SAPERE È POTERE.
17 Febbraio 2015
<<Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.>> Parole di cui oggi, Rita Borsellino, si fa testimone. Una donna, settant’anni e una grande forza. Settant’anni che a quattrocchi con i ragazzi delle scuole il giorno 13/02/2015 presso il Palazzo della Provincia, a Taranto, si annullano. E non ha più un’età, Rita. E’ passato, presente, futuro. E’ ricordo, coraggio, speranza. Una donna,settant’anni e una grande voglia di fare. Con ventitré anni di incontri con i giovani di tutte le età, è lei stessa promotrice di un cambiamento che sostiene avverrà grazie alle nuove generazioni. Si ritiene infatti soddisfatta della mentalità e del prodotto che esce fuori dagli incontri nelle scuole. Rita parla di Paolo, uno spirito libero, dell’amicizia con Giovanni Falcone, e parla del magistrato Borsellino, riservato ma sempre con il pensiero rivolto alla serenità dei suoi famigliari, della stretta collaborazione con il dottor Falcone, e alla fine rimane sempre Paolo. Rita parla dell’agenda scomparsa, del procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Palermo Pietro Giammanco, della trattativa Stato-mafia. La mafia che non è un anti-stato, ma uno Stato dentro lo Stato. La metamorfosi da una mafia stragista ad una mafia nascosta è stata immediata e scontata. Basti pensare al passaggio dalla frase “Mafia? Quale mafia?” ai cori delle centinaia di migliaia di persone che urlavano “vigliacchi” al funerale del giudice Falcone, e le motivazioni di questa trasformazione risultano evidenti. Opinione pubblica, il midollo da cui la mafia parassita succhia il sangue per sopravvivere. Consenso popolare, controllo della società. E quali le armi migliori se non politica ed economia? Soldi, potere, controllo. Un trinomio perfetto per mantenere il controllo dietro le quinte e dare lo spettacolo desiderato. E quindi addio tritolo, addio sparatorie, addio caos. Meno si parla di mafia e mafiosi e meglio è. Meno si parla e meno la si conosce. Perché loro lo sanno, Rita l’ha detto, ma noi già sapevamo che <<Solo chi conosce può scegliere.>>.
Caterina Nicolini
Presidio Libera Palagiano Giovanbattista Tedesco
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“La schiavitù è schiavitù, sia essa volontaria od involontaria; le sue caratteristiche non vengono alterate dalla natura dell’ente che la esercita. Un uomo è in stato di schiavitù quando tutti i suoi diritti sono sottoposti all’arbitraria discrezione di qualsiasi organizzazione al di fuori di sé stesso; quando la sua vita, la sua libertà, la sua proprietà e la completa direzione delle sue attività sia passibile di arbitraria ed irresponsabile confisca in ogni momento – e questa sembra essere esattamente la relazione che ho notato esistere tra l’individuo e lo Stato”
(Albert Jay Nock, “Life, Liberty, and…”, Marzo 1935, in “Scribner’s Magazine”)
Adesso voglio proprio sperare che a qualcuno non venga in mente di definire mafioso pure Nock, non avendo argomenti validi coi quali obiettare.
Mimmo Forleo