Tancorra festeggia oggi il suo ?primo compleanno?. I ricordi di Nasseryah
24 Aprile 2005Proviamo a ricostruire con lui i difficili momenti di quando, per terra, con la faccia nella polvere ed il corpo nel sangue, affid? le sue sorti alla Provvidenza?
Sabato 24 aprile 2004 ? una data importante per te, per la tua famiglia e per la memoria collettiva dell? intera comunit? palagianese. Durante un attacco militare alla CPA di Nasseryah, sede dell? Autorit? Provvisoria della Coalizione e residenza della governatrice italiana Barbara Contini, mentre eri di guardia, rimanesti vittima di un attentato terroristico.
Prima di ricordare quel terribile momento, ci racconti come era l?atmosfera a Nasseryah in quei giorni? Cosa era accaduto e cosa temevate che accadesse ancora?
R. Inizialmente l?atmosfera che si viveva a Nasseryah sembrava segnata da un? apparente tranquillit?, una calma che alla fine sapevo che sarebbe svanita. Infatti, dopo una ventina di giorni in quella terra le cose cambiarono radicalmente, le giornate si facevano sempre pi? difficili poich? caratterizzate da frequenti attacchi, guerriglie, imboscate, ecc.
Mille potevano essere i timori, ma unica invece la speranza cio? quella di poter riuscire a concludere le mie giornate nel migliore dei modi.
La giornata di sabato 24 aprile 2004, prima dell? ora in cui avvenne l?attacco, ricordi come l?avevi trascorsa? Di cosa ti eri occupato al mattino, al pomeriggio e poi a sera, prima di iniziare il tuo servizio di guardia?
R. Ricordo che la giornata di sabato 24 Aprile 2004 fu dedicata interamente al nostro trasferimento e alla sistemazione logistica nella sede dell?Autorit? Provvisoria della Coalizione, e proprio l? avrei dovuto rimanere a fornire sicurezza per una ventina di giorni, ma purtroppo cos? non ? stato!
Pensando alla tua esperienza in Iraq nei mesi e nei giorni precedenti all? incidente, ci racconti un episodio, un aneddoto o qualcosa che ricorderai per sempre come il ?miglior momento della tua permanenza in Iraq??
R. Sinceramente non esistono episodi o aneddoti da ricordare in particolare poich? ogni giorno, momento, ora e minuto della mia permanenza in quella terra saranno per sempre impressi nella mia mente non come un dramma ma come una vera esperienza di vita.
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Ho avuto modo di vedere la tua raccolta di foto dell? Iraq. Molte di loro sono fatte, insieme ai tuoi colleghi, in compagnia dei bambini di Nasseryah, di Tallil e di altre citt?. Bambini sorridenti ai quali donavate acqua ed alimenti. Quanto ti mancano questi momenti?
R. La prerogativa della mia missione ? stata fin dall?inizio quella di poter fare del bene al prossimo e poter donare alla popolazione un sorriso, anche per un attimo.
Tutto questo ora non potr? pi? farlo!
?Mr., water! Mr., water!?, cosa ti ricordano queste parole?
R. Mi ricordano la disperazione di quella gente e di quei bambini che per avere un po? d?acqua non facevano che correrci dietro.
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Continuiamo a riferirci ai momenti precedenti al tuo ferimento. Qual ? il ricordo, il fotogramma, la scena che cancellerai per sempre dalla tua memoria perch? la consideri il ?peggior momento della tua permanenza in Iraq??
R. Come ho gi? detto precedentemente, non esistono momenti da cancellare dalla mia mente perch? anche i pi? negativi faranno sempre parte della mia vita.
Durante i mesi in cui sei passato per le diverse citt? di un Iraq deflagrato dalle bombe hai partecipato, sicuramente, a numerose operazioni militari delicate. Ve ne ? stata una particolarmente rischiosa in cui tu ed i tuoi ?fratelli? avete temuto il peggio? La vuoi raccontare?
R. L?operazione sicuramente pi? delicata che io ho dovuto affrontare in Iraq ? stata la famosa ?liberazione dei ponti?. Gruppi di ribelli avevano assediato i tre ponti che collegavano la parte Nord e Sud di Nasseryah, noi dovevamo liberarli. Un? operazione che, nonostante si sia rivelata piena di complicazioni, siamo riusciti ad affrontare e risolvere.
