzarla e di utilizzarla con cura. [?]
12. L?acqua non ha frontiere. Essa ? una risorsa comune la cui tutela richiede la cooperazione internazionale
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QUALI POSSIBILI SOLUZIONI?
La difesa dalle alluvioni viene realizzata con tre sistemi diversi in base alle configurazioni locali:
_costruzione di argini artificiali che consentono di rialzare le sponde del corso d?acqua. Sono per lo pi? costituiti da terrapieni eventualmente impermeabilizzati con uno strato superficiale di asfalto. In genere vengono costruite serie di argini di varia altezza per frenare piene di diversa entit?;
_individuazione di casse di espansione, ovvero di aree circostanti il corso d?acqua che possano fungere da serbatoi di accumulo dell?acqua durante le piene. Attraverso canalizzazioni, l?acqua viene in seguito fatta refluire nel fiume. E? un sistema poco usato in quanto ? costoso e necessita della disponibilit? di vaste aree intorno al fiume non utilizzate per altri scopi;
_messa in opera di canali scolmatori che partono dal corso d?acqua e raggiungono un altro serbatoio naturale, che pu? essere un fiume, un lago o il mare. Questi canali vengono aperti quando la portata del corso supera i livelli d guardia stabiliti; in questo modo l?acqua in eccesso viene deviata.
Oltre a tutti gli interventi citati,a difeso da frane e alluvioni, ? necessaria una prevenzione a monte, costituita da uno studio accurato del territorio atto a individuare quelle aree che sono a rischio dal punto di vista idrogeologico, in modo da pianificare meglio il territorio, evitando di edificare nelle zone ad alto rischio, e approntare una adeguata difesa nelle altre.
Lavoro consegnato a Palagiano.net da Mappa Armando e D?Onghia Piero
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INDICE BIBLIOGRAFICO
TITOLO : ?SCIENZE DELLA NATURA? AUTORI: ?E. PORZIO O. PORZIO? CASA EDITRICE : ?MARKES?.
TITOLO : ?SCUOLA E DIDATTICA? CASA EDITRICE : ?LA SCUOLA?.
TITOLO : ?ARCHEOGRUPPO 2? AUTORI : ?E. JACOVELLI? CASA EDITRICE : ?LA TECNOGRAFICA (MASSAFRA).
TITOLO : ?CRONACA DI TARANTO (MERCOLEDI 8 OTTOBRE 2003)? CASA EDITRICE : ?LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO?.
TITOLO : ?ARCHEOGRUPPO 3? AUTORI : ?E. JACOVELLI? CASA EDITRICE : ?LA TECNOGRAFICA (MASSAFRA)?.
TITOLO : ?PALAGIANO? AUTORI : ?FERNANDO LADIANA? CASA EDITRICE : ?LA CRIPTE?.
TITOLO : ?AMBIENTE? AUTORI : ?E. NICOLETTI, P. PERETTI, G. SOMASCHI? CASA EDITRICE : ?CEDAM?.