Taranto e i tumori: escalation continua
11 Febbraio 2005Nell?area ionica le morti per cancro continuano ad essere n numero elevato e, soprattutto, ci si continua ad ammalare di pi?.
L?unit? statistica epidemiologica sta, infatti, esaminando ben 4.500 cause di morte, censite nell?intera provincia, per comprenderne le cause.
Uno studio, insomma, che conferma quanto pubblicato su ?Senato 12? dal parlamentare Gaglione e che si sta portando avanti analizzando dati, aree geografiche o condizioni socio-economiche nell?ambito del progetto Registro Tumori.
Oltre i numeri della mortalit?, il Registro raccoglie i dati della morbilit?, cio? una mappa della malattia attraverso i ricoveri ospedalieri e la terapia effettuata o da effettuare ed i referti di anatomia patologica.
Lo studio ? stato avviato nell?ambito di un pi? vasto progetto sperimentale, promosso dal 2001 dal ministero dell?Ambiente e che oggi sta interessando particolarmente le due aree ad alto rischio ambientale di Taranto e Brindisi, ? in fase di completamento e sar? inserito in un pi? corposo registro jonico-salentino.
L?intera indagine, coordinata dal professor Assenato dell?Universit? di Bari, passer? alla successiva fase di validazione di organismi nazionali ed internazionali.
Il monitoraggio della mortalit? per neoplasie, parallelamente, si sta interessando dell?incidenza dell?inquinamento atmosferico su questo flagello. La struttura sanitaria, infatti, collaborando con le Universit? di Bari e Pisa, sta tenendo sotto osservazione l?aspetto ambientale a Taranto, Cos? com?? stato accertato in altre realt? nazionali nelle quali ? stato accertato un nesso diretto tra inquinamento e mortalit?, questo stesso aspetto ? sotto osservazione, che ha fornito importanti dati ad una recente indagine nazionale sull?inquinamento atmosferico condotta in 15 grandi citt? italiane.
?L?Asl ? ha commentato il dottor Minerba ? non pu? indicare strategie da seguire perch? esse sono di competenza ad altri organismi, n? pu? dare un seguito all?intero studio perch? si avverte la carenza sul territorio di un importante centro di ricerca di cui la stessa Azienda sanitaria ne faccia parte?.
Autore: Paolo Lerario
Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it