Poi, la sera del 24 aprile 2004. Mancano pochi minuti alla mezzanotte (ora di Nasseryah), quando i nemici sferrano un violento attentato alla CPA, dove eri tu. Qualcuno dei marescialli-capo, o qualcuno dei superiori, vi aveva mai anticipato che eravate obiettivo a rischio? Sapevate (perch? vi era stato detto), sapevate perch? avevate capito da voi o non sapevate per nulla che, vista la disposizione logistica del ?campo?, eravate bersaglio sensibile e facilmente vulnerabile da ogni direzione, compresi i palazzi disabitati e pi? alti di voi, da dove chiunque osservava i vostri movimenti?
R. Sicuramente non era il caso e tanto meno non aspettavamo qualcuno che ci mettesse in guardia dai rischi che correvamo, perch? ognuno di noi sapeva di suo chi era, dov?era e cosa doveva fare in ogni momento.
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Pochi minuti alla mezzanotte di sabato 24 aprile 2004. Una prima bomba da mortaio esplode a circa una decina di metri da te. La seconda ad una distanza di circa 1 o 2 metri, la terza ad una distanza di circa 5 o 6 metri. Della prima senti il botto e lo spostamento d?aria, della seconda ti colpiscono le schegge alla schiena ed alle gambe, della terza (quando ormai eri caduto ferito) ti raggiungono le schegge sotto la pianta dei piedi. Una scena senza dubbio terribile. Ricordi il momento in cui ti sei ritrovato con la faccia nella polvere? Quale ? stato il primo pensiero? Chi la prima persona a cui hai pensato? In quale momento si interrompono i tuoi ricordi ed incomincia il buio della perdita dei sensi?
R. E? impossibile dimenticare quel triste momento, l?unica cosa che riuscivo con fatica a gridare ? stato ?Falco 1 da Falco5? per riuscire ad avere soccorso; invece le prime persone a cui ho pensato sono state mia madre e la mia ragazza che qualche minuto prima avevo sentito telefonicamente e avevo riferito che la situazione era ?tranquilla?.
Solo dopo essere stato trasferito all?ospedale da campo di Tallil ho avuto il buio totale.
Ad un certo punto un tuo collega, seppure tra due fuochi (quello nemico e quello di difesa della vostra base), strisciando per terra, ti raggiunge per prenderti su di se e trascinarti in infermeria. In quel momento, per te, l?amara constatazione che eri in una pozza di sangue. Sicuramente ricorderai quella scena. Quando ti sei accorto che le tue condizioni erano gravi e quando hai avvertito di non sentire pi? le gambe, a chi hai affidato la tua sorte?
R. Sicuramente al destino e al SIGNORE!
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Poi i primi soccorsi, il primo intervento chirurgico alle ore 1.53 nell? ospedale da campo. Infine l?imbarco per il rientro d?urgenza in Italia, dove ci si preparava per un delicatissimo intervento di neurochirurgia al midollo spinale. Quando il FALCON ha toccato la pista dell? aeroporto di Ciampino, ad attenderti c?erano le pi? Alte Cariche Militari dello Stato ed i parenti. Ti aspettavi quel rientro solenne? Chi eri certo di incontrare e chi ti ha sorpreso?
R. Sapevo gi? che all?aeroporto di Ciampino avrei trovato mia madre, mia sorella e la mia ragazza, invece grande sorpresa mi fu fatta dalla presenza di un mio caro cugino che non vedevo da tanto tempo. Per quanto riguarda invece le Alte Cariche Militari presenti al mio arrivo, sono state come un di pi?, in quel momento indifferente.
Tanto quando sono salito sull?aereo per salutarti, quanto all?Ospedale Militare del Celio, prima di quella lunga notte di sei ore sotto i ferri, in diverse occasioni ti ho chiesto: ?Come stai? Come ti senti?? e tu, non lo dimenticher? pi?, con un sorriso sereno che ti si ? stampato sul viso e che hai conservato per molti giorni ancora (nonostante met? del tuo corpo fosse addormentato, dal bacino ai piedi) mi hai sempre risposto: ?Bene, sto bene!?. Era vero o lo dicevi per fare il marine?
