Una bandiera per Palagiano
19 Febbraio 2013Sempre più spesso ci troviamo ad elogiare altri paesi e città per il semplice fatto che: in quel posto le cose funzionano. Avere delle strade senza buche, un servizio di raccolta rifiuti che funzioni, delle strutture dove i cittadini possono svolgere le loro attività sportive preferite, portare i bambini nella “villa comunale”, è qualcosa che nel nostro paese sta diventando un evento raro.
Qualche giorno fa, nel parlare con un amministratore ed evidenziare queste situazioni mi viene risposto che non ci sono più soldi. Ora, dico io, sicuramente la pecunia svolge un ruolo importante nella vita amministrativa di una comunità, ma cosa significa sentirsi dire che non ci sono più soldi per amministrare: aspettiamo un generoso lascito dal palagianese d’America o un miracolo che possa risollevare le sorti del paese? – Se non si è capaci di amministrare lascia l’incarico – gli ho risposto.
Questa introduzione è solo per evidenziare che ci stiamo abbruttendo: non ci indignano per le strade rotte, per una periferia piena di rifiuti, per una villa comunale fatiscente, per l’assenza di strutture sportive pubbliche decenti; così facendo rischiamo di sprofondare nell’oblio del degrado.
Abituarsi al brutto è sconcertante. E’ come indossare sempre lo stesso vestito: si logora piano piano, scolorisce, e non ce ne accorgiamo.
Proprio come la bandiera della Repubblica Italiana che sventola sul pennone della scuola media di corso Lenne (a #Palagiano), la bandiera che la Costituzione definisce il tricolore Italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. Non so quanti l’hanno notata, essa non è più così, il tempo l’ha logorata, l’ha sbiadita, le ha tolto il simbolo della passione del martire e degli eroi, non ha più la banda rossa.
Forse è pura coincidenza, ma è proprio la passione il sentimento che più latita tra coloro che dovrebbero manifestarla apertamente e “contagiare” gli altri, perché la passione è quel sentimento che ti fa fare le cose senza aspettarti nulla in cambio.
Mi auguro che chi di dovere provveda immediatamente a rimettere il Tricolore su quel pennone, perché sentire mio figlio che dice: “Papà che brutta quella bandiera” è qualcosa che offende la mia dignità e quella di un’intera comunità.
Alan.