Segregata in casa da oltre 30 anni

19 Gennaio 2006 Off Di Life

Le domande che ci si pone sono le pi? immediate: come ? stato possibile il silenzio dei familiari (che solo oggi hanno denunciato il caso), dei vicini di casa, com?? possibile che i servizi sociali e anche le organizzazioni che sul territorio si occupano di prendere in carico le problematiche legate alla disabilit? non sapessero? La sede pescarese dell?Anffas, che da cinque anni gestisce un centro diurno rivolto a giovani con ritardo intellettivo e psichico, si pone le stesse domande. Dall?associazione aggiungono che molte famiglie non accettano la diversit? dei propri figli o parenti, anche se negli ultimi anni la situazione ? migliorata. Di persone che vivono isolate, che i servizi sul territorio non riescono ad intercettare, ce ne sono ancora, e ci sono ancora ragazzi non inseriti nella scuola? in ogni caso, la vicenda merita  una riflessione pi? attenta. Bisogna cercare di guardare pi? da vicino la vicenda, e cercare di andare al di l? del grido, legittimo, allo scandalo di queste ore. A volte le difficolt? che, specie in una societ? come la nostra, portano all?isolamento possono aprire la strada a conseguenze molto tragiche. In questo caso ? evidente valutare il disturbo della madre e della famiglia in cui Giuseppina si ? trovata a vivere. A partire dal caso eclatante di segregazione di Pescara, evidenzia come ci siano ?a tutt?oggi famiglie che tengono i figli in casa, che non usano i servizi, e succede al Nord come al Sud Italia. Non possiamo parlare solo di prigionia o di segregazione. In realt? molte famiglie continuano ad ignorare le opportunit? di crescita e di socializzazione offerte ad esempio dalle parrocchie,dalla scuola oppure dai centri diurni. Intercettare queste solitudini sembra assai difficile. Molte persone disabili, molti figli, non sono conosciuti, i parenti li tengono in casa: molti di essi non stanno male, magari  vivono anche in case comode, ma non c?? il minimo sforzo per agevolare l?integrazione. E questo succede non necessariamente in famiglie povere e senza cultura, ma anche in famiglie abbienti. Fusani, il presidente dell?Anffas milanese commentando la notizia  ha affermato( fonte Anffas): ?Ancora oggi, , non ? difficile imbattersi in amministratori che addirittura ignorano le normative vigenti in favore delle persone affette da disabilit?. No si fa fatica a capire, in questi contesti, in che condizioni di solitudine si possa venire a trovare la famiglia?.

Coordinatore Centro diurno
Pagliara Nunzio