R. No, lo dicevo perch? era vero. Per me il solo fatto di essere vivo significava stare bene.
Nei giorni successivi al delicatissimo intervento in cui ti furono estratte due grosse schegge dal midollo spinale e ti fu praticata la chirurgia plastica ricostruttiva del corpo di una vertebra lombare e di una sacrale, i maggiori rappresentanti istituzionali di Governo, Quirinale e Stato Maggiore della Difesa e della Marina vennero a farti visita, oltre a familiari ed amici. Quanti di loro, tra istituzioni-familiari-amici, continuano oggi a seguire le tue sorti e quanti ti hanno gi? dimenticato?
R. A dir la verit? quel famoso ?di pi?? non ? stato sempre presente, invece i miei familiari e il mio famoso cugino e anche grande amico continuano ad avere tanta premura e tante attenzioni per la mia salute e per la mia sorte professionale.
Ti va di raccontare ai lettori della bizzarra idea che hai avuto circa il reimpiego delle schegge che ti furono estratte dal midollo e consegnate dall? equipe medica del Celio?
R. Certo che mi va. Trovo simpatico aver fatto di ciascuna delle mie schegge il pendente di una collana.
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Adesso sei ancora convalescente. Non hai ripreso ancora a lavorare ed attendi che la Commissione Medica Militare si pronunci sul tuo futuro. Tutto sommato, sia emotivamente sia fisicamente, come stai?
R. Emotivamente sto male al solo pensiero di non poter pi? svolgere il mio lavoro a causa di quanto accaduto; fisicamente sono distrutto per non essere pi? libero di muovermi con il mio corpo come prima e turbato per i dolori continui in tutta la zona lombare.
Dopo un anno esatto da quel drammatico evento, potendo fare un bilancio, cosa credi di aver perso e cosa credi di aver guadagnato nella tua vita?
R. Facendo un bilancio a distanza di un anno dall?accaduto posso solo dire di sentire la nostalgia del mio lavoro, dei miei colleghi e di tutte le cose che non posso pi? fare. L?unico guadagno ? stato quello di capire il vero significato della vita.
Vuoi raccontarmi, se possibile, un sogno ed un incubo che hai avuto dopo quell? episodio che ha cambiato cos? radicalmente la tua esistenza?
R. Fortunatamente fino ad oggi non ho mai avuto incubi, in futuro non so!
Cosa consiglieresti ad un giovane militare come te il giorno prima della sua partenza in Iraq?
R. Di cedermi il posto!
Grazie Carmine per la disponibilit? che mi hai riservato, grazie per i ricordi che ci hai regalato in questa intervista ed auguri sinceri da parte mia per questo tuo ?primo compleanno?.
A cura di Antonello De Blasi.
Foto di Antonello De Blasi.
Sono certo che rimarra' intimidito dalla copertina che gli abbiamo voluto dedicare, ma credo che… sia stato meglio festeggiarlo come eroe “in piedi”, piuttosto che da… ” caduto”.
Voi, che ne pensate?
Life
Volevo discolpare nella maniera piu' assoluta Antonello, lui non ha nessuna colpa per la copertina che IO ho inserito in primo piano nella home page.
Antonello, anzi, si e' raccomandato di non mettere troppo in risalto l'articolo, ma IO ho agito di mia spontanea volonta', credendo che fosse giusto cosi.
Non si e' mai ” Profeti ” in patria si dice…
Nel tuo caso, penso che non sia stato cosi, riferendomi anche alla manifestazione di onoreficenza tenutasi la scorsa estate.
Ti chiedo scusa per il mio disattento gesto.
Life
Grazie di cuore.
Con stima reciproca, Antonello De Blasi
Pensavo che bastassero le mie scuse…!!!
Comunque hai fatto bene a rimarcare tutta la mia colpa..
Infatti, e' stata mia l'iniziativa della copertina.
Life.
p.s.
…se proprio dovevi dirla tutta…va bene , ma dimenticare l'ultimo mio messaggio privato….
o forse non l'hai letto…!
Sei un mito.
Primo Compleanno e' “virgolettato“, e questa la dice lunga sul significato…
..ma sei proprio una strega….
Scherzo, naturalmente.
Grazie per il tuo intervento.
Life