TESTIMONIANZE
27 Novembre 2005
Con le mani infilate nel giaccone camminavo a passo svelto. Pioveva leggermente quel giorno e davanti a me c?era solo una donna anziana con un ombrello. Andavamo entrambi nella stessa direzione.
Il contingente italiano era da poco sbarcato in citt?, per garantire il rispetto degli accordi di pace di Dayton, ma la gente di Sarajevo, dopo oltre tre anni d?assedio e migliaia di vittime innocenti, aveva perso fiducia.
I caschi blu dell?ONU non avevano certo lasciato un buon ricordo: il loro mandato, ambiguo, non distingueva tra aggressori e aggrediti e spesso i loro mezzi non si fermavano neanche a soccorrere i feriti.
Io e la signora procedevamo assorti nei nostri pensieri quando lo vedemmo spuntare davanti a noi: un enorme Centauro, un mezzo blindato su gomme dell?ESERCITO ITALIANO, che procedeva a forte velocit? nella nostra direzione. A lato del nostro marciapiede, un?enorme pozza d?acqua: un rapido calcolo permise a me e alla signora di capire che non avevamo nessun scampo. Ci saremmo fatti una doccia fuori programma. Ma in quel momento accadde qualcosa di memorabile: con un possente stridio di freni il mezzo rallent? ed entr? nella pozzanghera a passo d?uomo. Restammo attoniti. Il Centauro ci super? e and? via veloce. Sull?antenna del mezzo garriva un piccolo Tricolore.
La signora mi guard? e, ignorando quale fosse la mia nazionalit?, sorrise e sospir?: ?Ah, italiani???.!?
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Franco Di Mare (inviato TG2)