Sulla necessità di adottare urgenti interventi da parte della regione Puglia per il reale decollo del Parco delle Gravine.
4 Marzo 2021La pubblicazione della CNAPI (Carta Nazionale Aree Potenzialmente Idonee) per la realizzazione del Deposito Unico Nazionale delle scorie nucleari ha riproposto con forza l’importanza delle Aree Protette.
In Provincia di Taranto il sito individuato in territorio di a Laterza lambisce il Parco regionale Terra delle Gravine, la cui istituzione nel 2005 è stata accidentata da richieste di esclusione di aree significative, determinando un perimetro estremamente frastagliato. Uno sguardo diverso, ispirato alla sostenibilità, avrebbe determinato un dimensionamento più adeguato, avrebbe evitato ulteriori gravi impatti ambientali e, adesso, scongiurerebbe il rischio di ospitare scorie nucleari. Anche per questo, sarebbe auspicabile che i Comuni, ad iniziare da quelli di Laterza e Ginosa, si adoperassero per l’inclusione nell’area Parco delle zone di pregio a suo tempo escluse.
Il Parco è uno strumento normativo che coniuga la tutela delle preziose peculiarità del territorio con il mantenimento e lo sviluppo delle attività umane sostenibili e potrebbe essere uno dei pilastri su cui basare un nuovo modello di sviluppo della provincia ionica, già duramente colpita dal pesante impatto su salute e ambiente. dell’inquinamento industriale
Quello della “Terra delle Gravine” è il Parco Regionale più esteso della Puglia (circa 25.000 ettari) caratterizzato dalla presenza di gravine ed aree dall’inestimabile valore paesaggistico, ambientale, naturalistico, storico, archeologico e culturale. Esso vanta ricchezze naturalistiche e fenomeni carsici senza pari in Europa, eccezionali testimonianze della Civiltà Rupestre e uno straordinario patrimonio di biodiversità. Nella zona 1 sono incluse le aree che necessitano di maggiore tutela mentre nella zona 2 sono ricomprese le zone con la presenza delle tradizionali attività antropiche.
Nonostante decenni di battaglie per giungere alla sua istituzione (L.R. n° 18 del 2005), il Parco è di fatto rimasto sulla carta per l’inerzia del suo Ente di gestione provvisoria, la Provincia di Taranto, che non ha proceduto all’istituzione degli Organi di gestione definitivi e all’adozione del Piano pluriennale economico sociale del Parco….e neanche all’impiego di fondi assegnati dalla Regione.
Oltre all’immobilismo non sono mancate azioni a tutela degli interessi dei cacciatori e tentativi di ridimensionare il Parco, da ultimo con l’approvazione della L.R. n° 52 del 1° dicembre 2017 che, con il pretesto di dare confini certi quali strade e muri a secco, obbligava a rivedere il perimetro entro 60 giorni. Era chiaro il tentativo delle lobby che si oppongono al Parco di attestarne i confini solo sulla zona 1, su beni come boschi e solchi gravinali, già ampiamente tutelati da molteplici leggi. Anche la necessità di tabellare il Parco non può essere il pretesto per riperimetrarlo in modo riduttivo, tenendo conto che la tabellazione fisica appare obsoleta, superata dalle attuali applicazioni che, tramite smartphone, segnalano i confini in modo affidabile e preciso. Del resto la stessa L.R. 21 aprile 2011 n. 6 recante “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 20 dicembre 2005, n. 18” statuiva che la nuova perimetrazione approvata dalla Giunta regionale sarebbe stata riportata sull’ortofoto digitale Sit Regione Puglia 2006.
Il tentativo di ridurre il Parco ai soli solchi gravinali è dannoso per la conservazione della fauna, che si sposta nel territorio per le esigenze del proprio ciclo vitale, ma è dannoso soprattutto perché impedisce di realizzare proprio quelle attività economiche sostenibili che un Parco favorisce ed incentiva.
Si dovrebbe ripensare il presente e il futuro di questo territorio, partendo da ciò che per millenni ne sono stati i punti di forza. Il Parco può contribuire a dare centralità alla Cultura in tutte le sue declinazioni: la storia, l’archeologia, l’arte, l’architettura, la natura, il paesaggio, la ruralità, l’agricoltura di qualità, l’artigianato, la tradizione culinaria ed enogastronomica. Taranto e la Terra delle Gravine eccelle in tutti questi aspetti.
Ma la L.R. 52/2017 introduceva anche un’altra novità: la gestione del Parco viene affidata a un Consorzio costituito dagli Enti Locali interessati. Sono passati 38 mesi, rispetto ai 2 previsti dalla legge, ma ad oggi nulla è accaduto!
Per tutti questi motivi, il COORDINAMENTO PROVINCIALE PER IL PARCO TERRA DELLE GRAVINE ha chiesto al Presidente Emiliano e alla neo-Assessora all’Ambiente Anna Grazia MARASCHIO un incontro per sbloccare la situazione di stallo, chiedendo – tra l’altro – la nomina immediata di un Commissario che si sostituisca all’inesistente Consorzio e alla inadempiente Provincia di Taranto (tuttora Ente di Gestione transitorio), la validazione dei sistemi informatici quale puntuale rilevamento dei confini del Parco, nonché l’adozione del Regolamento delle Aree contigue al Parco.
Il Coordinamento Provinciale
per il Parco delle Gravine
Marinella Marescotti
Preneste Anzolin
Valentino Valentini