Se non ora, quando?
4 Giugno 2004Soltanto grazie a loro si ? potuto pensare un futuro diverso dalla guerra che aveva devastato l?Europa.
Oggi l?Irak ? lo specchio degli orrori che l?Impero rovescia sul mondo:
sfruttamento selvaggio, devastazione ambientale, torture e detenzioni arbitrarie, i civili come bersaglio degli eserciti. Come associazione e come collettivit?, nel nostro tentativo di essere l? dove si resiste a quest?ordine ingiusto abbiamo capito chiaramente che in tutti i conflitti in corso, c?? sempre una parte che ha diritto a resistere, l?umanit? in tutte le sue espressioni, indipendentemente dalla cultura, dalla religione o dal colore della pelle.
Abbiamo svelato gi? lo scorso giugno con la carovana che voleva attraversare l?Iraq e la Palestina che la non collaborazione con gli occupanti e la resistenza attiva sono quanto pi? fa paura ai signori della guerra.
Oggi l?Irak ? il punto nevralgico in cui si sperimenta la guerra del secolo appena iniziato: armi letali usate sui civili, eserciti privati, uso sistematico della menzogna e della manipolazione mediatica, degradazione del nemico e ripristino dell?uso sistematico della tortura.
Il 4 giugno, a Roma e contestualmente in tutta Europa, sar? il momento per
dire ora basta ! Per affermare che solo a partire dall?affermazione del diritto a resistere, e dalla pratica concreta della resistenza alla guerra, in Europa come in Iraq, in Afghanistan, Palestina, e in ogni scenario della guerra globale, ? possibile construire un presente di pace e di diritti. L?alternativa ? l?orrore quotidiano a cui ci stiamo abituando.
per
dire no alla partecipazione dell?Italia alla guerra, tanto contro la presenza militare, quanto contro quella economica con la partecipazione di molte imprese italiane nella cosiddetta ricostruzione.
per
dichiarare ancora una volta, forti della memoria delle lotte per la liberazione del nostro paese e delle attuali lotte del movimento globale, Roma ?citt? aperta? e resistente alla guerra e al fascismo, ed a bandire la presenza di criminali di guerra come il G. W. Bush.
Vittime di un vile terrorismo.
Ricordiamoci,quando sfiliamo, di condannare qualsiasi espressione di violenza.
Lifeinweb.