Ultime dalla spazzatura

13 Marzo 2011 0 Di Life

Giovedì 3 Marzo è stata posta, provvisoriamente, la parola “fine” sulla gara per la gestione dei rifiuti solidi urbani. È stato finalmente aggiudicato un servizio che costerà alla cittadinanza, nei prossimi nove anni, la bellezza di oltre 12 milioni di euro (al netto dell’IVA). Servizio, occorre ricordarlo, le cui modalità sono state aspramente contestate senza mai ricevere risposte soddisfacenti. Ci ha provato il sindaco, più volte, ad abbozzare delle risposte, ma sono risultate così poco convincenti da indurre l’Italia dei Valori ad abbandonare anzitempo la maggioranza.

Vi è però da dire che la giornata di giovedì ha conosciuto una strana appendice: alle ore 15:00 è stata convocata una conferenza dei rappresentanti dei gruppi presenti in Consiglio Comunale, avente come finalità quella di portarli a conoscenza di un fatto increscioso. Il 25 febbraio è giunta presso il Comune una missiva indirizzata a Sindaco, Presidente del Consiglio e Consiglieri, contenente una “rivelazione” e delle accuse.

A fare da oggetto della rivelazione era il nome della ditta che si sarebbe poi aggiudicata la gara. Pare che la rivelazione (o profezia, visto che le accuse portate non sarebbero suffragate da prove) si sia dimostrata molto precisa, il nome della ditta vincitrice è risultato azzeccato in pieno.

Quanto alle accuse, esse riguardano il Sindaco e uno dei consiglieri; a entrambi viene contestato, dall’anonimo esecutore della missiva, di aver addomesticato la gara e di averlo fatto dopo aver strappato la promessa di una tangente di importo congruo a quello della gara.

Ovviamente, sospendiamo ogni giudizio tanto sulla rivelazione quanto sulle accuse; com’è giusto che sia, saranno gli organi competenti a fare la dovuta luce sui fatti in questione. Al momento è possibile ipotizzare soltanto che l’anonimo abbia tirato a indovinare il nome della ditta, e che gli sia andata bene. La regolarità della gara dobbiamo darla per scontata, fino all’emergere di prove che dicano il contrario.

Ma a rendere se possibile ancor più strana l’appendice è stata la copia di una “controdenuncia”, contro ignoti, presentata dal Sindaco e fornita ai capigruppo. La controdenuncia contiene un passaggio quantomeno curioso: si sostiene che a provocare il clima fosco addensatosi intorno alla gara, che avrebbe poi condotto agli esposti anonimi (uso il plurale in quanto l’anonimo estensore del primo esposto ne ha già preannunciato altri dal tenore, diciamo così, più particolareggiato), sarebbero state le critiche mosse da “politici locali”.

Prima di approfondire questa che sembrerebbe essere una barzelletta – ma non lo è, purtroppo non lo è –, ci piace dire qualcosa a proposito di un altro aspetto: quest’Amministrazione continua a confondere il ruolo di governo con qualcosa d’altro: l’uso estremo della discrezionalità. A quale titolo, infatti, una missiva arrivata il 25 febbraio, e indirizzata a tutti i consiglieri, viene partecipata ai capigruppo solo il 3 marzo successivo?

Si dirà – e in effetti è stato sostenuto – che lo si è fatto per non influenzare il regolare svolgimento della gara, ma si tratta di una scusa pietosa. Convocare i capigruppo per il 3 marzo, lo stesso giorno in cui sarebbero state aperte le buste contenenti l’offerta economica e in cui si sarebbero chiuse le operazioni di aggiudicazione del servizio, comporta che, a norma di regolamento comunale, la convocazione avvenga 48 ore prima. Dunque, il Vice-presidente del Consiglio, colui che in assenza del Presidente ha il potere di convocare la riunione, sarebbe venuto a conoscenza della missiva almeno 2 giorni prima dei restanti consiglieri. Ora, la domanda è questa: In virtù di quale privilegio è consentito a qualcuno conoscere prima dei suoi pari qualcosa che è indirizzato anche a loro?

Andiamo adesso ad affrontare quanto avevamo lasciato sospeso: la fomentazione, a detta del Sindaco, di attività delatoria a danno di alcuni amministratori, riveniente dalle critiche mosse da taluni “politici locali”.

Intanto è curioso osservare come degli “artisti di strada” – così siamo stati definiti io e Giacomo Di Pietro dal Sindaco in una missiva indirizzata a un consigliere – si trasformino d’incanto in “politici locali” a seconda della convenienza del Sindaco. Politici capaci, con le loro “critiche”, di aizzare qualcuno a denunciare presso la Procura l’esistenza di tangenti tese a manovrare una gara d’appalto. Forse il Sindaco ritiene che quel qualcuno necessitasse degli articoli di Mimmo Forleo e di Giacomo Di Pietro per sentirsi incoraggiato a denunciare? O, magari, vuol lasciare intendere agli inquirenti che l’esposto anonimo non è, poi, così anonimo?

Nel caso in cui sia vera la prima ipotesi, è evidente che il Sindaco sta provando a riutilizzare a suo uso e consumo un metodo che conosciamo bene e di cui abbiamo già parlato: impedire ogni forma di discussione pubblica intorno a qualsiasi questione.

Insomma, si tratta della risibile pretesa avanzata da ogni politico non troppo convinto della bontà delle sue scelte; onde evitare di apparire come uno sprovveduto, prova in ogni modo a soffocare sul nascere qualsiasi polemica. In questo caso, inoltre, il Sindaco si dà ragione da solo e a posteriori; come a dire: Avete visto? L’avevo detto io che troppa discussione finisce per far male. Se Mimmo e Giacomo si fossero astenuti dall’avanzare i loro dubbi di natura tecnica e politica, anche l’anonimo di oggi avrebbe fatto altrettanto.

Trovate che si tratti di un ragionamento da quattro soldi? Non prendetevela con noi. Eventualmente, rivolgetevi a chi potrebbe averlo fatto.

Invece, nel caso in cui l’ipotesi vera sia la seconda (quella che sembra voler suggerire il “nome” dell’anonimo), saremmo in presenza di accuse gravi che necessiterebbero di prove a supporto.

Lo diciamo senza tanti giri di parole. Se il Sindaco pensa di poter ricorrere all’illazione, mancandogli le prove, stavolta rischia di cascare davvero male.

Altre volte, lui e buona parte di quanti gli rimangono intorno, nel chiuso delle quattro pareti della sezione di partito hanno con estrema leggerezza cercato di utilizzare la calunnia nei confronti di avversari politici. In quelle occasioni io, Mimmo Forleo, mi sono sempre limitato a far osservare che in una sezione di partito dovrebbero trovare accoglienza solo le argomentazioni politiche; così intendendo dire che consideravo non meritevoli di attenzione i discorsi fatti da presunti politici che, quando era richiesta la riflessione di tipo politico, non essendo capaci di produrne, ripiegavano molto volentieri sul pettegolezzo.

Questa volta, assumendo che le “chiacchiere” avrebbero rilevanza pubblica, sentiamo il dovere di avvisare quanti trovano naturale praticare l’arte del pettegolezzo, in vece della politica, che la questione potrebbe andare ben oltre i confini di una sezione di partito e che il prezzo potrebbe essere molto più salato di quello pagato a chi, come noi, si accontenta di saper irridere quanti amano immaginarsi politici di altissima levatura.

Mimmo Forleo
Giacomo Di Pietro