Scienza o irrealt???
30 Giugno 2005Sembra uno scenario inverosimile, degno di film come “Linea Mortale” pi? che della scienza. Eppure, l'istituzione che sta dietro questa ricerca ai limiti della realt? ? assolutamente rispettabile: il Safar Center for Resuscitation Research, fondato da Peter J. Safar, universalmente riconosciuto come l'inventore della respirazione bocca a bocca e della rianimazione cardiopolmonare. Un uomo che davvero ha contribuito a riportare in vita migliaia di persone inesorabilmente destinate all'aldil?. Ma l'impresa dei suoi seguaci appare ancora pi? estrema.
Gli scienziati di Pittsburgh hanno preso un gruppo di cani, hanno svuotato le loro vene e hanno sostituito il sangue con una soluzione salina a 7 gradi centigradi di temperatura. In questo modo, hanno indotto negli animali uno stato di morte apparente: niente respiro, nessuna attivit? cardiaca, nessun segnale cerebrale. Dopo tre ore in queste condizioni, hanno ripompato il sangue nel corpo delle bestie che, stimolate con elettroshock e ossigeno per rimettere in moto cuore e polmoni, hanno ripreso a vivere, apparentemente senza alcun danno agli organi vitali.
“Condizioni simili si creano gi? nel caso di particolari operazioni chirurgiche”, spiega a Repubblica.it il dott. Sergio Pintaudi, primario di Anestesia e Rianimazione all'ospedale “Garibaldi” di Catania. “Nella cardiochirurgia, ad esempio, l'anestesia permette di ridurre di molto l'attivit? cerebrale, inducendo per lungo tempo uno stato di narcosi estremamente profondo. Ma non si pu? parlare di morte cerebrale: in quel caso, sono le cellule dell'encefalo che iniziano a morire, e da quello stato non c'? ritorno”.
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L'esperimento americano non mancher? di sollevare perplessit? e proteste di natura etica e morale. Alcune organizzazioni animaliste hanno gi? espresso il loro rifiuto nei confronti di questo genere di studi. “Bisogner? capire gli scopi di questa sperimentazione”, osserva Pintaudi. “Ottenere di riportare in vita cellule morte, ad esempio, sarebbe un risultato di straordinaria importanza”.
I ricercatori del Safar Center conducono i loro studi per indagare la possibilit? di interventi in situazioni estreme, ad esempio su persone che abbiano perso ingenti quantit? di sangue. Sperimentazioni di questo genere sono viste con estremo interesse dai militari: con la tecnica di Pittsburgh si potrebbe iniettare la soluzione gelata nelle vene di soldati seriamente feriti e lasciarli inerti a lungo, in attesa di soccorsi, senza che i loro organi vitali risultino compromessi.
Ma c'? gi? chi teme usi meno ortodossi del sistema: qualcuno in cerca di esperienze forti potrebbe sottoporsi al trattamento per un viaggio di tre ore nell'aldil?. Per scenari fantascientifici di questo tipo, comunque, bisogner? attendere almeno fino al 2015, la data indicata dagli scienziati per l'inizio della sperimentazione sull'uomo.
Orrendo, sono sconvolto. Pensate se il Cavaliere si fa iniettare la soluzione salina e si fa risvegliare tra 30 anni.
Vito Pesare
il “Cavaliere gelificato”……