UN ELETTORE INDECISO
24 Febbraio 2013Caro diario,
così oggi si vota. E’ la prima volta che il giorno delle elezioni sono indeciso su chi votare.
Il mio psicanalista dice che questa indecisione dipende dal fatto che sono in una fase di transizione nella mia vita.
Lui ritiene che il passaggio all’età adulta – in ritardo, del resto – abbia comportato in me un serio scombussolamento valoriale e ideale.
Essendo sempre stato un moderato di sinistra, ora oscillo tra una svolta reazionaria, conservatrice, e una rottura estrema verso posizioni più radicali.
La sua spiegazione mi sembra convincente. Ha anche parlato del conflitto col padre. E infatti, con mio padre sono mesi che discutiamo su chi votare, e siamo profondamente in disaccordo: all’inizio lui sosteneva che bisognasse votare Monti perché è una persona seria, io invece avevo deciso di votare ancora una volta per il PD nel timore che tornasse a galla Berlusconi.
Ad un certo punto, io ho convinto lui e lui ha convinto me, e così io sono passato ai centristi mentre mio padre ha iniziato a pensare che fosse indispensabile votare i democratici. La flemma di Monti, comunque, non si addice alla mia inquietudine esistenziale; eppure non posso più tornare al PD perché quella casella è stata occupata da mio padre.
Il mio psicanalista dice che dovrei risolvere il conflitto optando per una soluzione rivoluzionaria.
Allora io gli ho confessato che avevo una mezza intenzione di votare il movimento di Grillo, ma ero spaventato dalla capigliatura di Casaleggio giacché credo che un giorno finirò anch’io coi capelli arruffati in quel modo.
Il mio psicanalista, quindi, ha detto che non era a questo che si riferiva: dovevo scegliere una rivoluzione, sì, ma un po’ meno urlata, più civile.
Credevo che il mio psicanalista fosse uno junghiano convinto; ho capito, invece, che è un ingroiano di bassa leva.
A dir la verità, io la mia decisione l’avevo presa: avrei voluto votare per Giannino per sublimare il mio desiderio inespresso di stravaganza visto che io non avrò mai il coraggio necessario per vestire in modo tanto sgargiante.
Ma i guai sono cominciati con la storia delle lauree false. Oddio, passi per le lauree false: ma mi fa paura l’idea di votare per uno che si dimette perché hanno scoperto che ha mentito sul curriculum. Cosa avrei dovuto fare io, allora, quando Federica mi ha chiesto cosa mi piacesse di lei, e le ho risposto “l’intelligenza che traluce dai tuoi occhi”?
Una donna lo sa, ne sono sicuro, che una frase del genere ha lo stesso valore di un master in economia all’università di Chicago, soprattutto se si accorge che non le stai guardando gli occhi…
Caro Diario, oggi si vota, ed io sono ancora indeciso.
E questa cosa mi mette ansia, mi toglie il respiro, mi rende irrequieto.